Dai 1148 metri della 
Forcella di Olino sulla destra, subito prima della galleria, si imbocca un'ampia mulattiera che sale dolcemente, la cosidetta 
dorsale orobica lecchese (D.O.L.). I boschi di caducifoglie che circondano la forestale vi appariranno sotto diverse spoglie in base alla stagione in cui affronterete questa escursione. In poco più di 20 minuti si raggiunge una baita nel bosco dalla quale si ha la possibilità di scendere verso 
Monterone, uno dei comuni più piccoli d'Italia e d'Europa con soli 
33 abitanti e nessuna scuola. 

Per proseguire in direzione del 
monte Resegone continuiamo lungo la dorsale orobica lecchese sulla destra. Camminiamo senza far rumore, i suoni attutiti dal manto di foglie che ad ottobre ha già in parte ricoperto il sentiero. In inverno gli alberi si mostrerebbero completamente spogli ricoperti solo dalla
 nuova veste bianca data dalla neve appena caduta. Le ciaspole lascerebbero segni chiari lungo il cammino, mentre noi camminiamo senza segnare il terreno. In circa un'ora di escursione giungiamo in prossimità della sorgente di Forbesette, una delle pochissime fonti di questo versante del monte, a quota 1378 metri. 

La cima del Monte Resegone si trova a 
1875 metri e la strada è ancora lunga. Il sentiero continua inesorabile a salire ma senza strappi ripidi o troppo impegnativi. I cartelli del Cai indicano 1 ora e 15 minuti di tempo necessario per raggiungere la vetta e, poco prima, il 
Rifugio Azzoni: non ci facciamo assolutamente scoraggiare visto che abbiamo già superato la prima metà del tracciato e siamo ancora carichi di energia. Il 
crinale del Monte Resegone che stiamo percorrendo finalmente ci permette di avere le prime panoramiche sulla Natura circostante. 

Uscendo dal bosco però, oltre alle prime vedute sulle Prealpi lombarde, il sentiero 
inizia ad impennarsi ed, in poche centinaia di metri, superiamo diversi metri di dislivello arrancando sui tornanti: l'ultima ora di cammino è senza dubbi la più impegnativa. I paesaggi della 
Valle Imagna alla nostra sinistra, qualche scorcio della 
Val Taleggio alle nostre spalle e i picchi delle Prealpi lombarde che appaiono simili a colline, ci fanno apprezzare ancora di più il 
sentiero 2 verso il Resegone.

In breve tempo, davanti a noi, appare il crocione metallico posto sulla vetta più alta della montagna di Lecco che raggiungeremo in meno di un'ora dopo esserci lasciati il bosco alle spalle. Con le 
ciaspole avremmo impiegato una mezzoretta di tempo in più, ma in 3 ore avremmo comunque gioito dinanzi alle pareti rosse del rifugio Azzoni e, 15 metri più in alto, alla 
vetta del Monte Resegone. La cima è 
decorata da spuntoni di roccia che si alternano a lembi di erba ed offre panorami davvero piacevoli sulle Prealpi Lombarde, la città di Lecco, parte del lago di Como ed i laghetti nei dintorni del 
Monte Barro e del suo parco naturale. Presso la cima più alta del Monte Resegone, conosciuta con il nome di
 Punta Cermenati, ci si può sbizzarrire nell'osservare una meridiana e scoprire le altre cime del circondario.

Escursione piuttosto semplice da effettuare tutto l'anno. Panorami che lasciano a bocca aperta!
Il Monte Resegone, perchi ha studiato Alessandro Manzoni a scuola, non suonerà di certo nuovo. Soprattutto nella parte iniziale dei Promessi Sposi Manzoni fà più volte riferimento alla montagna che domina Lecco "...l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione...". Manzoni, con queste parole, anticipa quindi una particolarità di questa montagna: dal capoluogo lombardo, da Milano, nelle giornate più limpide e terse il Monte Resegone appare all'orizzonte e la fisionomia è davvero inconfondibile!
                                                    
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