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Lazio e Campania
Partenza/Arrivo
Roma/Ischia
Luogo
Campania, Lazio
Stagione
Primavera, Autunno
Durata
Cicloturista (4-7 giorni)
Percorso
Lineare
Dislivello
1001 - 2000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
100% Asfalto
Asfalto
97%
Sterrato
3%
Valutazione
Difficoltà
3/5
Panorama
5/5
Bici consigliata
Bici da ViaggioGravel
 
 

Dove andiamo? La settimana precedente la partenza non abbiamo fatto altro che consultare il meteo che non era affatto favorevole. Scartata l'ipotesi A del lago di Ginevra con discesa a Grenoble dove avremmo trovato neve, anche quelle del Verdon e della Toscana sono tramontate.

Lazio e Campania: non troppo ma al sole!

Unica zona senza pioggia: il sud!

L'idea tuttavia si scontrava con due problemi: Il poco tempo a disposizione, la settimana dopo Pasqua col ponte del 25 aprile, e il come arrivarci.

Sicilia, Calabria e Puglia troppo lontane, già fatta la Salerno-Matera, abbiamo optato per un Frecciabianca da Genova a Roma con bici in saccoccia. Da lì discesa verso Caserta per visitare la Reggia borbonica, poi? Poi vedremo: il bello del viaggio è soprattutto questo.

lazio e campania

E quindi il sabato di Pasqua si parte di buon mattino per Roma, bici nuove, siamo tornati alle muscolari, e borse nuove, una Vaude per uno da 4 chili e mezzo.

La città eterna e l'Appia Antica

Dalla stazione Termini basta girare subito a sinistra per arrivare dritti dritti ai Fori Imperiali.

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Un paio di foto di rito, quanto basta per farci stare sulle balle tutta la folla di turisti intorno al Colosseo e prendiamo, senza sbagliare, l'Appia antica.

Che dire, uno spettacolo!

03 lazio e campania

La Regina Viarum che collegava Roma a Capua e successivamente a Brindisi, è stupenda, soprattutto nella parte iniziale. Unico neo (ciclistico) la pavimentazione. Passi i classici sampietrini (meno della Rubaix), ma gli originari "basoli" di 2.000 anni fa sono semplicemente impedalabili (altro che Rubaix). E quindi per 20 km. è un continuo sali e scendi dai bordi sterrati con una fluidità di pedalata simile alla pece.

Prima meta Castelgandolfo, paesino turistico ma carino, sulle sponde di un lago vulcanico dove "sponde" sta per 350 metri di salita arcigna. Nonostante i soli 24 km. arriviamo veramente provati: il pavè ci ha frollato per bene, o forse la levataccia.

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Il litorale Pontino

Da Castelgandolfo decidiamo di salire ancora sulla SP72b che costeggia il lago di Albano verso Rocca di Papa.

Alle 9,30 sono già in funzione i bracieri che accoglieranno migliaia di persone per il pranzo di Pasqua e il profumo della legna arsa pervade i boschi a bordo strada. Finalmente la discesa ci porta dritti fino a Velletri.

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Da qui Google Maps, che usiamo insieme al Garmin, ci porta verso il litorale attraverso strade secondarie in mezzo alla campagna sino a Foce Verde dove facciamo uno spuntino in uno stabilimento balneare.

Riusciamo solo ad immaginare la quantità di gente, a livello romagnolo, che deve affollare la zona nei mesi estivi. Abbiamo prenotato al Love & Fama, un hotel con ristorante da matrimoni a due km da Sabaudia, paesone dall'architettura fascio-razionalista nelle ex paludi pontine.

Un infinito rettilineo costiero senza traffico ci conduce alla meta dopo 85 km. Bello!

Il parco del Circeo

E arriviamo a lunedì, Pasquetta.

Un piccolo inconveniente al portapacchi della consorte mi fa montare entrambe le borse sul mio. 100 dei miei, 10 di bici, 11 di borse fa un bel peso in chili da portare per quelli che alla fine saranno 87 km con 570 d+.

Finiamo l'ultimo tratto della litoranea pontina sino a Torre Paola e arriviamo a San Felice Circeo. Qui abbiamo la bella idea di andare verso il Faro e Punta Rossa. Le rampe per arrivare al paese vecchio sono però veramente hard e un pochino rimpiango l'ebike lasciata a casa (nelle Frecce non può essere portata), ma ce la facciamo!

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Riscendiamo sulla litoranea e arriviamo a Sperlonga dove facciamo uno spuntino a base di Tiella di Gaeta, mozzarella di bufala e bianchino (tipica alimentazione da gara ciclistica).

Il solito parente su Whatsapp ci spoilerizza la morte del Papa collegandola al nostro passaggio da Roma. Passate Gaeta e Formia ci fermiamo a Scauri, all'hotel La Rosetta sul lungomare, molto gentili!

Prima però facciamo una deviazione per la spiaggia dei Sassolini dove pare abbiano girato anche dei film. Suppongo film sulle ecomafie vista la quantità di plastiche di ogni tipo presenti fuori e dentro l'acqua.

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Purtroppo tutta la campagna, persino i campi arati sono deturpati da una quantità di “rumenta” impressionante, da non credere. E di sicuro le ecomafie non si occupano di mobili, scarti di ristrutturazione o bottiglie di coca-cola, l’eco-inciviltà non è per forza mafiosa.

I ristoranti aperti la sera di Pasquetta sono quasi solo pizzerie, gli altri hanno probabilmente ancora i commensali del pranzo seduti a tavola. Optiamo quindi per Il Macello un posto nuovo non certo vegetariano. Mangiamo benissimo a prezzi onestissimi e in un gran bel locale coi bracieri a vista.

