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Anello tra il Garda, Bassano e Verona in bici
21 giugno - Si parte, destinazione Lago di Garda. È l’inizio del ritorno alla normalità dopo la prima ondata della pandemia, i tedeschi inizieranno a calare a fine settimana quindi non c’è ancora tantissima gente. Oddio, neanche poca. Sarà l’ultima esperienza con le bici da corsa, in settimana arriveranno le e-mtb che abbiamo ordinato, ma per ora si viaggia “in stile alpino”, leggeri e veloci. Beh, proprio veloci no, visto i soliti 100 kg di stazza e il poco allenamento da lockdown.
Dati tecnici
Giro ad anello tra Garda, Valsugana, Vicenza e Verona in bici
Partenza/Arrivo | Torbole |
Tempo | 5-6 giorni |
Dislivello |
3140 m circa
|
Lunghezza | 330 km |
Tipologia di fondo |
Asfalto 100% |
Bici consigliata |
Bici da viaggio
Bici da strada
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Difficoltà | |
Panorama |
L’idea è di percorrere un giro ad anello partendo dal fondo del lago con la solita libertà di vari-azione che caratterizza i nostri piani. Infatti arriviamo a Peschiera in una domenica ipertrafficata, anche a causa del bel tempo e subito decidiamo di evitare la gardesana orientale arrivando in macchina sino a Torbole. Pedalare nel traffico mi capita spesso nelle uscite domenicali, ma in vacanza cerco di evitarlo. Prenotiamo una notte all’hotel Roma, conduzione famigliare a 100 metri dalla spiaggia. Scopriamo che a Torbole e Riva praticamente non esistono posteggi liberi. Per quel giorno usiamo il parcheggio dell’hotel, ma per lasciare la macchina dobbiamo arrivare quasi ad Arco. I proprietari saranno invece così gentili da farci posteggiare davanti all’hotel fino al nostro ritorno e per questo mi piace ricordarli.
Dal Garda a Trento in bici - 55 km 881 d+
22 giugno - la mattina partiamo in direzione Trento percorrendo la ciclabile del fiume Sarca. Siamo fortunati perché ci sono ancora pochi ciclisti, ci torneremo anche nel 2021 per fare il sentiero del Ponale e sarà un vero delirio di due ruote. Non teniamo invece conto del Pelèr, il vento termico del Garda che al mattino soffia da nord, errore che ci costerà molta fatica visto anche che, in una giornata così tersa, la brezza fredda che scende dai monti del Trentino si velocizza, coadiuvata del sole che scalda ulteriormente l’aria sul lago. Dopo aver risalito il Sarca arriviamo al lago di Toblino col suo famoso castello che sembra uscire dalle acque turchesi.
La strada inizia a salire, in fondo siamo alle pendici del monte Bondone: vento, ascesa, bagagli, il primo sole e lo scarso allenamento ci mettono abbastanza alla prova. Passiamo Vigolo, Sopramonte e sfruttiamo una dritta per tagliare la provinciale 85 senza arrivare in cima. Le gallerie di Cadine sarebbero state la via più semplice ma, oltre al divieto molto poco seguito dai ciclisti locali, non ci sentiamo di avventurarci in un territorio sconosciuto. Inoltre, subito dopo Passo Camponzin, il panorama sulla valle di Trento vale veramente la fatica dell’ascesa. Pernottiamo a Trento abbastanza cotti.
I programmi per l’indomani dicono ciclabile della Valsugana e un ciclista ci ha consigliato di salire sull’altopiano di Asiago da Enego anziché andare verso Bassano. Per renderla un po’ più semplice, dopo la fatica del primo giorno, decidiamo di prendere il treno (comodissimo) fino a Pergine Valsugana, ma non sarà così facile.
Da Pergine Valsugana a Enego in bici - 68 km 342m d+
23 giugno 2020 “….. e il terzo giorno scoprirono l’importanza di restare qualche minuto in più a consultar le mappe”. Eh si, perché la giornata inizia tardi, continua con un bel bagno e pranzo sul lago di Caldonazzo, ma poi bisogna anche arrivare. Inoltre per la 7a legge di Murphy del ciclista: “quando vedi sulla mappa una strada coi tornanti, essa non è mai in discesa”.
La ciclabile della Valsugana è veramente bella, costeggia il lago, attraversa i meleti fino restringersi, dopo Primolano, in vere e proprie gole che portano il fiume Brenta verso il famoso Ponte di Bassano. Una grossa deviazione per lavori ci fa “bucare” il bivio per Enego. Scendere per 7 km. prima di scoprire di aver sbagliato strada non è una bella sensazione. E abbiamo anche prenotato il B&B. Riprendiamo la strada giusta mentre sono quasi le 19, ma il nostro traguardo sta circa 800 metri più in su. Lo sconforto aumenta quando appaiono i cartelli con “Tornante 1” che mettono a dura prova la tenuta fisica e psichica del sottoscritto e del quintale che si porta appresso (i bagagli non li conto neppure). Tento un “Senti ma ….. se provassimo a chiamare per vedere se c’è una corriera??”. La moglie sembra pimpante e non patire le fatiche del giorno prima: “Ma no…. vedrai che pian piano andiamo su…”.
