Uno dei cammini che negli ultimi anni sta guadagnando sempre più popolarità tra i pellegrini, ma anche tra i cicloviaggiatori, è quello che collega Norcia, in Umbria, a Montecassino, nel Lazio. Il Cammino di San Benedetto in bicicletta è un itinerario medio – impegnativo che, attraverso strade secondarie, piacevoli sterrati e sentieri, permette di visitare i luoghi chiave della vita del santo nativo di Norcia.
Il Cammino di San Benedetto in bici: da Norcia a Subiaco

Non si può lasciare Orvinio, nel parco regionale naturale dei Monti Lucretili, senza prima aver visitato: il castello Malvezzi, ciò che resta della suggestiva abbazia di Santa Maria del Piano in Sabina e, ovviamente il raccolto centro storico abbarbicato ad oltre 800 metri di quota. Siamo quasi giunti a metà percorso, alle spalle abbiamo ormai quasi 140 km.Da Subiaco a Montecassino in bici


Dal borgo si può seguire la strada principale verso Collepardo oppure imboccare la pista ciclabile di recente costruzione che porta a sfiorare l'oasi naturalistica dei Monti Ernici. La ciclabile dispone di aree sosta attrezzate con tavoli e panche e offre un'alternativa nel verde per raggiungere Collepardo, il punto di partenza per salire alla Certosa di Trisulti. La certosa, gestita attualmente dall'ordine dei cistercensi, si staglia contro il cielo da una posizione estremamente privilegiata. Visitare questo monumento è un po' come attraversare in punta di piedi più di 800 anni di storia. Il viaggio sulle orme di San Benedetto in bici raggiunge poi Casamari e Isola del Liri con la sua caratteristica cascata cittadina. Montecassino è ormai davvero vicina ma prima di giungervi si attraverseranno altre località: Arpino con l'antica acropoli di Civitavecchia, Roccasecca città natia di Tommaso d'Aquino preceduta dal canyon del Melfa e Castrocielo con il suo "Monacato" e gli scavi dell'antica Aquinum. L'ultima fatica sarà l'ascesa a Montecassino dove Benedetto da Norcia fece costruire il suo primo monastero e dove il santo morì nel 547.
Il nostro cammino in bici
Subiaco e i suoi monasteri
L'edificio, costruito nell'XI secolo, sembrerebbe essere il luogo natio dei figli del cardinale Rodrigo Borgia, poi divenuto papa Alessandro VI, e dell'amante Vannozza Cattanei. Tra i quattro nati si annovera anche la conosciuta e controversa Lucrezia Borgia... Il centro storico di Subiaco, con scale e scalette, si presta meglio ad essere esplorato a piedi e, se ne hai l'occasione, ti consiglio di dedicare almeno un'ora alla visita. Allontanandosi dalla cittadina si giunge presto al bivio per il Monastero di Santa Scolastica, il più antico tra i monasteri dell'ordine benedettino ancora esistenti. L'edificio, con i suoi tre chiostri di epoche diverse, è dedicato alla sorella gemella di San Benedetto ed è visitabile gratuitamente con la guida in determinati orari; all'interno è presente anche un'erboresteria dove vengono venduti alcuni prodotti dei monaci.
Il monastero, incastonato nella pietra e costruito su differenti piani, è ornato da colorati affreschi della scuola senese oltre che dalla statua di San Benedetto del XVII secolo.
Dopo la visita ai due monasteri (Nala e gli altri cani non sono purtroppo ammessi all'interno) ritorniamo sui nostri passi scendendo fino al corso del fiume Aniene affiancato da una sterrata invitante. La strada ci scorta nel cuore della stretta vallata, tra continui saliscendi e avvistamenti di rapaci e caprioli. Lungo la via sono presenti diversi accessi al fiume con spiaggette e la possibilità di un tuffo o una nuotata nella stagione calda. Trascorriamo la prima notte del nostro cammino cullati dal suono delle acque dell'Aniene e dal canto rumoroso di una civetta.
La valle dell'Aniene e la provincia di Frosinone
Incrociamo un arzillo biker, Gino il suo nome, sulla sessantina che ci saluta calorosamente, Nala intanto corre libera. Gino, un pensionato romano trasferitosi a Ferentillo nel cuore della regione geografica della Ciociaria, ci accompagna a vedere la cascata di Trevi anche se per raggiungerla a piedi siamo costretti a passare su un ponte crollato per 3/4. Tra chiacchiere e curiosità tra bikers ci offre una stanza al suo paese, ma purtroppo ci troviamo costretti a rifiutare perché Ferentillo si trova a 1100 m, fuori dal Cammino di San Benedetto. Pedaliamo comunque insieme fino a Trevi nel Lazio dove lui ci saluta per proseguire verso casa.
Il paesino è molto suggestivo e la deviazione per visitarlo è meritata: saliamo al castello e con il biglietto di 2€ abbiamo la possibilità di salire in cima alla torre.
La collegiata duecentesca e il suo organo non sono da meno, come la 'bomba' del bar all'ingresso del paese. Da Trevi nel Lazio si scende e risale verso Altipiani d'Arcinazzo: i rifiuti, soprattutto i copertoni, lungo la strada sono una tristezza ma purtroppo anche una costante del Lazio. La percorrenza è comunque piacevole e ci diverte l'incontro con un funzionario ONU di Chicago che, dopo una conferenza a Roma sul clima, sta girando i dintorni. Accompagnato dalla moglie si ferma a bordo strada per scambiare due chiacchiere con noi e chiedere informazioni... è entusiasta e vorrebbe portare la moglie in queste zone a pedalare i prossimi anni.
