Mi era già capitato di avventurarmi in queste zone ma è la prima volta che affronto strade e sentieri dell'Alta Valle di Non in bicicletta. L'anello delle malghe delle Maddalene in MTB ci ha comunque stupito in positivo per panorami e percorso.
L'Alta Valle di Non in bici
L'Alta Valle di Non è un'anomalia geopolitica nata dagli accordi tra De Gasperi e Gruber dopo la seconda guerra. Se geograficamente si trova in Trentino, dal punto di vista amministrativo appartiene all'Alto Adige. Questa anomalia è giustificata dal ceppo linguistico di riferimento delle popolazioni di Lauregno e Proves, che sono per la maggior parte tedesche.
Tutta questa premessa ha poco a che vedere con il nostro anello in MTB tra le malghe, se non per giustificare il nome di alcune località. Ma ovunque si voglia collocare questo itinerario, resta il fatto che sia un percorso suggestivo e piacevole da affrontare in MTB. Vediamo cosa ci ha portato qui e come abbiamo deciso di pedalare sulle Maddalene orientali.
L'improvvisazione paga!
Sabato Luca mi manda un messaggio: "Alle 8 a Santa Margherita. Partiamo presto!" per evitare la calura e arrivare in quota quando ancora il sole non soffoca.
"Perfetto" rispondo.
L'indomani, puntuale saluto Luca e prima di scaricare le bici dall'auto decido di infilarmi le scarpe, dato che avevo raggiunto il punto d'incontro con i sandali. Cerca e ri-cerca ma niente... le scarpe sono rimaste a casa: mannaggia alla mia testa sempre sulle nuvole!
Cosa fare? Non se ne parla di salire fino al rifugio Fraccaroli sul Carega in sandali! Decidiamo di rientrare verso Trento e nel viaggio pianificare un'alternativa.
Due ore dopo, con il fresco ormai perduto, siamo in sella a Proves, alta valle di Non.
Proves e le malghe dell'Alta Valle di Non
Anche oltre i 1200 m del nostro punto di partenza, al sole fa già caldo e le prime rampe sull'asfalto ci stroncano. Luca con bici normale riesce a restare in sella sul cemento dei primi metri di strada verso malga Kessel Bassa, dove io arranco con l'e-bike: che fisico!
La sterrata, prima nel bosco e poi tra le radure delle prime propaggini di Maddalene, sale costante e isolata. La catena delle Maddalene è un gruppo montuoso delle Alpi Retiche Orientali, racchiuso tra Val di Non, Valle di Rabbi e Val d'Ultimo. Il loro nome deriva dal fatto che i prati in alcune località qui non venivano tagliati prima del 22 Luglio, giorno di Santa Maria Maddalena.
Con un po' d'impegno si raggiunge la prima malga: Untere Kesselalm a 1679 m
Arrivati al punto di ristoro, ci meravigliamo della tanta gente già seduta ai tavoli: "Ma da dove arrivano tutti?"
Riempiamo le borracce e ripartiamo sul sentiero che in costa prosegue verso la malga di Cloz: ecco svelato l'arcano. Il percorso è facile, con brevi saliscendi e molto panoramico sulle Dolomiti di Brenta e sulle Maddalene. Decine di camminatori ci vengono incontro dal passo Castrin, collegamento tra Val di Non e val d'Ultimo.
Passiamo anche la malga di Revò e la malga di Cloz, tutti punti di ristoro che possono essere sfruttati per dissetarsi o addirittura per mangiare un buon piatto tipico locale.
Dal passo Castrin alla cros della Barba
Il parcheggio sulla provinciale di collegamento tra le valli che raggiungiamo poco dopo è stracolmo, ma basta oltrepassare la strada e dirigersi verso malga Castrin per ritrovare pace e silenzio.
Il sentiero da imboccare sulla sinistra oltre l'ingresso della galleria sommitale, inizialmente è tosto e pendente, da fare a spinta se non si ha l'aiuto del motore. Sono pochi minuti che ci fanno evitare il passaggio nel lungo tunnel e quando siamo sui prati che precedono la malga, iniziamo la dolce discesa deviando decisamente a destra e addentrandoci in territorio Trentino, lasciando alle spalle l'Alto Adige.
La discesa è una larga e facile strada sterrata mai troppo pendente. Troviamo il nostro posto nel mondo, segnato da un croce: la croce della Barba, proprio in concomitanza con il bivio che noi imbocchiamo a destra. Seguendo le indicazioni del cammino Jacopeo d'Anaunia infatti ci infiliamo su una rampa mostruosa che conduce al sentierino, da fare a spinta per la presenza di un guado, di collegamento con la strada forestale Mesna Alta.
Se vuoi chiudere questo anello con una bici gravel qui ti suggerisco di proseguire dritto fino al ristorante trattoria Arnica, tenere la destra al parcheggio e seguire la forestale che esce poco sopra Castelfondo sulla strada che conduce alla forcella di Brez. Dalla forcella puoi seguire a destra la strada forestale via Nuova che si mantiene in quota a circa 1400 m e porta sopra Micheln, a due passi da Proves.
Monte Ori e finale dalla malga di Lauregno
La strada forestale Mesna Alta è un piacevole falsopiano che aggira il monte Dian fino a trovare una più battuta strada che sale a strappi tra biotopi e paludi. La salita conduce in circa cinque chilometri alla malga di Brez che preannuncia il punto più alto dell'itinerario alla croce di monte Ori.
Il panettone su cui giungiamo regala un panorama che spazia dalle dolomiti di Brenta alla Paganella e al Bondone a sud mentre a est i vari gruppi dolomitici chiudono l'orizzonte: si vedono distinamente il Latemar, il Catinaccio, lo Sciliar e il gruppo del Sella mentre la Marmolada è incappucciata da una piccola corona di nubi, come si confà a una regina.
Il sentiero successivo è divertente e tecnico. Alla sua fine ci attende in premio un panorama ancora aperto dalla malga di Lauregno dove ci concediamo una fetta di torta al grano saraceno e un bicchiere di succo di fiori di Timo selvatico. La picchiata finale su forestale e asfalto chiude un giro improvvistato ma tutt'altro che noioso!
Ultimi commenti
Community