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Mortirolo in MTB: itinerario tra Guspessa e Pianaccio

Chi pensa al Mortirolo come un luogo riservato esclusivamente al ciclismo su strada commette un grosso errore! Infatti attorno al Passo della Foppa (questo è il vero nome del valico) si sviluppa una rete di strade sterrate ed asfaltate adatte alla mountain bike in un ambiente assolutamente poco antropizzato e perlopiù isolato dal traffico, lambendo praterie d'alta quota e zone ricche di testimonianze della Grande Guerra. Insomma, un'occasione unica per scoprire quanto di più bello ci possa essere al di fuori del noto percorso “bitumaro”!

Dati tecnici

Guspessa e Pianaccio in MTB

DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo Sonico
Tempo 6-8 ore
Dislivello      2050 m circa
Lunghezza  64 km
      Tipologia di fondo      
 60% asfalto
 40% sterrato
VALUTAZIONE
Difficoltà Abbastanza impegnativo 
Panorama Molto bello
QUANDO ANDARE
GiugnoLuglio
AgostoSettembre

La scalata verso Planazza di Mola

L'itinerario ha inizio a Sonico (650 m), un piccolo paese adiacente a Edolo. Qualche chilometro di riscaldamento sulla strada statale anticipa la prima vera asperità della giornata: la dura salita verso la località Mola, circa 9 km distribuiti su un dislivello di 1000 m! E' preferibile affrontare tale strada con rapporti agili, in modo da poter godere dell'ambiente circostante, il bosco, gli scorci su Edolo e sulla media Valle Camonica. Dopo i primi 6 km asfaltati si giunge alle baite di Restone, posizionate in un'ampia radura con vista privilegiata sul gruppo dell'Adamello. 01 RESTONEUna sosta permette di riprender fiato e di ammirare il grandioso panorama circostante, prima di cominciare la seconda parte di questa salita. Deviando a sinistra in corrispondenza di un tornante, ci si immette quindi su una strada sterrata a tratti ripida che permette di raggiungere, non senza difficoltà, uno stupendo quanto mai inaspettato altopiano, impreziosito dalle baite Mola e da una graziosa chiesina posta sul crinale erboso (1701 m).  MOLA

Il lago Lagazzuolo

Dopo aver superato alcune forme erosive di particolare interesse, la sterrata procede con un lungo tratto di divertenti saliscendi transitando accanto alle baite Martinè (1789 m), poste a balcone sulla Val di Córteno con ampia visuale sulla catena orientale delle Alpi Orobie, di cui il Piz Tri ne fa parte.03 VALLE DI GUSPESSASuperato uno scollinamento, in corrispondenza del quale si possono ammirare contemporaneamente i magnifici gruppi montuosi dell'Adamello e del Bernina, si entra nella Valle di Guspessa pedalando a fianco delle baite Bagno, sino a scendere velocemente verso il bel lago Lagazzuolo (1824 m), situato nei pressi del Passo di Guspessa. 04 LAGO LAGAZZUOLO

Lo Sbarramento del Mortirolo

Da questa solitaria località ci si immette su una bellissima e stretta strada asfaltata che permette di raggiungere, dopo circa 10 chilometri, il noto Passo Mortirolo.06 PASSO DELLA FOPPA Tale via di arroccamento fu costruita durante il primo conflitto mondiale con lo scopo di mettere in comunicazione la Valtellina con la Val Camonica, tra Tirano/Aprica e le aree montuose del M. Varadéga e del M. Pagano, costituendo una linea difensiva arretrata – nota come Sbarramento del Mortirolo –, con vista privilegiata sulle due sottostanti vallate e sulle provenienze d'oltralpe attraverso il Passo del Tonale, il Passo dello Stelvio e l'altrettanto pericoloso Passo del Bernina, comunicante con la neutrale Svizzera. Percorrendo questi chilometri ci si può render conto di quale valore strategico-militare potesse aver assunto questa strada: insinuandosi all'interno del bosco, con tracciato pianeggiante e a mezza costa sulla media Valtellina, si poteva controllare il fondovalle tra Tirano con la Val Poschiavo e Grosio con la Val Viola con poche possibilità di essere avvistati; tutt'oggi si può ammirare questo anfiteatro in tutto il suo splendore, ricordandosi però che una passeggiata di questo tipo può anche rappresentare un modo per ricordare il nostro cruento passato. 05 STRADA DI ARROCCAMENTO Una volta raggiunto il Passo della Foppa (1852 m), al fine di impreziosire ulteriormente la gita, si può precorrere una breve diramazione sterrata che permette di raggiungere il rifugio Antonioli e il lago di Mortirolo, tra alpeggi incantati e belle fioriture al cospetto del Corno Baitone (gruppo dell'Adamello). 07 ALPEGGI DEL MORTIROLO

Verso il Pianaccio

Con vista spettacolare sul M. Resverde e sulle Cime di Grom, ci si inerpica lungo la stretta, e inizialmente ripida, strada asfaltata sino a sfiorare il bivio per il Passo di Varadéga (località molto nota ai bikers che decidono di intraprendere l'adrenalinica “Tornantissima”, una discesa tecnica su single trail a picco sulla media Valtellina che copre un dislivello di ben 1850 m!), per poi addolcirsi sino al Col Carette di Val Bighera, tra scenari rilassanti e verdeggianti, tracce di trincee e una bellissima torbiera che si affaccia sulla maestosa Val Grande. 09 COL CARETTE Un ultimo sforzo e dopo qualche centinaio di metri sterrati ci si troverà su un ripiano erboso (Pianaccio, 2183 m) attrezzato ad area pic-nic, molto panoramico sulla Val Camonica e punto di partenza della salita al M. Pagano (2346 m), la cui sommità è contornata da un trinceramento di origine militare simile a quello che si può osservare alla Bocchetta di Val Massa (Ponte di Legno – Val Camonica). 10 PIANACCIO

Ed ora... solo discesa!

La discesa dal Pianaccio a Vezza d'Oglio si sviluppa all'interno del bosco alternando settori asfaltati a tratti sterrati abbastanza ripidi, sfiorando le località Stol e Cormignano e lasciando a sinistra la deviazione per la Val Grande. La chiusura di questo giro ad anello prevede la percorrenza di un breve tratto di pista ciclabile verso Davena (chi fosse interessato alla visita delle postazioni belliche e dei resti dei manufatti militari di Davenino può trovare indicazioni esplicite lungo la strada statale del Tonale in corrispondenza di questa località) e successivamente della Via Valeriana tra Incudine e Mu', a pochi chilometri dal tanto sospirato traguardo. 14 MU

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Bendo

Appassionato da sempre di attività outdoor con predilezione all'escursionismo esplorativo scandito da ritmi lenti e meditativi, mi sono affacciato al mondo della bicicletta all'età di 13 anni con la medesima predisposizione e da quel momento è stato un crescendo di esperienze che hanno contribuito a far maturare in me una visione romantica di questo bellissimo sport, sempre in contatto e in accordo con la natura.
 
Adoro pedalare nella mia terra d'origine (le Orobie) e sulle bellissime Alpi Occidentali, senza però  trascurare l'Austria, la Svizzera, etc., e tutti quei luoghi che mi stanno ancora aspettando. Peraltro mi piace alternare il ciclismo su strada a quello su sterrato, terreni diversi che non considero come eterni rivali ma bensì come due red carpets dove far scorrere i miei sogni a due ruote!
 

               

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