“Sarà…ma ho qualche dubbio”. Passano un paio di minuti, tra il Tornante 7 e l’8, quando squilla il telefono della signora. “…Buonasera, sono la proprietaria del B&B, volevo sapere se, vista l’ora, avevate bisogno che vi venissimo a prendere col pick-up…”
Non appena realizzo il tema della telefonata, mi si gela il sangue all’ipotesi che mia moglie risponda: “No grazie tra mezz’ora siamo su da voi”. Inchiodo! “Dille che la ringraziamo moltissimo e che li aspettiamo a bordo strada… diglielo!!!!”
Non c’è bisogno di segni di riconoscimento: gli unici lì a quell’ora sono i due “belinoni” genovesi partiti da Trento. Ancora adesso mi sento di ringraziare i proprietari del B&B La Casa di Rosy di Enego che sono stati veramente accoglienti e carini. La verità è che saremmo forse arrivati alle 10 e probabilmente a spinta.
Da Enego a Bassano del Grappa in bici - 65 km 699 d+
24 giugno 2020 - Lasciamo Enego in direzione Asiago. Il tempo si è ingrigito e non fa neppure troppo caldo. L’ipotizzata visita al forte Lisser e alle foreste devastate dalla tempesta Vaia del 2018 resta appunto un'ipotesi. Da Enego si sale ancora, ma siamo belli freschi e riposati e la pedalata è fluida (per i nostri miseri standard s’intende). La provinciale 76 è veramente molto bella da pedalare, traffico scarso e un simpatico mangia e bevi senza grossi dislivelli fino ad Asiago. La cittadina ci delude un po’, troppo grande e costruita. Stavolta tracciamo il percorso verso Bassano davanti ad un buon pranzo e lasciandoci guidare da "impostazione strade secondarie”. Il tempo continua ad esser molto coperto, ma la strada che attraversa l’altopiano verso sud è veramente carina. A volte sembra di essere in alta montagna mentre siamo a 1.000 metri. Arriviamo a Rubbio e davanti ci si para un panorama stupendo. Siamo praticamente sul “bordo” dell’altopiano di Asiago e abbiamo tutto il Veneto negli occhi, peccato per il brutto tempo. Dopo un lungo discesone arriviamo a Bassano del Grappa, bella cittadina che possiamo visitare con una certa tranquillità prima di dedicarci ad aperitivo, cena e a nanna.
Da Bassano del Grappa a Vicenza - 87 km 125 d+
25 giugno 2020 - Giornata di sola pianura. Seguiamo anche oggi le indicazioni per le strade secondarie. Qui al nord le statali sono più pericolose delle autostrade, traffico veloce e pesante. In Liguria non siamo abituati; le strade sono certamente più strette ma, proprio a causa della loro lentezza, il traffico pesante, veloce e a lunga percorrenza passa esclusivamente sull’autostrada (cantieri permettendo).
Ci fermiamo a visitare Marostica e Vicenza dove mangiamo un panino di fianco alla splendida Basilica Palladiana. Nel pomeriggio condividiamo parte del tragitto con due ciclisti locali “seri” che rientrano a Verona. Ci guidano senza intoppi o deviazioni sino a Soave dove prenotiamo al B&B Antique Maison, molto carino. Mangiamo all’Osteria alla Scala dove non posso farmi sfuggire un ottimo e abbondante piatto di baccalà alla vicentina, corredato da relativa polenta.
Da Vicenza al Garda in bici - 55 km 305 d+
26 giugno - Ce la prendiamo comoda. Eh sì, perché abbiamo deciso di fermarci a Verona e da lì prendere il treno fino a Rovereto. Potremmo fare la ciclabile dell’Adige, ma sarebbero un po’ troppi chilometri e inoltre c’è anche il viaggio per tornare a Genova. Ci godiamo la bella giornata nel centro di Verona e prendiamo il treno per Rovereto. Ormai la stazione di Verona è tappa fissa, l’anno prima l’avevamo utilizzata per andare sino al Brennero senza prendere l’autostrada con annesse code estive. La ciclabile Rovereto – Torbole è carina e ben segnalata, soprattutto merita il panorama che si gode da Nago su tutto il lago di Garda, prima del discesone rettilineo che ci riporta a Torbole e al parcheggio gentilmente offerto dall’Hotel Roma.
Tutto sommato un gran bel giro nelle prealpi, che unisce due delle ciclabili più note della zona (Sarca e Valsugana) oltre a città impostanti come Trento, Vicenza, Verona e la natura dell’altopiano di Asiago.
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Paolo Serra
Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.
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