Riprendiamo il Cammino verso Guarcino e ci salta subito all'occhio la devastazione del vento dei giorni scorsi: alberi spezzati o addirittura sradicati punteggiano l'orizzonte. Dopo una dolce ascesa iniziamo la picchiata verso il borgo, ma i numerosi motociclisti che hanno scambiato la strada per una pista ci terrorizzano sgasando a ogni curva. Guarcino appare all'improvviso con il convento delle suore e il suo skyline arroccato. Una veloce sosta ci regala un po' di energie che ci serviranno nella successiva risalita a Vico nel Lazio.
La strada diventa presto sterrata, in mezzo ai pendii ricoperti di ulivi. La luce calda della sera ci bacia mentre la pendenza inasprisce e la ghiaia lascia spazio al cemento. I muscoli si tendono allo spasimo, il respiro si fa sempre più affannato e le gambe sembrano voler cedere da un momento all'altro. Dietro l'ennesima curva la strada si addolcisce e Vico nel Lazio appare con le mura merlate del castello. Proseguiamo sempre in salita, ma ora su asfalto molto più dolce, verso Collepardo. In cima una pista ciclabile sulla sinistra, nel mezzo del nulla, attira la nostra attenzione dato che le indicazioni parlano di un'area picnic... luogo perfetto per la notte! La ciclabile è un po' una cattedrale nel deserto ma il bosco e la zona sosta sono perfetti. Il cielo si infuoca quando il sole scende oltre l'orizzonte e noi ci accampiamo in un altro bellissimo luogo immerso nella natura.
La Certosa di Trisulti e la cascata in paese
La strada verso la Certosa di Trisulti non spaventa per le pendenze ma incanta per tranquillità e panorami. In poco tempo siamo al culmine inebriati da tanta bellezza. Un po' di relax tra i cavalli al pascolo ci trasmette un gran senso di pace interiore. La strada prosegue in falsopiano fino al gigantesco luogo di culto e noi con lei. Siamo fortunati e la prima visita guidata si svolge a breve conducendoci tra i segreti e le stanze del monastero. La farmacia settecentesca è sicuramente il locale più affascinante e suggestivo.
I Cistercensi hanno sostituito i certosini nella gestione del luogo ma ormai resta un solo monaco, l'abate insieme a qualche lavoratore laico, a presidiare il gigantesco edificio. Riprendiamo la strada che ci gioca subito un brutto scherzo piombando in un canyon dove poi si è costretti a risalire sul versante opposto. Dalla frazione di Civita è una picchiata infinita verso valle: prima è dolce e nel finale si inasprisce. Il Cammino di San Benedetto continua su strade secondarie e sterrate tra gli ulivi, con qualche rampa davvero tosta. Ormai si è nel fondovalle e si zigzaga in campagna per raggiungere un altro luogo di culto importante: il Monastero di Casamari. Per evitare il traffico l'itinerario imbocca una via di campagna dove le piogge dei mesi scorsi hanno lasciato ancora qualche strascico.
Ci impantaniamo in un fango argilloso che si appiccica ovunque e impieghiamo un bel po' a liberarci dalla prigione naturale. Questo tratto di percorso che costeggia l'autostrada non è il massimo ma per fortuna presto si entra ad Isola del Liri, dove la gran cascata e l'ex cartiera fanno bella mostra di sé. Dal paese, dopo una rampa, imbocchiamo una ciclabile che ci consente di trovare un posto isolato per la notte...
Nel paese di Tommaso d'Aquino
Con alle spalle Isola del Liri, ci rimettiamo in sella verso Arpino, città di Cicerone e di Caio Mario che fu sette volte console. Le strade di Arpino sono ricche di particolari e dettagli curiosi da scoprire, ma ancora più interessante è l'antica acropoli di Civitavecchia situata a monte del centro urbano.
Con la torre di Cicerone, l'unico arco a sesto acuto ancora presente nell'area del Mediterraneo e le mura ciclopiche, questo borgo incarna la quiete di un luogo sospeso nel tempo. Lasciamo l'antica acropoli spingendo la bici lungo uno sterrato impervio e sassoso di circa 300 m. L'asfalto si inoltra tra vecchie cascine, greggi di pecore e piccole frazioni alternando salite a discese e mettendo alla prova il nostro allenamento.
Dopo Madonna delle fosse l'asfalto si inasprisce piombando rapidamente fin sulle rive del Melfa che in questa zona ha disegnato un suggestivo canyon. Anche qui è purtroppo evidente l'incuria della gente che ha deturpato l'ambiente fluviale con spazzatura di ogni genere... - benvenuti all'inferno - leggeremo fuori da un negozio con la foto della gola.
Un anziano signore distinto, seduto nel bar dove decidiamo di fare una pausa, ci vuole offrire a tutti i costi una birra... beviamo alla sua salute con riconoscenza. L'imbrunire si avvicina a pesanti passi ma non vogliamo comunque rinunciare a visitare il castello che domina l'abitato. Ci rimettiamo in sella per risalire la strada cittadina. Il maniero cinto da mura è un balcone sulla vallata sottostante e, in questa stagione, il posto giusto dove fermarsi per la notte. Stasera ci sentiamo dei reali davvero fortunati ad avere una fortezza tutta per noi!L'ultima tappa di Montecassino
La vista può spaziare dalla pianura alle vette ancora innevate d'Abruzzo in un tripudio di colori diversi. Benedetto da Norcia, nel 549, fondò il primo monastero proprio su questa montagna che nei secoli vide terremoti, bombardamenti e ricostruzioni. In questo luogo simbolico, alcuni secoli dopo la venuta di Benedetto da Norcia, venne redatto il primo documento in volgare italiano. Quasi 1500 anni dopo la morte del santo l'abbazia di Montecassino è entrata a far parte a pieno diritto di uno degli itinerari a piedi e cicloturistici più belli d'Italia, quello del Cammino di San Benedetto.



































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