Caserta e la reggia

Partiamo da Scauri il quarto giorno. Finora la scelta "meridionale" ha pagato, il tempo è perturbato ma di pioggia non ne abbiamo vista. E siamo anche parecchio in anticipo sulle previsioni, tanto da non sapere bene che fare dopo la visita alla Reggia di Caserta che era la nostra meta principale.

Le gambe girano bene, siamo più allenati del solito (per i nostri miseri standard), e allunghiamo un po' il percorso per evitare le strade più trafficate. Nonostante la settimana “festiva” non troviamo comunque un traffico irrispettoso dei ciclisti, per questo dovremo arrivare a Napoli città e Ischia.

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Arriviamo presto a Caserta da San Leucio, unica vera salita di giornata, e prendiamo una camera all'Hotel Royal. La sera, dopo due passi in centro, ci aspetta la celebre pizza di Sasá Martucci - I Masanielli che in effetti merita la spesa.

Nonostante sia il martedì dopo Pasquetta, quando usciamo troviamo almeno 50 persone in attesa di entrare.

Abbiamo deciso! Scartata l'ipotesi di ritorno a Roma causa funerali o di pedalare ancora due giorni in Toscana, ci avviamo verso Napoli dove prenderemo il traghetto per Ischia. Lì staremo fino a sabato, giorno in cui faremo diretto ritorno a Genova in sole 12 ore tra aliscafo e treno.

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Ma prima ovviamente visitiamo la Reggia di Caserta, la Versailles voluta dai Borboni e progettata da Vanvitelli. Forse una magione meno pomposa avrebbe portato più fortuna ad entrambi i regnanti. Si può visitare il parco con la propria bici tranne la parte dei Giardini Inglesi mentre per visitare il palazzo le abbiamo lasciate vicino al noleggio.

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La lotteria del traffico di Napoli

Ripassiamo in hotel a prendere le borse e via verso Napoli verso le 13.

I km sono una trentina ma per Maps ne dovremmo fare molti di più per evitare le zone ad alto traffico. Ma c'è poco da evitare, anche perché a 20 km dall'arrivo è già un unico agglomerato urbano. Frattamaggiore, Arzano, Casoria: chi può dire in che paese siamo?

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Si arriva a Napoli con un discesone su lastricato e da lì pedalare diventa arduo. A parte il rispetto di qualsiasi segnaletica, semafori compresi, il vero problema sono gli scooter che passano sia contromano sia a destra delle macchine, proprio dove pedali tu.

A Molo Beverello faccio i biglietti per Capri (che testa….) che un angelo di bigliettaia mi rimborsa in contanti (in effetti al Nord non sarebbe mai successo).

Arriviamo a Ischia prima delle cinque, prendiamo possesso della camera all'hotel Solemare dal cui terrazzino posso tirare direttamente i sassi in mare. Una buona cenetta al Tre Stelle, un bagno con ristorantino, conclude una giornata molto piena.

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A Ischia in bici

A Ischia non troviamo quel bel tempo "meridionale" che ci si poteva immaginare. Nuvoloni e schiarite si alternano a piovaschi fortunatamente di breve durata, sempre vento fastidioso.

Il giovedì facciamo in meno di tre ore il giro dell'isola con discesa (e relativa risalita) a Sant'Angelo un antico borgo di pescatori collegato ad un isolotto scosceso.

Una Sestri levante "mignon" insomma. Ischia non è certo piatta ma affrontiamo bene i dislivelli che ci troviamo di fronte. Alla fine saranno 38 km e quasi 800 metri di ascesa.

Tra Ischia e Forio il traffico si fa sentire, dopo, fino a Fontana si dirada parecchio: la zona sud dell'isola è meno abitata e senza grossi centri abitati.

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Panza (dove mi fanno cittadino onorario), Ciglio, Serrara e Fontana col suo belvedere sono i paesi che si passano sulla salita di 465 metri. Dopo un “relaxing time” nella spa dell'hotel ceniamo al ristorante Portobello con menù classico: "Coniglio all'Ischitana".

Quando usi i pomodorini locali anche una semplice bruschetta diventa un'esperienza gourmet, figuriamoci un intero coniglio che noi definiremmo "alla cacciatora". Una menzione d'onore la merita il sontuoso buffet della colazione: mozzarelline di bufala da urlo, pastiera, torte alla frutta, uova & bacon, persino il salmone affumicato con prosecco in ghiaccio.

Va da sé che il pranzo si salta e al massimo ci si fa un cono da 3 € a merenda (con 3 etti di gelato sopra).

Il day#2 a Ischia era teoricamente dedicato ad ombellone, lettini e bagno ma il tempo non ce lo permette. Ci facciamo quindi ancora una sgambatina provando alcune rampette in doppia cifra sino a Campagnano prima della visita al Castello Aragonese.

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Nel pomeriggio il tempo migliora e mi faccio l'agognato bagno nella spiaggia davanti all'hotel. Un po' di shopping ne centro pedonale a 50 metri e un'ultima cenetta completano il nostro soggiorno ischitano.

È stata una settimana tanto bella quanto inaspettata con la solita buona dose di improvvisazione (dopo Caserta il notes era blank).

Era il nostro piano D che ha scalato la classifica grazie al meteo favorevole. Ospitalità e cibo senza dubbio i pezzi forti, Appia Antica, Reggia e Ischia resteranno i ricordi migliori

 
 
Ultima modifica: 23 Maggio 2025
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Paolo Serra

Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.

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Subito dopo inizia percorso single track.
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