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Road to IMBA Gathering
Monferrato
Partenza/Arrivo
Peschiera sul Garda/Pinerolo
Luogo
Lombardia, Piemonte
Stagione
Primavera, Autunno
Durata
Cicloturista (4-7 giorni)
Lunghezza
502 km
Percorso
Lineare
Dislivello
2001 - 5000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
Gravel (fondo misto)
Asfalto
75%
Sterrato
20%
Single Trail
5%
Valutazione
Difficoltà
2/5
Panorama
3/5
Bici consigliata
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28 gennaio - 5 febbraio 2026

Alla scoperta della penisola arabica e dei monti Hadjar Occidentali

 
 

Cinque giorni di viaggio in bici dal lago di Garda ai piedi delle Alpi occidentali. L'avvicinamento all'evento di IMBA è stato un solco tracciato sotto pioggia e vento, ma ancora una volta mi ha regalato il piacere dell'avventura, della condivisione e dell'esplorazione di nuovi territori.

19 road to imba monferrato

Pre-viaggio

Luca: "Ciao Leo, a ottobre organizziamo il Gathering del decennale di IMBA Italia, che ne dici se ci andassimo in bici?"

Io: "Ma dai, bello... in che zona del Trentino lo fate? Non ho un grande allenamento..."

Luca: "A San Secondo di Pinerolo, Torino! 600 km circa"

Io: "Ah!"

È nato così il Road 2 IMBA Gathering 2025, durante un giretto in MTB con l'amico e vice-presidente dell'associazione che mi ha coinvolto in questa piccola/grande follia di fine stagione. In un weekend di fine ottobre si è tenuto il quinto raduno dell'International Mountain Bike Association Italia a San Secondo di Pinerolo, ma fin lì siamo arrivati in sella ai nostri cavalli d'acciaio.

Alla fine abbiamo pedalato in cinque giorni da Peschiera del Garda al castello di Miradolo, circa 500 km tra Lombardia e Piemonte.

Siamo partiti in tre: io, Luca e Roberto.

road to imba peschiera del garda

Giorno 1 – Da Peschiera a Motta Baluffi: tra argini, pioggia e argilla

Il primo tratto è un classico intramontabile: la ciclabile del Mincio. Una delle più conosciute d’Italia per semplicità e fascino. Segue fedelmente il corso del fiume, tra campi, pioppeti e piccoli centri rurali. Le ruote scorrevano leggere, il ritmo era quello perfetto dei primi chilometri, quando le gambe hanno voglia di girare ma non ancora di spingere. Conoscendo la ciclabile abbiamo preferito seguire qualche alternativa più avventurosa e fare alcuni detour su gravel road e sentieri delle colline moreniche, senza mai allontanarci troppo dal fiume.

peschiera del garda

road to imba ciclabile del mincio

Passato Borghetto sul Mincio, siamo infine giunti a Mantova. Il lago, al mattino, era una lastra grigia, rifletteva un cielo ancora indeciso sul da farsi. L’aria sapeva di umido e di foglie bagnate, l’odore tipico dell’autunno in pianura.

road to imba borghetto sul mincio

Poche città in Italia riescono a essere così fotogeniche da ogni angolazione. Mantova è un piccolo gioiello rinascimentale, sospeso tra palazzi, ponti e acqua. Ripartire non è mai facile da lì, ma dopo il pranzo in una gastronomia superaffollata di lavoratori, la strada ci ha richiamato a sé. Passato il palazzo Té, ci siamo infilati su un percorso ciclabile fatto di strade secondarie e tratti sterrati.

oad to imba mincio

Nel pomeriggio abbiamo così raggiunto Sabbioneta, una delle “città ideali” del Rinascimento e patrimonio UNESCO. È un luogo che sembra uscito da un modellino: tutto proporzionato, armonico, perfetto nella sua geometria.

road to imba lago mantova

road to imba sabbioneta

Qui l’aria odorava di fumo di legna e di pioggia in arrivo. E la pioggia, puntuale, è arrivata. Non una pioggerellina qualsiasi, ma un vero diluvio biblico.

I campi si sono trasformati in pantani e ogni sterrato è diventato un piccolo torrente. Abbiamo continuato a pedalare, ridendo e imprecando a intermittenza, fino a Motta Baluffi, prima tappa del viaggio. L’arrivo, fradici e infangati, è stato quasi eroico. Ma quella sensazione di fatica condivisa, di aver “portato a casa” la giornata nonostante tutto, è ciò che rende i viaggi in bici così diversi da un qualsiasi viaggio ontheroad.

road to imba fango

Giorno 2 – L’argilla e la pianura

La mattina dopo, il meteo non prometteva nulla di buono. Il terreno era un misto di fango e argilla: quella materia vischiosa che si attacca ai copertoni come colla e ti obbliga a scendere e spingere. Ogni metro era una lotta. Ci siamo impantanati, letteralmente, dopo 100 m di offroad.

