Partendo dal cuore di Trieste è possibile percorrere la val Rosandra in bici, inoltrandosi in un paesaggio carsico inaspettato, un ambiente costituito da forre, rocce e grotte ancora da esplorare. Si pedala su una vecchia ferrovia, oggi diventata ciclopedonale Giordano Cottur, in onore dell'illustre cittadino ciclista che terminò il giro d'Italia per due volte terzo dietro a Coppi e Bartali.

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Storia della vecchia ferrovia della Val Rosandra
In questa vallata di confine, condivisa da Italia e Slovenia, tra il 1885 e il 1887 l'Impero austro-ungarico realizzò un troncone ferroviario per collegare l'attuale capoluogo del Friuli Venezia Giulia alla già esistente ferrovia transalpina tra Gorizia e l'Istria. La linea fu attiva fino al 1958; i binari vennero rimossi nel 1966.
La val Rosandra è una avvallamento poco abitato che collega la città di Trieste, adagiata sulla costa del mar Adriatico, a Hrpelje-Kozina, in territorio sloveno. L'area, caratterizzata da un intenso carsismo che decreta la conseguente presenza di grotte e anfratti sotterranei, per secoli è stata percorsa da un'importante rotta commerciale dove transitavano i mercanti di sale e spezie.
La valle, scavata dal torrente Rosandra, l'unico corso d'acqua di grande portata a scorrere superficialmente nel Carso, nel XIX secolo fu territorio fertile per la realizzazione di un troncone ferroviario che potesse connettere l'elegante Trieste alla già presente linea ferroviaria Transalpina e completare quindi la strada ferrata tra Vienna e Venezia.

L'Impero austro-ungarico assunse oltre 2500 operai per la creazione, in soli due anni, dell'opera ingegneristica nella vallata. La ferrovia, oggi diventata pista ciclabile della Val Rosandra, fu completata rapidamente, ma i lavori furono fin da subito difficoltosi a causa del terreno carsico: accadde, per esempio, che durante l'innalzamento di una massicciata si aprì una grossa voragine e tre operai furono inghiottiti dalla terra per sempre.
Nel 1887 la linea venne inaugurata ma, negli anni che seguirono, non venne mai sfruttata al meglio delle possibilità. Le due guerre mondiali, l'annessione di Trieste e del Friuli Venezia Giulia all'Italia, lo sviluppo del trasporto su gomma e altre vicissitudini portarono, come anche per molte altre ferrovie italiane, a un lento abbandono della ferrovia che venne prima soppressa nel 1958 e poi disarmata definitivamente qualche anno dopo, nel 1966.

Ciclopedonale Giordano Cottur da Trieste
Non lontano dal foro romano e dal castello di San Giusto di Trieste prende il via la ciclopedonale Giordano Cottur, percorso dedicato al ciclista professionista giuliano che si piazzò tre volte terzo al Giro d'Italia tra il 1938 e il 1950 dietro ai mitici Coppi e Bartali. L'itinerario ciclabile Val Rosandra inizia nel quartiere di San Giacomo e, lentamente, ripercorre i 18 km del vecchio tracciato ferroviario Trieste - Erpelle Cosina, valicando il confine con la Slovenia.
La traccia che trovi da scaricare, che personalmente ho pedalato durante la mia pedalata sul Friuli-Venezia Giulia bike trail, è interamente in territorio italiano, parte dalla stazione di Trieste e segue ciclabili urbane e percorsi secondari per raggiungere la partenza della ciclopedonale e concludersi alla vecchia stazione di Draga Sant'Elia. Puoi proseguire anche in territorio sloveno sul percorso della ex-ferrovia della Val Rosandra fino a Kozina-Hrpelje
Partendo dalla stazione di Trieste, si passa sul lungomare, seguendo un percorso ciclabile nel cuore cittadino e successivamente si guadagna dolcemente quota attraverso le palazzine e le abitazioni del capoluogo fino a raggiungere l'imbocco della ciclopedonale Giordano Cottur, dopo circa 7 km di pedalata urbana.
Da qui ci si allontana dal caos cittadino per immergersi nella natura carsica della zona di confine e la sensazione è di poter respirare ancora a pieni polmoni. 
Dopo i primi quattro chilometri di percorrenza dell'ampia pista ciclabile della Val Rosandra, all'altezza dell'abitato di Altura, l'asfalto lascia spazio allo sterrato e lo scenario cittadino resta alle nostre spalle.
L'ambiente cambia progressivamente e la vecchia ferrovia regala qualche scorcio sfuggente su una Trieste che sembra già lontana e sul Mediterraneo.
Con un po' di attenzione, tra la vegetazione limitrofa al percorso, è possibile scorgere i resti di qualche vecchia stazione ed è curioso provare a immaginare il viaggio dei convogli che trasportavano giorno dopo giorno le allegre contadine con il volto arrossato dal sole e le gerle piene di vino e prodotti della terra verso la città.


Nel polmone verde della riserva sulla ciclabile della Val Rosandra
La val Rosandra in bicicletta continua a sorprendere i visitatori e, dopo aver lasciato il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, ci si trova a percorrere alcune brevi e suggestive gallerie illuminate, tunnel scavati nella roccia del Carso quasi due secoli fa, su un fondo sistemato di recente e oggi ben compatto.
I continui viadotti sospesi sulle forre celate dalla vegetazione mostrano la vallata da un punto di vista insolito e risulta impossibile restare indifferenti.

La vecchia ferrovia costeggia gli abitati di San Giuseppe della Chiusa e di Sant'Antonio in Bosco prima di inoltrarsi nella parte più selvaggia dell'itinerario, quella che anticipa l'arrivo a Draga Sant'Elia.

Tra una galleria e qualche sporadico vigneto, aguzzando la vista, dalla parte opposta della vallata si può scorgere la chiesetta di Santa Maria in Siaris (Marija na Pečah in sloveno). Una leggenda racconta che l'edificio religioso del XIV secolo sia stato fatto edificare da Carlo Magno. Il luogo sacro è raggiungibile solo a piedi e ancora oggi, dopo secoli, è meta di pellegrinaggi.

Prima di giungere a Draga Sant'Elia, la zona più incontaminata della val Rosandra appare come un luogo dove godere pienamente del silenzio della natura, un angolo naturale dove sono state scoperte innumerevoli grotte recondite.


Da Draga Sant'Elia verso la Slovenia
Draga Sant'Elia, 58 abitanti e una location di tutto rispetto nella conca, è una frazione del comune di San Dorligo della Valle, il municipio più orientale della regione.

Il villaggio è davvero piccolo e rappresenta il punto terminale della percorso ciclopedonale Giordano Cottur in Italia. Prima di lasciarlo per proseguire il viaggio, consiglio di riempire le borracce con acqua fresca e mangiare un piatto tipico all'ombra dell'accogliente pergola della rinomata Locanda Mario.

L'itinerario della vecchia ferrovia della val Rosandra continua in direzione della Slovenia attraversando campi coltivati e il rio del Sangue, corso d'acqua dal nome decisamente agghiacciante.
Continuando a pedalare ci si trova a passare in prossimità della chiesetta di Sant'Elia, la stessa che attribuisce l'appellativo alla frazione di Draga. L'edificio è parte del comune di Erpelle-Cosina, il primo centro sloveno dopo il confine.

L'ultima parte del tracciato accompagna il cicloviaggiatore a Erpelle-Cosina (Hrpelje-Kozina), il capolinea della vecchia ferrovia della val Rosandra fino al 1958 e oggi uno dei principali confini tra l'Italia e la Slovenia.


























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