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percorso gravel lago di Garda
Partenza/Arrivo
Salò
Luogo
Lombardia
Stagione
Primavera, Estate, Autunno, Inverno
Durata
Fuggitivo (1 giorno)
Lunghezza
52 km
Percorso
Ad anello
Dislivello
501 - 1000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
Gravel (fondo misto)
Asfalto
50%
Sterrato
45%
Single Trail
5%
Valutazione
Difficoltà
3/5
Panorama
4/5
Bici consigliata
Adventure bikeGravelMTB
Viaggi Life in Travel
Viaggia in Nepal con noi

19 marzo - 1 aprile 2026

Un viaggio avventuroso dalla valle di Kathmandu fino alla jungla del Chitwan N.P.

 

Un anello semplice, con dislivello adeguato alla stagione e tante piccole chicche da ammirare lungo il percorso. Tutto questo è raccolto nel percorso gravel in Valtenesi che ho pedalato insieme all'amico Luca, partendo da Salò.

campagne gravel pinerolo

Gravel sulle sponde del Garda bresciano: un anello perfetto per l’inverno

Ci sono posti che sembrano nati per la bici, e il Garda bresciano, soprattutto quando la stagione rallenta e il turismo va in letargo, è uno di quelli. È come se il lago, da novembre in poi, tirasse un sospiro di sollievo e ti dicesse: “Dai, adesso è il tuo momento. Vieni a pedalare.” E tu non puoi far altro che ascoltarlo.

Il giro gravel della Valtenesi che sto per raccontarti nasce proprio da questa sensazione: la voglia di un itinerario facile da seguire, panoramico, divertente, pieno di saliscendi e con quel mix perfetto di sterrato, borghi e castelli che solo questa zona riesce a regalarti. Un anello che puoi affrontare in qualsiasi periodo dell’anno, ma che fuori stagione – e ancora di più in inverno – si trasforma in una piccola avventura lenta, luminosa e incredibilmente rilassante.

La traccia che trovi qui è un anello semplice che puoi personalizzare a piacimento, da cui partire e tornare ovunque ti faccia comodo, allungandolo o accorciandolo a seconda del tuo fisico e della volontà. Io ti porto nel racconto così come l’ho vissuto: partenza a Salò, prime salite nelle colline moreniche, poi via verso Moniga, Padenghe, Drugolo, Castelletto, Polpenazze… e ritorno verso il lago che profuma di tramonto e soddisfazione. Se poi vuoi fare tuo l’itinerario, ti basta adattarlo.

Partenza da Salò: il lago quieto e una salita che ti sveglia

La giornata comincia a Salò. D’inverno è un’altra città: niente caos, niente turisti rumorosi, solo qualche local che si gode il lungolago, i bar mezzi vuoti e quella luce riflessa sull’acqua che sembra un invito. Questa volta, per questioni di orario, non mi sono infilato nel centro storico, ma se tu hai tempo te lo consiglio sempre: è uno dei posti più belli per prendere un caffè guardando il lago respirare.

Non appena inizi a pedalare verso l’interno, la prima cosa che noti è il silenzio. Le case lasciano spazio alla vegetazione, alla terra che profuma di bosco, ai sentieri che si arrampicano verso le colline della Valtenesi. E proprio qui comincia la prima salita: non troppo dura, ma abbastanza da farti capire che le gambe non potranno dormire.

In pochi minuti sei immerso nel bosco ormai spoglio. Terreno morbido e colorato dalle foglie ormai cadute, qualche sassolino, rami che filtrano la luce. È un passaggio breve, ma è il modo perfetto per entrare nel mood della giornata: stai lasciando il lago alle spalle per entrare nella parte più rurale, vera e quasi protetta della Valtenesi.

Un pezzo di asfalto, poi il richiamo del gravel

Finito il tratto sterrato iniziale, spunti su una minuscola strada asfaltata che segue per un tratto le indicazioni della ciclovia della Valtenesi verso Desenzano che avevo seguito qualche anno fa a ritroso in un weekend da Desenzano a Riva del Garda. È un momento di pausa, un piccolo respiro. Quei minuti in cui ti guardi attorno e realizzi che qui il paesaggio cambia ogni cento metri: ora ulivi, ora viti, ora lembi di bosco che sembrano voler tornare a riprendersi tutto.

L'asfalto a volte è odiato, a volte benedetto. Ti scaldi, riprendi fiato, poi appena vedi una strada bianca la imbocchi senza pensarci troppo. E infatti non ci vuole molto prima che il percorso si butti di nuovo giù nello sterrato. Prima un sentierino un po’ stretto, poi una strada bianca larga, veloce, perfetta. Di quelle che, appena le vedi, ti fanno sorridere perché è esattamente per questo che sei venuto.

Moniga del Garda: vigne, olivi e un castello che sembra un abbraccio

Scendendo lungo questo sterrato, Moniga del Garda si avvicina dolcemente, quasi nascosta tra le vigne ordinate e i filari d’olivo. Il paese in sé è tranquillo, mai troppo rumoroso, ma è il castello la vera perla. Un complesso medievale intatto, con mura merlate e un minuscolo borgo interno che non ti aspetti, perché è vissuto e popolato.

È il punto perfetto per una sosta, magari nel largo prato a sud delle mura. Ti guardi attorno, respiri la storia, ti godi la quiete. Poi risali in sella e continui tranquillo.

