Il Friuli-Venezia Giulia è una regione ricca di alternative, soprattutto per coloro che amano il cicloturismo e i viaggi all’avventura in sella alla propria bici. Ecco perché oggi proporremo un itinerario molto particolare da vivere sulle due ruote e che ci porta a Gorizia direttamente da Kanal, in Slovenia.
È un percorso in genere molto conosciuto, specialmente tra gli appassionati di turismo in bicicletta, e questo perché è in grado di conquistare chiunque lo percorra con scorci davvero indimenticabili. Vediamo quindi l’itinerario consigliato per chiunque voglia vivere questa esperienza e alcuni consigli utili su come affrontarlo.
La ciclabile dell’Isonzo e il suo percorso
Immagina di trovarti immerso in una luce liquida, dove ogni riflesso sembra vibrare di mille tonalità di verde, turchese e smeraldo. Il silenzio è rotto solo dal fruscio delle ruote sull’asfalto e dal canto dell’acqua che scorre accanto a te, limpida, impetuosa, viva. È una sensazione quasi irreale, eppure concreta, fatta di profumi di bosco, di vento sul viso e di quella libertà che solo la bici sa regalare.
Benvenuto sulla Ciclovia dell’Isonzo, o meglio, del Soca, come lo chiamano i suoi abitanti sloveni. Un itinerario che unisce due Paesi, due culture e due modi diversi di raccontare la stessa valle. Un percorso breve, ma intensissimo, che ti accompagna lungo uno dei fiumi più belli d’Europa, in uno scenario che sembra davvero uscito da una tela impressionista.

Dove inizia il viaggio
Il punto di partenza da cui ho iniziato io l'itinerario è Plave, un piccolo villaggio sloveno adagiato sulle rive del Soca.
Qui il fiume, dopo essersi lasciato alle spalle le valli alpine più strette e tortuose, inizia ad allargarsi, incastonandosi tra colline verdi e pareti di roccia calcarea. Se vuoi allungare un po’ la pedalata, puoi partire anche da Kanal, circa nove chilometri più a monte, punto in cui di solito viene individuata la partenza della ciclovia: in questo caso percorrerai un tratto su strada secondaria, non completamente in sede protetta, ma comunque tranquilla e immersa nel paesaggio rurale.
Pedalare da Kanal a Plave significa già entrare in sintonia con il fiume. Ti accompagna il rumore dell’acqua, a tratti dolce, a tratti impetuoso, mentre le anse del Soca si fanno strada tra campi e boschi. È un buon modo per scaldare le gambe e lo spirito, prima di immergerti nel cuore del percorso ciclabile vero e proprio.
Il fascino del Soca
Il Soca nasce tra le montagne del Tricorno (Triglav), il massiccio più alto della Slovenia, e si getta nell’Adriatico dopo aver attraversato il confine con l’Italia, dove diventa Isonzo.
È un fiume leggendario, famoso per il suo colore quasi irreale, una sfumatura di turchese che cambia a seconda della luce, dell’ora del giorno e della stagione.
Molti viaggiatori lo definiscono “il fiume smeraldo”, e non a caso: nelle sue acque si specchiano le foreste dei monti, i ponti sospesi e le vecchie linee ferroviarie che ancora oggi seguono il suo corso. È un fiume che ha visto guerre e confini, ma oggi è diventato un simbolo di unione e di pace, un legame liquido tra due Paesi che condividono la stessa valle.
La ciclabile: un piccolo gioiello naturalistico
Da Plave, la ciclovia dell’Isonzo/Soca si snoda sulla riva destra del fiume, seguendo una pista asfaltata e protetta che corre tra i boschi decidui e le pareti rocciose.
È un continuo saliscendi dolce, mai impegnativo, che ti permette di godere del panorama senza distrarti troppo dalla pedalata. A ogni curva si apre una nuova prospettiva: ora il fiume si mostra largo e tranquillo, con piccole spiagge di ghiaia bianca dove fermarsi a riposare; ora scompare tra le rocce, trasformandosi in un torrente impetuoso. In primavera e in autunno i colori sono un’esplosione: il verde intenso delle foglie, il giallo dei fiori di campo, il blu dell’acqua e, in lontananza, il grigio-azzurro delle montagne che incorniciano la valle.
Lungo il percorso si trovano alcuni punti panoramici spettacolari, perfetti per scattare foto o semplicemente per restare qualche minuto in silenzio. Non c’è bisogno di avere una bici da corsa: qualunque bici va bene, anche una city bike o una gravel. Il fondo è buono e il traffico praticamente inesistente.