Le bici pesavano il doppio, le scarpe si riempivano di fango fino alle caviglie. Ritrovato l'argine del grande fiume, ci siamo liberati del fango e abbiamo ritrovato il ritmo giusto. I canali, i filari di pioppi e i campanili lontani sembravano disegnare una linea guida invisibile verso ovest.

road to imba argine

A Cremona siamo arrivati stanchi ma felici. La città, con le sue piazze armoniose e la maestosa torre del Torrazzo, è uno di quei luoghi che meritano sempre una sosta.

Abbiamo evitato di attraversare il centro storico, perdendoci quell’atmosfera tranquilla da provincia lombarda che sa di liuterie, biciclette e silenzio, per proseguire lungo il Po. Da lì, puntando a nord, abbiamo raggiunto la foce dell’Adda, un fiume dal carattere diverso: più selvaggio, più incassato. Abbiamo seguito a ritroso la ciclovia dell'Adda che parte dalle Alpi, fino a Maleo, per poi deviare di nuovo verso il Po.

road to imba po

La sera siamo arrivati a Spessa, un minuscolo paese dove il tempo sembra fermo. Una doccia calda, un piatto abbondante e una birra hanno rimesso insieme corpo e spirito.

Giorno 3 – Da Spessa a Casale Monferrato: il respiro lungo della pianura

Il terzo giorno è stato quello della resistenza mentale. Quando viaggi in bici per più giorni, c’è sempre quel momento in cui la fatica accumulata comincia a bussare. Le gambe girano ancora, ma il corpo chiede tregua. Noi abbiamo risposto continuando a pedalare, come si fa sempre: con la testa.

road to imba pavia

L’ingresso a Pavia è stato un piccolo shock. Dopo tanta campagna, ritrovarsi nel traffico cittadino, tra il Naviglio Pavese, ponti e studenti universitari, è stato come tornare per un attimo alla vita normale. Ma attraversare la città da nord a sud, passando sul ponte coperto sul Ticino, è stato anche emozionante. E poi nel mezzo c'è stato l'incontro con Stefano, tanto fugace quanto intenso, con un caffè condiviso e un rapido racconto della sua città che mi sono ripromesso di tornare a visitare con più calma.

road to imba ponte pavia

Quel ponte, con le sue arcate e il fiume che scorre lento sotto, è un simbolo: un passaggio da una parte all’altra della pianura, quasi una soglia tra Lombardia e Piemonte.

Oltre Pavia, la pianura è tornata a dominare. Infinite distese di campi arati, qualche cascina isolata, strade bianche che sembrano non finire mai. L’autunno colorava tutto di giallo, ruggine e marrone. Le nuvole correvano basse, tagliate dal vento.

road to imba viale

road to imba borsa

Quando il sole ha cominciato a calare, davanti a noi è comparsa Casale Monferrato. L’arrivo al tramonto, con il fiume Po che rifletteva la poca luce arancione tra le nubi, è stato uno dei momenti più belli del viaggio. Ci siamo concessi una birra come aperitivo ai piedi della salita, al bar del mercato, osservando la vita che scorreva lenta intorno a noi. Ma la giornata non era ancora finita: da Casale abbiamo affrontato una salita ripida verso Treville, piccolo borgo appoggiato su una collina di vigneti ingialliti. Il paesaggio era puro Monferrato: colline dolci, filari ordinati e un silenzio pieno di storie.

road to imba birretta

road to imba monferrato

oad to imba vino

Giorno 4 – Ritorno al fiume e ingresso a Torino

La mattina dopo il cielo non dava tregua. Nuvole basse, grigie, e ancora pioggia. Quell’autunno aveva deciso di metterci alla prova fino in fondo. Abbiamo quindi scelto di tornare lungo il Po, preferendo la sicurezza dei suoi argini ai continui saliscendi delle colline. Una scelta di saggezza, più che di coraggio.

road to imba po

road to imba po

Il fiume, anche con il maltempo, aveva un fascino ipnotico. I rami trascinati dalla corrente, gli aironi immobili sulla riva, i silenzi interrotti solo dal rumore delle gomme sulla ghiaia bagnata. L’ingresso a Torino è stato maestoso. Le prime periferie, i viali alberati, e poi all’improvviso il fiume che si allarga, le colline a est, e la Mole Antonelliana che si staglia in lontananza come un faro urbano.

road to imba po

road to imba canale cavour

Il vento gelido che soffiava dal Monviso ha spazzato via le ultime nuvole, regalandoci finalmente un cielo terso. Torino in autunno è una città elegante e malinconica, perfetta da attraversare in bici. I parchi, i portici, le piazze sembrano costruiti apposta per chi ama muoversi lentamente.