Risalite morbide verso Padenghe e un altro castello da non perdere

Da Moniga la traccia sale e scende verso Padenghe. Sono pendenze morbide, mai cattive, che ti permettono di pedalare con continuità senza spezzarti in due. A Padenghe si trova un altro castello, più imponente e massiccio di quello di Moniga, posato su un colle strategico che domina la piana sottostante. Da lassù puoi davvero capire perché la Valtenesi sia stata terra di torri e fortificazioni.

Ma più della storia – che pure affascina – è il paesaggio a catturarti: ulivi argentati che riflettono la luce del lago, vigneti che disegnano il terreno come linee di un quaderno, strade bianche che si perdono tra colline dolci. È un ambiente che sembra fatto apposta per una bici gravel: vario, non impegnativo, ma sempre stimolante.

La lunga curva dell’anello: verso nord, passando accanto a Drugolo

Lasciando Padenghe, il percorso inizia la sua lenta risalita verso nord, ma prima si raggiunge la Pieve di Sant'Emiliano, meravigliosamente restaurata e in posizione dominante sul lago. Un single trail in discesa dolce porta nei pressi del borgo di Drugolo. Questo tratto è uno dei miei preferiti: le case sparse, i prati larghi, il castello privato che sbuca all’improvviso tra gli alberi. È uno di quei castelli che non puoi visitare, ma che ti emozionano comunque quando li vedi da lontano: mura imponenti, torri tonde, un’atmosfera che sa di storia.

La strada che gli passa vicino è un piacere: sterrato compatto, zero traffico, pace totale. È uno di quei momenti in cui la bici fila senza sforzo, il ritmo è naturale e ti ritrovi a pensarci il meno possibile. Sei semplicemente parte del paesaggio. Poco dopo si raggiunge anche il monastero ortodosso dei Morti della Selva che merita una sosta.

Il single track per Castelletto: il tratto più divertente

Arriva ora uno dei passaggi più belli: un single trail pianeggiante nella vegetazione che conduce verso la zona di Castelletto. Non è tecnico, non è impegnativo, ma è talmente divertente che ti viene voglia di rifarlo subito. Curve, radici, piccoli cambi di pendenza: quanto basta per fart divertire, senza però dover fare acrobazie.

È un sentiero che ti regala fluidità. Ti mette il sorriso. Fattibile anche in gravel, la disciplina che mette insieme il meglio dei due mondi: un po’ l’avventura della MTB, un po’ la scorrevolezza della strada, il tutto con quel sapore di libertà che è impossibile da spiegare a chi non pedala.

Polpenazze e il tramonto sul Garda: poesia pura

Dopo il single track si risale verso Polpenazze, un borgo che ti regala una delle viste più incredibili della zona. Qui il lago appare come un’enorme distesa argentata, e tu ti ritrovi a fissarlo per qualche secondo in religioso silenzio. Se stai pedalando in inverno, probabilmente sarai arrivato verso il pomeriggio tardi: la luce bassa, il cielo rosa e gli ulivi scuri creano un contrasto che sembra dipinto.

È uno di quei momenti che valgono la giornata. Ti fermi, respiri, scatti una foto o semplicemente ti godi la scena. E ti ricordi perché ami pedalare: perché certe cose, a piedi o in macchina, non le vivresti mai così.

Ultima salita, ultimi panorami, ultimo sorriso: ritorno verso Salò

Il giro si chiude con un’ultima risalita sconnessa con pendenze a tratti anche toste, fortunantamente breve. Poi si butta in un trail finale un po’ più tecnico (ma sempre gestibile), che scende verso la zona sopra Salò. È il tipo di sentiero che ti obbliga a restare concentrato ma che ti ripaga con un’adrenalina dolce, controllata, bella.

Quando spunti di nuovo sulla piana e poi verso il lago, la giornata sta finendo. Le ultime luci si specchiano sull’acqua e tu rientri al punto di partenza con quella sensazione di aver vissuto una giornata piena, senza rumore.

Consigli pratici per goderti il giro al meglio

  • Parti con calma e goditi la luce e il tepore del Garda: d’inverno ogni minuto conta, ma proprio per questo la giornata ha una magia tutta sua.
  • Una gravel con gomme da 38 a 50 mm è perfetta: il fondo cambia, ma non serve niente di estremo.
  • Porta con te luci anteriori e posteriori: il ritorno può coincidere con il crepuscolo.
  • Ci sono pochissimi punti isolati: l’acqua puoi ricaricarla facilmente nei vari borghi.
  • Rispetta i sentieri: sei tra vigneti, oliveti e proprietà private, la convivenza è fondamentale.
  • Se puoi, fermati nei castelli di Moniga e Padenghe: regalano una prospettiva diversa sul paesaggio che stai attraversando.

Perché questo giro è perfetto (soprattutto) fuori stagione

Lo so, il Garda è famoso d’estate, ma la sua essenza migliore la mostra quando la folla scompare. Le strade si svuotano, i borghi respirano, il lago cambia colore e le colline si fanno ancora più intime. Il gravel, in questo contesto, diventa lo strumento ideale: ti accompagna piano, ti permette di ascoltare il territorio, ti regala il ritmo giusto per apprezzare ogni dettaglio.

È un itinerario che ti consiglio se vuoi fare un’uscita tranquilla ma emozionante, senza pressioni, senza cronometro, senza l’ansia del traffico. Un giro che ti lascia ricordi e non solo km. Un viaggio breve, ma intenso, tra la natura, la storia e quella bellezza semplice che solo il Garda bresciano può regalarti. 

 
 
Ultima modifica: 03 Dicembre 2025
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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Complimenti. Una presentazione del giro semplicemente fantastica. Grazie
 
 

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