Il ponte sospeso di Solkan
Dopo alcuni chilometri immersi nel verde, la ciclabile ti regala il suo momento clou: la passerella panoramica che attraversa la valle del Soca poco prima di arrivare a Solkan.
È un ponte sospeso moderno, costruito per i ciclisti e i pedoni, da cui si gode una vista mozzafiato sul fiume e sulla ferrovia di Bohinj, una delle più suggestive d’Europa.
Qui puoi fermarti, appoggiare la bici alla balaustra e guardare verso valle: il Soca scorre decine di metri più in basso, mentre poco distante si staglia il viadotto ferroviario di Solkan, un’opera d’ingegneria d’inizio Novecento con il più grande arco in pietra al mondo.
Se passa un treno proprio in quel momento, il rumore metallico si fonde con quello dell’acqua e crea un effetto quasi cinematografico.

L’arrivo a Nova Gorica
Dopo Solkan, la ciclabile prosegue ancora per pochi chilometri fino a Nova Gorica, una città moderna e vivace che rappresenta il volto sloveno della “doppia città” di confine con Gorizia. Le due città, un tempo divise da un filo spinato, oggi sono praticamente unite: una piazza pedonale segna il punto esatto in cui passa la frontiera, e puoi letteralmente attraversarla in bici con un colpo di pedale.
Seguendo il corso del fiume e la ferrovia che ti accompagna quasi come un filo conduttore, arrivi dolcemente al confine. Non serve fermarti: l’Europa qui è una linea invisibile, un simbolo di libertà e di apertura.
Gorizia e la conclusione del viaggio
Appena entri in Italia, cambia la lingua dei cartelli, ma non il paesaggio. Il fiume continua il suo cammino, ora con il nome di Isonzo, e tu puoi seguirlo ancora un po’ lungo le stradine tranquille che portano al centro di Gorizia.
È una città elegante, con un centro storico ricco di palazzi asburgici e un’atmosfera sospesa tra due culture. Se hai ancora un po’ di energie, ti consiglio di salire fino al Castello di Gorizia.
È una salita breve ma intensa, e quando arrivi in cima la fatica scompare: da lassù puoi ammirare tutto il percorso che hai appena fatto, la valle che si apre verso la Slovenia e le colline che accompagnano il corso del fiume. È il punto perfetto per chiudere l’itinerario, magari con una foto o semplicemente un momento di quiete.

