Il giro del Sassolungo in mountain bike è un itinerario fuoristrada mediamente impegnativo ma di grande bellezza, un classico per chi ama la Natura e le vette dolomitiche. Partendo da Canazei o Campitello, in Val di Fassa, si risale la suggestiva Val Duron fino all'omonimo passo da dove si potrà scendere sull'Alpe di Siusi e raggiungere il monte Pana.Ci si ritroverà ad ammirare le cime candide del gruppo del Sella, delle Odle e l'altopiano dello Sciliar in un susseguirsi di divertenti saliscendi e scorci mozzafiato. Ungi la catena, gonfia le gomme e preparati ad affrontare uno dei percorsi MTB più spettacolari delle Dolomiti.
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Immersi nella Val Duron
Dal centro di Canazei, Cianacéi in lingua ladina, inizia questo itinerario MTB (ma fattibile in gravel senza la discesa su sentiero finale) ad anello intorno al Sassolungo, uno dei massicci più suggestivi delle Dolomiti. Dalla località della Val di Fassa si segue la pista ciclabile lungo il torrente Avisio fino al paese di Campitello di Fassa. Da Piaz de Ciampedel si costeggia il Ruf de Duron per poi svoltare subito a destra seguendo le indicazioni per la Val Duron.
La strada, ancora asfaltata, guadagna da subito quota oltrepassando la località Pian e regalando i primi scorci sulla vallata sottostante e sui picchi dolomitici del gruppo della Marmolada che si stagliano all'orizzonte. I prati che lambiscono la strada sono in piena fioritura e tra i numerosi esemplari di flora spiccano le sagome dei gigli di San Giovanni.
A 1550 m l'asfalto si trasforma in facile sterrato che, con costanza, sale nel bosco. Un brusco cambio di pendenza ci obbliga ad avanzare in piedi sui pedali mentre i raggi caldi del sole filtrano dalla vegetazione alpina. Rapidamente, senza quasi neanche accorgercene, raggiungiamo il Rifugio Micheluzzi a quota 1860 m. La vallata da qui in avanti si apre in tutta la sua bellezza facendoci restare letteralmente a bocca aperta.
La Val Duron, percorsa dal Rio Duron, si insinua tra le montagne terminando con un'ultima salita al passo omonimo. Percorrendola in bicicletta si possono ammirare i Denti di Terrarossa con il loro inconfondibile profilo seghettato, le vette del Catinaccio tra le quali spiccano le Torri del Vajolet e poi, con la loro costante presenza, i massicci del Sassolungo e del Sasso Piatto. In questa vallata fiabesca punteggiata da baite in legno e pietra il tempo sembra essersi fermato in un istante di assoluta bellezza.
Il Passo Duron e le alternative
Acuti gridi ci richiamano alla realtà: l'area è abitata da centinaia di marmotte che, spaventate dal nostro passaggio. lanciano senza timore l'allarme. Un ultimo sguardo al Catinaccio prima di iniziare l'ultimo tratto di ascesa al Passo Duron, 2204 m di quota, meta di molti escursionisti e bikers sulle Dolomiti. Una sosta per respirare appieno la Natura selvaggia che ci circonda è d'obbligo prima di riprendere il giro del Sassolungo in MTB.
Qui le alternative si sprecano e i percorsi si dividono. La traccia rappresenta il percorso più gravel, quello che ho seguito l'ultima volta e che scende in Alto Adige sulla strada verso l'altopiano dello Sciliar. Mentre la volta precedente avevo tenuto la destra in salita, seguendo il sentiero stretto e sospeso sulla sottostante Val Duron, un trail impegnativo ma allo stesso tempo incredibilmente emozionante, il 4-594.
Alternativa I: iI sentiero sospeso verso il rifugio Sassopiatto
La prima volta che ho percorso il giro del Sassolungo in MTB abbiamo seguito, dal passo Duron, il sentiero 4-594.
Nonostante fosse un giorno feriale di giugno il sentiero era già battuto da diversi escursionisti di lingua tedesca che, come noi, avevano scelto un periodo caldo ma non ancora così affollato come quello dei successivi mesi estivi. Il tracciato taglia la montagna in quota tra brevi saliscendi, anche ripidi e sconnessi, tratti a piedi, passaggi di cancelletti chiusi e incontri, a tu per tu, con mucche e asinelli.
