Un anello in bici in Val Gardena che avevamo nel cassetto dei sogni da un po', ma che abbiamo preferito tirare fuori non appena la stagione si è calmata. Un percorso super-panoramico con pendenze a tratti impegnative, fatto in ebike ma fattibile anche in muscolare e in gravel per chi ha gamba.
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Ho fatto un giro in bici sulla luna!
Sì, questa è stata la prima sensazione non appena rientrati a Ortisei da questo giro. Uno dei percorsi più panoramici dell'anno, che non ha nulla da togliere al giro del passo Cercen, per esempio, o a altri itinerari sulle Dolomiti.
La cima Seceda è stata al centro di molte polemiche quest'estate per la presenza di code e code di turisti alla funivia di salita e i proprietari terrieri hanno inserito tornelli sui sentieri:in effetti anche noi in un week end di metà settembre abbiamo trovato molta gente in cima, ma sul percorso la presenza di persone in zona era più che accettabile.
Non è comunque un giro per chi cerca la quiete e l'isolamento in montagna, ma i panorami sono davvero straordinari sui principali gruppi dolomitici della zona.
Verso monte Pana ai piedi del Sassolungo
Si parte da Ortisei, noi abbiamo lasciato l'auto al parcheggio della cabinovia Alpe di Siusi (il costo è di 8€ al giorno e consiglio di arrivare presto).
La strada secondaria che fiancheggia la provinciale tenendosi sul lato più a sud della val Gardena, ci permette di lasciare le ultime case e imboccare quasi subito una strada che sale regolare dalla frazione Minert. Poco più avanti, sul culmine nei pressi di una stanga si dovrà svoltare a destra e imboccare una salita più decisa che porterà in quota, con panorami già maestosi sulle Dolomiti altoatesine e ampezzane in lontananza.
Il percorso svolta deciso verso l'Alpe di Siusi e in particolare, la strada già diventata sterrata, prosegue per un po' pianeggiante verso Saltria lungo il rio Saltaria. Una serie di tornanti fa guadagnare quota per poi lasciare il percorso verso lo Sciliar e deviare di nuovo verso la val Gardena. Davanti a noi il gruppo del Sassolungo si fa spazio fra le nubi minacciose e su una curva il panorama merita una sosta. Dall'altro lato della valle vediamo già il gruppo di Puez-Odle che attraverseremo più tardi.
La sterrata che sale dal monte Pana è piuttosto frequentata e bella battuta. Affrontiamo veloci la breve discesa, non prima di aver fotografato un laghetto dai riflessi magici.
Vallunga e salita a baita Odles
Poco dopo aver ritrovato l'asfalto, su un tornante della strada che scende a Santa Cristina, si tiene la destra tra le case per imboccare un sentiero in costa, facile ma stretto e in cui prestare attenzione e rispetto, come dice il cartello.
In breve si attraversa la famosa pista da sci Saslong per arrivare a Selva di Val Gardena, ormai in cima alla valle. Un breve tratto di ciclabile e di sentiero tra i pascoli portano all'imbocco della Vallunga che segna anche il nostro ingresso nel parco naturale di Puez Odle e che proseguirebbe poi verso il rifugio Puez (a piedi).
Noi appena oltre il centro di addestramento alpino dei Carabinieri, facciamo una decisa inversione su un sentiero che aggira la zona militare e torna verso la val Gardena, aggirando le pendici rocciose.
Una panchina panoramica su Selva e sul gruppo del Sella davanti a noi è un'ottima scusa per una pausa prima di iniziare a sudare. Proprio qui infatti inizia la lunga salita che in quasi 12 chilometri ci porterà alla meta di questa giornata.
Il sentiero, condiviso tra pedoni e ciclisti, è impegnativo e in breve ci conduce ai 1905 m del rifugio Juac dove possiamo concederci una pausa tra le installazioni artistiche di scultori locali. Attorno a noi le vette frastagliate delle Odle fanno capolino tra le nuvole e il sole ci riscalda.
Aggirato il rifugio, l'ampio sentiero prosegue con una breve discesa per poi riprendere deciso a salire, innestandosi, nei pressi di un altro piccolo laghetto, sulla strada che sale diretta da Santa Cristina. Le ultime rampe verso il rifugio Firenze sono già immerse nel parco e grazie anche al sole, i panorami iniziano a diventare meravigliosi.
Un altro tratto di salita esce dalla valle e dal bosco e fa esplodere le rocce dolomitiche che ci attorniano. In poche pedalate si raggiunge baita Odles dove un tris di canederli con vista ci restituisce le giuste energie per proseguire verso la vetta.
Monte Seceda e picchiata verso Ortisei
Siamo ormai a 2100 m ma mancano ancora gli ultimi sforzi prima di raggiungere la vetta. Un traverso su strada pianeggiante ci fa spostare verso il rifugio Fermeda ma prima di raggiungerlo si devia a destra, iniziando le tremende rampe finali che, forse anche per colpa del burro fuso dei canederli, ci spezzano le gambe.
Il panorama aperto della salita ci fa dimenticare la fatica e il cemento che si sostituisce allo sterrato nei tratti più pendenti, aiuta l'avanzata. Una porche Cayenne che scende dalle alte quote ci ricorda che siamo sulle Dolomiti e un po' di tristezza mi coglie pensando alla meraviglia di queste rocce e a quanto ormai il senso del limite sia ampiamente superato.
Si passano in successione baita Daniel e baita Mastle e si raggiunge un cantiere enorme ai piedi dell'ultimo troncone di funivia. La strada per fortuna serpeggia e addolcisce la pendenza di salita. Ancora poche pedalate e si raggiunge prima la stazione di arrivo della funivia Seceda e poi la cima del monte.
A sud ci salutano il Sassolungo e il Sasso Piatto, più vicine le Odle e dietro di loro il gruppo del Sella con il Piz Boè a dominarlo. Le Pale e la Marmolada spuntano ogni tanto in lontananza tra i nuvoloni grigi.
Arriviamo ai piedi della croce sommitale del monte Seceda, 2519 m, quando la nebbia ci avvolge ma il paesaggio è ugualmente spaziale.
Il rientro a Ortisei inizialmente ripercorre un tratto di strada fatta in salita, poi devia sulla destra, scendendo dalla strada che ripercorrre il tracciato delle piste da sci invernali. Il percorso è una picchiata che in men che non si dica ci porta a Furnes, dove si tiene la destra per affrontare un piccolo tratto di sentiero e spostarsi sopra Ortisei. Ritrovato l'asfalto è un attimo precipitare nel centro sovraffollato del paese.
Si chiude passando sulla passerella pedonale questo giro in MTB suelle dolomiti sudtirolesi, altamente panoramico e dal tracciato semplice e mai tecnico.
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