Un anello breve ma intenso, con salita degna delle più toste arrampicate offroad e discesa su strade pendenti e sorprendenti, in una zona ancora non troppo affollata delle Dolomiti fassane, nonostante la devastazione degli impianti di risalita abbia raggiunto anche questo angolo di paradiso. Si sale dalla malga Jumela fino alla sella Brunech per scendere dal Ciampac verso Alba e rientrare a Pozza da percorsi di fondovalle.
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Scaldare la gamba in Val di Fassa
Noi decidiamo di partire da Campitello di Fassa, stesso punto di partenza del Giro del Sassolungo affrontato il giorno precedente, dato che per quest'anno l'impianto di risalita che porta al Col Rodella è chiuso e quindi il parcheggio antistante è liberamente accessibile. Dirigendosi verso valle, appena fuori dal parcheggio teniamo subito la sinistra orografica, imboccando la strada sterrata che costeggia l'Avisio. Manterremo questo versante della valle per tutto il tempo, evitando di spostarci sulla ciclabile che più avanti si sposta a destra.
In questo modo dovremo anche affrontare una breve risalita per la presenza di un albero caduto sul percorso più basso, ma saremo fuori dal traffico cicloturistico che nei mesi estivi affolla la pista ciclabile della val di Fiemme e Fassa.
Pedaliamo per circa 6 chilometri prima di raggiungere un Adventure Park immerso tra gli abeti, all'altezza di Pera, poco prima di raggiungere Pozza di Fassa.
Malga Jumela e Sella Brunech: una salita per scalatori veri
Passato il parco avventura, proseguiamo tenendo la sinistra e proprio qui inizia la salita che ci condurrà prima a malga Jumela e poi in Val Jumela.
Si inizia subito a salire con pendenze impegnative e la doppia cifra resterà una costante per tutto il percorso di salita. Le prime pedalate si affrontano nel bosco ma giunti sopra la val San Nicolò, sede di un altro nostro giro di qualche anno fa, il tracciato si apre un po' e di fronte a noi appare imponente il gruppo dei Monzoni.
I tornanti illudono di poterci dare un po' di respiro ma le pendenze anziché addolcirsi aumentano e nemmeno il cemento può aiutare più di tanto a mantenere la sella. Alcuni tratti vanno affrontati a spinta se hai una muscolare mentre io che oggi pedalo in ebike riesco a mantenere la sella. Guadagnamo quota rapidamente
Dopo 4 chilometri, incassata nel Ciamp de Vich, appare la malga Jumela dove si può sostare e ristorarsi anche con delle ottime torte fatte in casa. Noi per stavolta ci accontentiamo dei nostri averi e ripreso fiato riprendiamo la salita. Subito una rampa impossibile ci costringe a scendere e capiamo che per raggiungere la quota massima ci sarà da sudare.
Si sale a strappi e poco più avanti il percosro si unisce alla forestale che sale dal Buffaure (è un'alternativa di salita non meno pendente!). La vallata si apre in praterie d'alta quota su cui putroppo anche qui troneggiano impianti di risalita molto impattanti. Il panorama però resta spettacolare e voltandosi verso sud-ovest dietro ai Monzoni inizia a intravvedersi tra le nuvole il Latemar.
Più a sud il col di Margherita e il Lagorai si mostrano di tanti in tanto tra le nubi. Noi proseguiamo e raggiungiamo l'ultimo chilometro che, ancora una volta, in muscolare andrà fatto a spinta mentre si riuscirà a pedalare con la ebike. Il fondo è particolarmente ghiaioso e questo complica le cose.
Dopo 8 chilometri e oltre 1000 m di dislivello raggiungiamo la sella Brunech (2428 m) e ci godiamo il panorama a 360°.
Picchiata al Ciampac e fino a Alba
Prima di affrontare la discesa sul versante opposto, ammiriamo la Marmolada di fronte a noi, che par di toccarla! Il gruppo del Sella si intravvede di fronte a noi ma la sua sagoma si staglierà in tutto il suo splendore poco dopo, dalla sella di Ciampac.
Per raggiungerla ci tuffiamo in una discesa che definire pendente è un eufemismo. Il ghiaino sulla strada ci mette in difficoltà ma in men che non si dica, sfruttando anche il prato sul ciglio della strada, raggiungiamo gli ampi prati dominati dalla cima Colac.
Le due alternative di discesa sono il sentiero Titans da poco affrontato anche nella coppa del mondo enduro o la forestale che segue in parte le piste da sci. Dopo aver provato un primo tratto sul sentiero, decidiamo di spostarci sulla forestale perché per oggi siamo sufficientemente provati e vogliamo evitare di farci del male. Il percorso del Titans è pieno di radici e sassi, molto scavato dopo le gare, quindi se decidi di affrontarlo sappi che dovrai possedere delle ottime doti di guida. Se così fosse, è sicuramente un'alternativa più divertente di discesa!
Noi risaliamo un po' il pendio e ritoviamo la forestale che in men che non si dica ci conduce a Alba, da dove ritroviamo la ciclabile fino al punto di partenza di questo anello MTB intenso ma superpanoramico nelle dolomiti della val di Fassa.
La Val di Fassa è un vero paradiso per la MTB. Se stai cercando altri itinerari fuoristrada puoi dare un'occhiata ai percorsi in bici in val di Fassa.
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