Dagli oltre 2000 metri di quota il panorami sono emozionanti: la Madre Terra è stata estremamente generosa con il Trentino e l'Alto Adige e noi non possiamo che esserne felici.
Impieghiamo quasi un paio di ore per coprire la breve distanza tra il passo Duron e il Rifugio Sassopiatto, ma il luogo è così incantevole da costringerci a soste fotografiche continue.
Il rifugio, di recente ristrutturazione, sorge in una posizione privilegiata dove fermarsi per una sosta. Dall’edificio in legno svoltiamo a sinistra per scendere lungo una forestale ghiaiosa e, a tratti, alquanto pendente. Abbiamo sconfinato in Alto Adige e l’altopiano di Siusi ci fissa immobile mentre lo costeggiamo. Seguiamo i cartelli proseguendo verso nord, sotto le pendici settentrionali del massiccio del Sassopiatto in un tripudio di colori primaverili.
Qui trovi la traccia GPS di questo percorso mentre in alto trovi quella dell'alternativa più "bassa":
Alternativa II: sterrate verso malga Zallinger
In un'altra giornata invece il percorso che ho seguito per chiudere l'anello del Sassolungo con un tragitto più adatto alla gravel, almeno fino al passo Sella, prevede di scedere dritti in Alto Adige dal Passo Duron per poi tenere presto la destra, con il massiccio proprio davanti a sé. Il percorso resta più basso ma sempre suggestivo e non perde troppa quota. Tenendo la destra per un attimo si scende sul rio Gardessea da dove inizia la risalita su quella che in inverno è la pista da slittino che è stata protagonista di un altro mio percorso sulla neve.
La risalita porta al nuovo rifugio Zallinger dove ci siamo concessi una fetta di torta di grano saraceno buonissima.
Da qui in avanti i tracciati coincidono fino al rifugio Comici.
Risalita al Passo Sella
È difficile descrivere le sensazioni che si provano ad affrontare un itinerario MTB così intenso, fatto di salite e discese che richiedono concentrazione e un po' di tecnica, ma incorniciato da luoghi tanto unici quanto meravigliosi. Un muro di cemento ci sbarra la strada: l’unico modo per proseguire nella percorrenza dell’anello è quello di superarlo anche se le gambe sono già affaticate. Si raggiunge così il punto sommitale del monte Pana a 2042 m.
Un respiro profondo e la marcia scala subito sulla più agile, le gambe girano male e dietro la curva abbiamo una spiacevole sorpresa: la salita non è ancora finita.
Il trail che conduce al Passo Sella, il mio preferito tra i valichi delle Dolomiti, ci da del filo da torcere e il temporale che sopraggiunge alle nostre spalle ci suggerisce di accelerare. La sterrata continua a guadagnare quota anche dopo aver guadato un rivolo d’acqua. Pedaliamo su una pista da sci e finalmente, dopo esserci rinfrescati con qualche fiocco di neve, raggiungiamo il Rifugio Comici.
Lo sterrato, sempre più stretto, sale ancora fino ai 2220 m attraversando la città dei Sassi, privandoci delle ultime energie
Anche qui il percorso si divide. Nel caso di itinerario gravel, l’asfalto appare come un miraggio e con lui la sagoma inconfondibile del gruppo del Sella.
200 m e siamo nuovamente su sterrato per iniziare l’ultima discesa verso Canazei: per tornare alla pittoresca località fassana opteremo per un piacevole sterrato al posto della già conosciuta strada del passo Sella. Sfioriamo il Rifugio Valentini e comincia la rumba in uno scenario idilliaco dove le vette del Piz Boè e della Marmolada sono le regine incontrastate delle Dolomiti.
Il tracciato entra nel bosco, attraversa delle piste da sci e poi, seguendo il rigoglioso incedere del Ruf de Antermont, giunge a Canazei facendoci terminare questo splendido giro del Sassolungo in MTB.
Se invece ami più l'adrenalina, allora ti suggerisco di proseguire fin quasi al rifugio Salei per poi imboccare il più flow dei trail della bike area. Il trail che abbiamo scelto noi è il Rodeline che porta fino al laghetto Lupo Bianco da dove si stacca un altro tratto di sentiero con radici e sassi molto divertente per fiondarci fino a Canazei.
La Val di Fassa è un vero paradiso per la MTB. Se stai cercando altri itinerari fuoristrada puoi dare un'occhiata ai percorsi MTB già presenti su lifeintravel.
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