La val d'Ega è una delle valli più accessibili dell'Alto Adige, situata a est di Bolzano e ai piedi dei gruppi dolomitici più occidentali della provincia. I pendii dolci, le numerose strade forestali e i panorami aperti la rendono il terreno perfetto per pedalate gravel mai troppo estreme.
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Conoscendo già abbastanza la zona nord-orientale, spesso pedalata nel giro del Latemar che ho fatto in diverse occasioni, questa volta ho deciso di concentrarmi sul ponente e ho scelto come base di partenza Monte S. Pietro, un piccolo paesino a pochi passi da uno dei luoghi di culto simbolo di quest'area, il Santuario mariano di Pietralba.
Da Monte S. Pietro al passo Lavazé
Rifornita di acqua fresca la borraccia, lascio il paesino mentre le campane suonano messa e seguo per qualche centinaio di metri in discesa la provinciale 72 in direzione di Nova Ponente. Appena oltre la prima curva sulla destra si stacca una forestale piuttosto pendente che fa parte anche della via Crucis proveniente da Laives e culminante al Santuario della Madonna di Pietralba, che raggiungo velocemente dopo un paio di rampe.
Avrò occasione di visitare il santuario al rientro e così proseguo nel giro, tenendo la sinistra prima della stanga del parcheggio. La forestale larga e ben battuta scende un po' fino a un bivio: proseguendo dritti si raggiunge con una breve risalita la chiesetta di S. Leonardo che offre un bel panorama sulla valle e sulle montagne di confine con la Ötztal.
Rientrato al bivio, si tiene ora la sinistra in discesa per infilarsi nella stretta valletta. Un ponte in legno segna la fine della discesa e l'inizio della dolce risalita sul pendio scavato nella roccia. In poco tempo si raggiungono le prime abitazioni di Nova Ponente, ai piedi del monte Daum.
Una brusca inversione, di nuovo su asfalto, mi fa risalire un po' verso la malga di monte Lavina che però raggiungerò solo alla fine del giro, rientrando più in alto. Ora svolto a sinistra su sterrato per infilarmi nella valle del rio Nero e iniziare in breve una risalita a strappi sul percorso indicato con il numero 9 che mi conduce fino in prossimità di malga Costa. La rampa finale in cemento mi porta fuori dalla valle e il panorama si apre.
A oriente si inizia ad ammirare il profilo seghettato del gruppo del Latemar e, più in lontananza quello del Catinaccio. I denti di Terra Rossa introducono, più a nord, l'altopiano dello Sciliar.
La strada ora sale dolce e mentre fino ad ora non avevo incontrato praticamente nessuno, qui le tante persone passeggiano verso la malga. Il passo Lavazé è ormai nel mirino e ci si arriva su un prato aperto che permette di osservare in tutta la loro isolata bellezza i due coni del Corno Nero e Corno Bianco.
Passo degli Oclini in gravel
Dal laghetto al passo si entra nel parcheggio e si deve tenere la sinistra per evitare la pista di skiroll, ritrovando la strada per poche centinaia di metri.
Appena oltre malga Varena si tiene la destra di nuovo su sterrato. Il percorso prosegue passando per malga Ora e gode di un'ottima visuale sui corni che sorvegliano il passo degli Oclini. Oltre la malga ti consiglio di tenere la strada anche se c'è un sentiero ma molto pendente e sconnesso soprattutto per una gravel bike.
Giunti al passo si tiene la destra sulla strada che taglia in costa sotto al corno Bianco. Il panorama da qui è maestoso e si vedono bene i due gruppi dolomitici già citati.
Si raggiunge poco dopo il punto più alto dell'itinerario e la discesa potrebbe concederti di tagliare di molto l'itinerario e arrivare subito alla malga Neuhutt (Capanna Nuova) ma in un'ampia radura si tiene la sinistra su una traccia di strada che porta sul margine del canyon del Blätterbach, noto anche come gola del rio delle Foglie.
Sempre su forestali ampie e pedalabili, con panorami anche sulle alpi di confine più a nord, si scende verso monte San Pietro dove, se si è appagati, si può arrivare in pochi minuti scendendo sulla provinciale poco oltre Aldino.
L'anello nell'anello fino a malga Capanna Nuova
Io decido di affrontare l'unico tratto di sentiero della giornata lasciando la strada e risalendo un breve percorso nei pressi della località Lerch.
Il sentiero non è troppo impegnativo, a parte il tratto finale di poche centinaia di metri che con una gravel potrebbero risultare un po' sconnesse. In fondo al sentiero si inizia a risalire a destra, con stappi anche duri. A un quadrivio si tiene la destra (dritti si rientrerebbe a monte S. Pietro) iniziando la dolce risalita che conduce verso l'ultima meta di giornata, malga Capanna Nuova.
I panorami sulle Dolomiti lungo la strada qui svelano anche la Regina, la Marmolada, che spunta tre i due gruppi (Latemar e Catinaccio) qui più aperti. La risalita qui è dolce e il fondo perfetto perciò non si fatica più di tanto.
Uno strudel di ricotta stellare e una radler dissetante sono la degna ciliegina sulla torta di questo anello che si conclude con una picchiata sul Santuario di Pietralba e un breve tratto nel bosco che riporta al punto di partenza.
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