Dalla valle dell'Adige, all’altezza di Ala-Avio, sulle pendici del Monte Baldo si staglia in tutto il suo ardito profilo il Corno della Paura che, a prima vista, appare come una impraticabile parete di roccia dove anche gli alberi si incurvano oltremodo per rimanere attaccati. Si tratta di un altro itinerario adrenalinico: per i panorami mozzafiato, i passaggi su strade militari ardite e per l'ebbrezza di una lunga e vorticosa discesa direttamente sul castello di Avio.
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Apriamo le gabbie delle nostre “bestie selvagge” a Sabbionara frazione di Avio, dove parcheggiare non è un problema. Si attraversa il centro e si imbocca la Provinciale 208: questa serpentina d’asfalto sarà la nostra compagna fino alla fine della salita, sull’altopiano di Brentonico a 1.500 m.
San Valentino sull'altopiano di Brentonico, salita tosta
Gli scorci panoramici sono notevoli: all’inizio danno sulla vallata dell’Adige (Valle Lagarina) per poi spostarsi sullo scenario interno, altrettanto suggestivo. Il Lago Pra de Stua rappresenta un punto valido dove effettuare una sosta riposante, ammirare la diga e le sue acque smeraldine: siamo a 2/3 della salita e il Corno della Paura ci osserva di sbieco, 400 m più in alto.
Scavalcato il bacino lacustre si raggiunge l'altipiano e sulla sinistra compare l’abitato di San Valentino: è l’ultimo avamposto dove si possono rigenerare le forze. Un grosso cartello di legno saluta la nostra entrata nel territorio dell’Altopiano di Brentonico, la gioia è doppia se si pensa che ormai le fatiche dell’ascesa sono per lo più alle spalle.
All'altezza dell'hotel Sole del Baldo si tiene la destra lasciando la provinciale per dirigersi verso l'estremità orientale dell'altopiano seguendo la strada militare che conduce alla Bocca d'Ardole e successivamente alla Polsa.
La visuale è pervasa da una moltitudine di cime variegate per forme e colori che ben si prestano ad essere immortalate. La vegetazione scompare per lasciare il posto alle bionde praterie circondate dai reticolati spinosi. Anche i segni della storia appaiono qua e là sotto forma di ferri arrugginiti: un cippo della I Armata del Regio Esercito Italiano è ancora lì integerrimo testimone degli eventi passati.
Corno della Paura e discesa nella storia
Si è giunti al punto più alto dell'intero itinerario e il corno della Paura svetta poche decine di metri più a destra. Se vorrai potrai lasciare la bici e coprire a piedi i pochi metri di dislivello per raggiungerne la vetta.
I destini della storia si incrociano con i nostri quando inizia la discesa su una fantastica carrareccia realizzata dal Genio Militare Italiano, e di cui i tratti più distintivi sono le gallerie scavate a strapiombo sui costoni di roccia. Dai 1.500 m, punto di massima elevazione, si apre un panorama abissale su tutta la Val d’Adige: penserete di aver sbagliato strada, perché dalla parete verticale su cui vi trovate non sembra possibile scendere fin giù.
Prendete un bel respiro e godetevi la prima parte su strada militare, poco tecnica ma stucchevole per gli infiniti scorci di canaloni e dirupi selvaggi.
Il cambio di passo arriva allo scorgere di un sentiero che si staglia a zig zag su un pratone con pendenze da ungulati. Questo è il tratto più aspro, con qualche passaggio da fare a piedi anche a causa delle continue frane che si generano in quell’imbuto dove la vegetazione non osa arrivare.
Questo tratto è di breve estensione ma lo si percorre quasi a passo d’uomo, fino a quando non si entra nella prima galleria… fatta stavolta di alberi. Il tratto boscoso è decisamente guidabile anche se abbonda di tornanti e passaggi su roccia molto impegnativi.
L'unico pecca è costituita dalle condizioni del fondo: sarà facile che i rami secchi si mettano ad andare a braccetto con i raggi delle ruote; è un annoso problema, dovuto anche alla scarsa frequentazione del sentiero… una tendenza che vorremmo invertire.
Dopo un inizio fatto di ammirazione per l’opera del genio militare, il sentiero culmina con le meraviglie architettoniche del Castello di Avio che si erge maestoso sulla valle da oltre mille anni.
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