Quando partire e cosa aspettarti
La ciclovia dell’Isonzo/Soca è percorribile praticamente tutto l’anno, ma il periodo migliore è da aprile a ottobre. In primavera troverai i boschi in fiore e un fiume gonfio d’acqua, in estate potrai approfittare delle sue piccole spiagge per rinfrescarti, e in autunno il foliage trasforma la valle in un’esplosione di colori caldi e dorati. Il percorso è breve, circa 15-23 km a seconda del punto di partenza, ma è uno di quegli itinerari che si gustano lentamente.
Non è una tratta da fare di fretta: ogni curva, ogni scorcio, ogni riflesso sull’acqua merita di essere osservato. È perfetto per chi viaggia in famiglia, per chi cerca una giornata rilassante o per chi vuole inserire un tratto di grande fascino all’interno di un viaggio più lungo in bicicletta tra Slovenia e Friuli Venezia Giulia.
Un itinerario simbolico
Pedalare lungo il Soca/Isonzo non è solo un’esperienza paesaggistica: è anche un viaggio nella storia d’Europa.
Queste colline e questi ponti sono stati testimoni di alcuni dei momenti più drammatici della Prima Guerra Mondiale, quando il fiume segnava la linea del fronte. Oggi, invece, unisce: è diventato un simbolo di pace e di collaborazione transfrontaliera.
In molti punti troverai pannelli informativi che raccontano la storia del territorio, dai ponti distrutti e ricostruiti alle vecchie linee ferroviarie usate per il trasporto militare. Ma il tono non è mai malinconico: qui si respira soprattutto il senso della rinascita, della vita che scorre di nuovo libera come il fiume.
Natura e fotografia
Per chi ama la fotografia, questa ciclovia è un paradiso visivo. La luce che filtra tra le foglie, i riflessi sull’acqua, le sfumature di verde e azzurro cambiano a ogni ora del giorno.
Se ti piace giocare con le inquadrature, porta con te una macchina fotografica o semplicemente lo smartphone: potrai catturare scorci che sembrano davvero pennellate d’artista.
Al mattino presto, quando la nebbia si alza dal fiume, il paesaggio è etereo, quasi magico. A metà giornata la luce diventa più intensa e mette in risalto il colore dell’acqua, mentre al tramonto tutto si tinge di arancio e oro. È il momento perfetto per scattare qualche foto o per sederti su una roccia e goderti lo spettacolo in silenzio.
Un itinerario per tutti
La Ciclovia dell’Isonzo/Soca è adatta a tutti: cicloturisti esperti, famiglie, viaggiatori curiosi e anche a chi è alle prime armi.
La pendenza è minima, il fondo è ottimo e la segnaletica chiara. Puoi percorrerla in entrambe le direzioni, ma il senso da Plave verso Gorizia è quello più suggestivo, perché segue il flusso naturale del fiume e regala scorci panoramici via via più ampi.
Lungo il percorso troverai aree di sosta, panchine, fontane e piccoli chioschi dove fermarti per un caffè o una bibita. In estate, alcuni tratti del fiume sono balneabili, anche se l’acqua resta sempre fresca: un tuffo veloce può essere una ricarica perfetta.
Come proseguire il viaggio
Se hai voglia di continuare a pedalare, da Gorizia puoi collegarti facilmente ad altri itinerari ciclabili: verso nord c’è la Ciclovia Alpe Adria, che sale fino a Tarvisio e poi scende verso l’Austria; verso sud puoi seguire la Greenway del Carso o il Cammino Celeste.
In Slovenia, invece, puoi proseguire lungo la Soca Trail, un percorso più impegnativo ma spettacolare che risale la valle fino a Bovec, tra ponti sospesi e rapide da rafting.
- Consiglio pratico: se vuoi percorrerla, porta con te il GPS o scarica la traccia: anche se la segnaletica è buona, alcuni raccordi con la strada secondaria possono confondere.
Tutti gli appassionati saranno contenti di sapere che la Ciclovia dell’Isonzo verrà presto ampliata, visto che sono già stati avviati i lavori per completare la tratta da Turriaco a San Canzian d’Isonzo. Si tratta infatti di una delle tappe attualmente più pericolose del percorso, quindi si parla di un’ottima notizia per chi vorrà percorrerlo in sicurezza.
Il tutto, grazie anche l’accordo raggiunto fra il Friuli Venezia Giulia e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, grazie al quale verrà messo a disposizione un finanziamento di 250 mila euro per il completamento del progetto della Ciclovia. Ancora una volta verranno affrontati due aspetti chiave: da un lato l’implementazione di nuove tratte, dall’altro la messa in sicurezza di quelle esistenti. 
Come organizzare il viaggio
Per chi ha deciso dunque di provare a intraprendere questo percorso, è bene innanzi tutto sapere che negli ultimi mesi la Regione ha attivato un’interessante promozione turistica che rende possibile viaggiare gratuitamente in treno con la propria bici per tutto il Friuli Venezia Giulia.
Si tratta nello specifico della FVGCard, che permetterà ai cicloturisti di trasportare gratuitamente sui treni regionali le proprie biciclette.
Se dunque non siete intenzionati a partire o arrivare in una grande città come Gorizia ma volete iniziare il vostro viaggio da qualche piccolo paese, il treno diventa un’opzione da prendere assolutamente in considerazione: attenzione però a controllare le tratte e gli orari magari utilizzando siti come virail.it, che vi permetterà di vagliare comodamente le diverse opzioni a vostra disposizione.
Una volta scelto come e dove iniziare il viaggio, individuate il mese più adatto con attenzione. Ottobre e novembre, in particolare, per percorrere il tratto descritto poco sopra, soprattutto per chi ama le atmosfere magiche tipiche dell’autunno.
La Ciclovia dell’Isonzo può essere un percorso magico, soprattutto in determinati periodi dell’anno: bisogna però stare attenti a organizzare con attenzione il proprio viaggio.


































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