Giorno 5 – Verso Pinerolo: l’ultimo atto

L’ultima giornata è stata quasi una passerella. Dopo tanta pianura, la vista delle montagne ha risvegliato energie nuove. Il sole era tornato e con lui un’aria limpida che rendeva tutto più nitido.

road to imba teatro torino

Siamo passati davanti alla Palazzina di caccia di Stupinigi, uno dei capolavori barocchi più spettacolari del Piemonte. Le curve della strada, le foglie dorate e il profilo della palazzina sullo sfondo hanno reso quel tratto uno dei più suggestivi del viaggio.

28 road to imba stupinigi

Da lì, continuando verso sud-ovest, siamo arrivati al Castello di Miradolo, dove si sarebbe tenuto l’IMBA Gathering, un raduno di appassionati di mountain bike e ciclismo lento. Lì abbiamo ritrovato altri ciclisti, ognuno con la propria storia, la propria strada percorsa per arrivare fin lì. È stato come chiudere un cerchio: dal silenzio dei campi padani al vociare allegro dei biker radunati sotto lo stesso tetto.

road to imba castello miradolo

Cosa resta dopo 500 chilometri

Un viaggio del genere non è solo una somma di tappe e chilometri. È un modo per leggere il territorio, per capirlo attraverso le sue sfumature, i suoi profumi, le sue strade secondarie.

La Pianura Padana, spesso percepita come piatta e monotona, in realtà si rivela piena di contrasti: la geometria perfetta dei canali, i paesaggi agricoli che cambiano colore con la luce, le città d’arte che spuntano come isole tra i campi, i piccoli paesi che vivono ancora un ritmo lento.

30 road to imba castello miradolo

La bici ti mette nella condizione ideale per vivere tutto questo. Ti obbliga a rallentare, ad ascoltare i suoni, a percepire i dettagli. Ti fa sentire parte del paesaggio, non semplice spettatore.

Ogni giorno è stato diverso: la calma della ciclabile del Mincio, la pioggia battente tra Sabbioneta e Motta Baluffi, le argille che si incollavano ai copertoni, il traffico di Pavia, il silenzio del Po, le luci di Torino al tramonto.

Tutto si è mescolato in un’esperienza che è andata oltre il semplice pedalare. E poi c’è il tema della compagnia. Condividere un viaggio così con amici vecchi e nuovi rende tutto più leggero, gestibile. Le risate, i momenti di sconforto, le birre a fine tappa, le foto sotto la pioggia: sono le cose che, a distanza di tempo, restano impresse più dei chilometri o delle altimetrie.

Un viaggio facile, ma non banale

Spesso si pensa che un percorso pianeggiante sia “facile”. In parte è vero: non ci sono grandi dislivelli, le strade scorrono lineari, i chilometri si macinano senza troppi ostacoli.

Ma la pianura ha le sue difficoltà sottili. Il vento contrario, la monotonia di certi tratti, la necessità di trovare punti di interesse lungo la via. E poi, in autunno, c’è la variabile del tempo: la pioggia, il freddo, la luce che cala presto.

Questo viaggio, da Peschiera del Garda a Pinerolo, può essere un ottimo itinerario per chi vuole affrontare il suo primo viaggio di più giorni in bici.

oad to imba tramonto

Si pedala quasi sempre su strade tranquille o ciclabili, con tante possibilità di fermarsi in città ricche di storia e cultura. La logistica è semplice: ogni 20-30 km si trovano facilmente alloggi, supermercati, trattorie, bar di paese dove fermarsi per una pausa o un pranzo.

Chi volesse replicarlo può pianificarlo in 5-6 giorni, a seconda del ritmo e del tipo di bici.

Le stagioni e i colori

Noi lo abbiamo fatto in autunno, e forse è stata la scelta migliore. Le colline del Monferrato, in questa stagione, sono un mosaico di colori caldi; i pioppi lungo il Po diventano dorati; i cieli bassi e carichi di pioggia danno un tono quasi cinematografico ai paesaggi. Ma anche in primavera il percorso deve essere splendido, con i campi in fiore e le giornate più lunghe.

L’inverno, invece, è per chi ama il silenzio assoluto e non teme il freddo: le strade sono deserte e la pianura si svuota, diventando quasi irreale.

26 road to imba tramonto torino

La filosofia del viaggio lento

Alla fine, quello che resta è la consapevolezza che viaggiare in bici non è solo spostarsi: è abitare i luoghi.

