La ciclabile Mirandola - Finale Emilia è un esempio di progetto di recupero riuscito. Sono tante e sparse per tutta la nostra penisola, le vecchie ferrovie, spesso dimenticate, potrebbero essere una preziosa risorsa per il cicloturismo in Italia ma frequentemente non vengono riadattate ad itinerario ciclabile o conservate e finiscono con il cadere nel dimenticatoio. La tratta ferroviaria Mirandola – Finale Emilia è stata invece ripristinata e convertita in pista ciclabile senza però dimenticare il proprio passato: oggi rappresenta un bell'esempio di recupero e riadattamento del territorio...
Mirandola - Finale Emilia dove un tempo c'erano i binari
Da Mirandola inizia la pista ciclabile dedicata a Chico Mendes, il sindacalista e ambientalista brasiliano ucciso negli anni 80, che percorre la sede di quella che un tempo fu il tratto ferroviario di collegamento tra la cittadina e Finale Emilia. Ci troviamo nella pianura emiliana e non si incontra dislivello di alcun tipo lungo il percorso.

Mirandola è uno dei paesi colpiti dal terremoto del 2012 e i lavori di ricostruzione animano il centro storico tutto il giorno. La
chiesa di San Francesco, una delle prime chiese francescane costruite in Italia, danneggiata anch'essa dal sisma, svetta maestosa nel cuore cittadino. Conserva le
tombe della famiglia Pico anche se, a dire il vero, quella dell'
umanista e scienziato Giovanni, forse il più conosciuto, è a Firenze. Mirandola fino ad una manciata di anni fa poteva anche vantare la presenza di uno zuccherificio del quale oggi resta solo l'edificio originale riadattato ad altri scopi.

La
vecchia ferrovia intitolata al difensore dei diritti dei lavoratori Chico Mendes comincia il suo viaggio verso
Medolla fuori dal centro storico di Mirandola costeggiando campi arati a perdita d'occhio. Dopo un attraversamento la pista ciclabile si insinua in un cunicolo naturale che sembra la porta d'accesso ad un altro mondo. I casermoni delle
vecchie stazioni sono ancora ben visibili a lato dell'itinerario e si susseguono l'uno all'altro impotenti di fronte al passaggio dei ciclisti e pedoni.
Si oltrepassa Medolla e si continua a pedalare in aperta campagna tra alberi di pere e campi di frumento.
Pedalando verso San Felice sul Panaro
San Felice sul Panaro è vicina: il
castello estense è forse il monumento più rappresentativo del paese e per fortuna ha resistito alle scosse dei terremoti. Le case pastello rallegrano il paese anche se le impalcature ricordano la forza distruttiva del sisma...

Oltre
San Felice sul Panaro, il percorso ritorna ad attraversare le campagne della pianura emiliana, una lingua d'asfalto dritta e sottile taglia i campi con meticolosa precisione: ancora stazioni dimenticate, binari quasi scomparsi, signore in bicicletta con la spesa e attraversamenti, la pista ciclabile viene utilizzata soprattutto da chi abita in queste zone che, approfittando della corsia sicura, si spostano volentieri in sella da un paese all'altro.

Prima di arrivare a destinazione è possibile fermarsi al
Feel Good, una sorta di barettino per ciclisti assetati adiacente il percorso. L'
itinerario ciclabile giunge a
Finale Emilia sfiorando il centro e il castello estense.
Oltre la ciclabile verso Ferrara
Per chi volesse proseguire il
viaggio in bicicletta verso Ferrara è possibile seguire l'argine del Panaro fino a Bondeno e imboccare poi la
ciclopedonale del Burana che termina proprio nella città delle biciclette. L'itinerario ciclabile non è segnalato in maniera ottimale quindi, per evitare di perdersi, è meglio seguire la traccia gps o una cartina del percorso o, come nel nostro caso, avere un'esperta guida locale.
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