Ogni chilometro ti insegna qualcosa, ogni incontro ti cambia un po’. Ci sono viaggi più epici, con salite e panorami mozzafiato, ma anche viaggi semplici come questo riescono a farti sentire vicino all’anima del territorio.

road to imba gravel road

E quando, dopo giorni di pedalate, arrivi a destinazione e ti guardi indietro, capisci che non sei più lo stesso di quando sei partito. Hai attraversato l’Italia lentamente, hai respirato la sua umidità, ascoltato il rumore del vento nei pioppi, parlato con chi vive lungo i fiumi. Hai visto un pezzo d’Italia autentico, quello che si mostra solo a chi ha la pazienza di scoprirlo piano, al ritmo delle proprie gambe.

10 road to imba gravel road

Conclusione

Cinquecento chilometri dal Garda a Pinerolo non sono un’impresa sportiva, ma un viaggio che ti sveste. Ti toglie esigenze, necessità, facendoti ritornare all'essenziale. Un invito a riscoprire la semplicità del pedalare, il piacere di fermarsi in una piazza sconosciuta, di bere un caffè in un bar di paese e di osservare il mondo che scorre.

 
 
  • Borghetto sul Mincio: piccolo e raccolto ma da vedere
  • Mantova e il suo centro patrimonio UNESCO
  • Sabbioneta, città ideale sulle sponde del Po
  • Cremona, la città delle tre T
  • Pavia e il suo ponte coperto
  • il Monferrato e le colline di vigneti
  • Torino e i suoi palazzi sabaudi
  • il palazzo di caccia di Stupinigi
  • il Castello di Miradolo

Tappe e possibili soste

Noi abbiamo pedalato 5 giorni ma chi volesse un ritmo più rilassato può suddividere ulteriormente le prime due giornate, dormendo magari a Mantova o Sabbioneta e poi a Cremona o Pizzighettone.

Quale bici usare?

Il percorso alterna asfalto, strade bianche, argini fluviali e sterrati campestri.

Una gravel o una trekking bike con copertoni da 35-40 mm è la scelta ideale.

Con una bici da turismo classica si pedala bene, ma conviene evitare le varianti più fangose dopo piogge recenti.

Anche con una e-bike si può fare senza problemi: le salite sono brevi e la disponibilità di prese elettriche negli alloggi è ampia.

Segnaletica e orientamento

Non esiste un’unica “via ufficiale” dal Garda a Pinerolo, ma una combinazione di ciclabili note e strade secondarie.

Le principali infrastrutture cicloturistiche attraversate sono:

  • Ciclabile del Mincio (Peschiera – Mantova)
  • Argini del Po e del Crostolo (Mantova – Sabbioneta – Motta Baluffi)
  • Greenways dell’Adda e del Ticino (Cremona – Maleo – Pavia)
  • Percorsi del Monferrato e del Po piemontese (Casale – Chivasso – Torino)

Periodo consigliato

Primavera (aprile-giugno) e autunno (settembre-novembre) sono i periodi migliori: temperature miti, colori intensi e traffico ridotto.

In estate il caldo in pianura può essere opprimente, soprattutto nelle ore centrali.

In inverno, attenzione a nebbia e gelo mattutino: affascinante, ma serve equipaggiamento adeguato.

Ogni tappa offre molte opzioni di ospitalità cicloturistica, da agriturismi a B&B fino a ostelli e piccoli alberghi.

Alcune soste consigliate:

  • Mantova: ottima base se vuoi dividere la prima tappa; città d’arte con servizi completi.
  • Cremona o Pizzighettone: perfette per una notte tranquilla lungo il fiume.
  • Spessa o Broni: buone soluzioni a metà strada tra Lombardia e Piemonte.
  • Casale Monferrato / Treville: ideale per godersi la prima vista delle colline.
  • Torino: vasta scelta, perfetta per un giorno di pausa prima dell’ultimo tratto.

Molti alloggi sono “bike friendly”, con garage, piccole officine e prese per e-bike. Prenotare con un giorno di anticipo è sufficiente, anche in alta stagione.

Il percorso è ricco di bar, trattorie e supermercati. In media, trovi un punto di ristoro ogni 15-20 km.

Tra le specialità da non perdere:

  • Tortelli di zucca a Mantova
  • Mostarda e torrone a Cremona
  • Salame e vino rosso dell’Oltrepò Pavese
  • Krumiri e Barbera nel Monferrato
  • Gianduiotti e bicerin all’arrivo a Torino

Mangiare bene in viaggio, in Italia, è forse la parte più facile.

Ultima modifica: 31 Ottobre 2025
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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Grazie della bella descrizione... solo un piccolo appunto: Ci stava anche la citazione di Felice Gimondi, campione del Mondo e ...
Ciao Leo,
innanzitutto grazie per i mille spunti che ho preso dal vostro sito!
A gennaio vorrei fare un giro in Oman, ...
bravo Leo, ottimo confronto! 
P.S. io sono utente molto contento di Ride with GPS, anche se penso di saperlo usare al ...
Buon giorno e grazie per il racconto. Sarebbe possibile avere i tracciati gps del tour?
Grazie