Vecchia ferrovia Civitavecchia - Capranica in bicicletta
La ferrovia tra Civitavecchia e Capranica in bici potrebbe essere una di quelle Greenway che dà forza al turismo attivo nella Tuscia e non solo. Invece è, al momento, una magnifica incompiuta che è possibile seguire in MTB, con qualche accortezza, ma che resta a tratti insuperabile per un viaggiatore a pedali. Da Civitavecchia, carichi ma ben determinati, abbiamo seguito alcuni pezzi di questa vecchia linea ferrata, ecco come è andata...
Storia di una ferrovia dimenticata
Quella della vecchia ferrovia Civitavecchia - Capranica è una storia risalente al periodo fascista e più precisamente al 1928, l'anno di inaugurazione della linea (l'apertura ufficiale avvenne nel 1929, l'anno successivo). La tratta ferroviaria Capranica - Civitavecchia era parte della più lunga via ferrata tra Orte e Civitavecchia, nata per collegare le acciaierie di Terni al mare.
Per anni i binari videro il trasporto di materiali e prodotti dall'Umria al mare e viceversa. Dopo un tentativo non riuscito di elettrificazione della linea, nel 1961, in seguito ad una frana, si decise per la chiusura defiitiva del tratto tra Capranica e Civitavecchia. Da segnalare tra le opere di pregio che contraddistinguono la vecchia ferrovia quella del viadotto in ferro sul fiume Mignone.

La ferrovia Civitavecchia - Capranica in bici
L'ho detto... È magnifica! Sì, la vecchia ferrovia Civitavecchia-Capranica in bici, nei tratti in cui è percorribile, è un bellissimo percorso che potrebbe dare una forte spinta al cicloturismo nella Tuscia e nel Lazio più in generale. Invece, allo stato attuale, resta un bel percorso MTB tra Blera e Capranica mentre prima è affascinante solamente a tratti.

Personalmente siamo arrivati a Civitavecchia dalla Sardegna e abbiamo iniziato lì la nostra ricerca della vecchia ferrovia. Nella cittadina laziale il traffico di viaggiatori può infastidire chi pedala ma, seguendo strade secondarie, si riesce ad uscire dal centro urbano incolumi. Solo la strada che procede in direzione di Tolfa prima, e del lago di Bracciano poi, appare piuttosto affollata.
Dopo qualche chilometro in cui è necessario prestare la massima attenzione, grazie all'aiuto di un biker locale troviamo un sentiero alternativo alla strada che avevamo tracciato a tavolino, chiusa da un cancello. Il sentiero si rivela un vero single trail tecnico che le ultime piogge hanno costellato di ampie buche e siamo costretti a scendere di sella e spingere, staccando il carrellino e recuperandolo dopo aver concluso il tratto più sconnesso. Risaliamo il pendio ma la storia non cambia: il trail è troppo sconnesso così spingiamo ancora un po' fino a quando la strada migliora e finalmente possiamo torniamo a pedalare divertendoci.
Un altro tratto mediamente sconnesso ci fa perdere tempo, ma alla fine incrociamo la vecchia ferrovia passando sotto al tracciato. Un altro mezzo chilometro di single trail divertente tra alte canne domestiche ci porta a raggiungere il vecchio sedime, esattamente a monte di un viadotto molto suggestivo.
Iniziamo qui il nostro viaggio in bici sulla vecchia ferrovia Civitavecchia-Capranica. Il fondo dell'ex via ferrata, seppur martoriato dagli agenti atmosferici, è in buono stato e riusciamo a pedalarlo tranquillamente. Poco oltre il viadotto incontriamo la prima galleria ferroviaria: accendiamo le lampade frontali e ci infiliamo nelle tenebre facendo attenzione a restare a lato della canalina centrale, a tratti scoperta e pericolosa.
Spasso puro! Il tracciato va avanti così, divertente e pedalabile per un buon tratto. Un altro biker ben informato ci dice che il ponte poco più avanti, sul fiume Mignone, non è fattibile e poco dopo un muro alto 1,5 m circa blocca una delle gallerie più lunghe. Siamo certi che, con la bici scarica e l'ausilio di un compagno di avventure per superare le difficoltà, la percorrenza sarebbe stata possibile ma non di certo carichi come noi. La notizia ci fa studiare un piano B, ma inizia a farsi tardi. Dopo aver acquistato una buona dose di cacio sopravvissano nell'azienda agricola Scolastici, a bordo ferrovia, riscendiamo la valle del Mignone alla ricerca di un ponte. La mancanza di un passaggio praticabile in bici ci costringe a oltrepassare l'autostrada e giungere praticamente di nuovo alle porte di Civitavecchia, a pochi passi dal mare, dove riusciamo a superare il corso d'acqua nei pressi della località Sant'Agostino. Il tramonto è calato e decidiamo di piazzare la tenda sull'argine del fiume.




Pedalando da Blera sui vecchi binari
Il mattino successivo la tramontana sferza i nostri volti e la tenda. Risaliamo il Mignone parallelamente al percorso di ieri, soltanto sul lato opposto. La strada è secondaria e praticamente senza traffico. Dopo alcuni chilometri pressoché pianeggianti (per noi sono stati comunque una sofferenza visto il forte vento contrario), un'impennata sterrata ci appare davanti e in men che non si dica ci fa guadagnare quota.
Un paio di gobbe e raggiungiamo Monte Romano con il castello seicentesco e la vecchia stazione ferroviaria. Fatta colazione e scorta per la sera, riprendiamo la marcia verso Blera su una bella strada secondaria, imboccata alla fine del comune.
Un lieve saliscendi ci conduce alle porte di Blera ma, prima di raggiungerla, incrociamo nuovamente la vecchia via ferrata. Un muretto di contenimento non ci demotiva e intraprendiamo la nostra seconda tratta di ex-ferrovia Civitavecchia-Capranica.



Una prima breve galleria e dei muri di contenimento, oltre ad alcune stazioni ormai diroccate, ci confermano la correttezza del tracciato. Blera è lì vicino e sostiamo davanti alla stazione per sgranocchiare qualcosa. Poco oltre un altro muro ci si para davanti. Stavolta non riusciamo ad aggirarlo e siamo costretti a sollevare bici e carrellino (in realtà dal decadente edificio della stazione esiste un tracciato alternativo sterrato che permette di aggirare l'ostacolo!). Scavalcare il muro non si rivela un'operazione facile, ma alla fine riusciamo ad andare oltre senza dover scaricare e ricaricare tutto.

Il fondo dell'itinerario resta battuto ma lo spazio tra i rovi si restringe fino a far diventare il percorso un single trail. Il carrellino passa, anche se a fatica. Il divertimento per gli amanti del mountain biking, ma anche per i cicloviaggiatori, è assicurato. La vecchia ferrovia prosegue in dolce ascesa superando un paio di gallerie per le quali è meglio essere dotati di luce frontale.
Per un tratto costeggiamo una delle aree naturalistiche della regione Lazio, il parco Marturanum, dove sono evidenti i vecchi binari in acciaio.
Si scollina poco oltre i 400 m di quota, nei pressi della stazione di Barbarano Romano - Veiano. Da qui il percorso è pianeggiante fino a Capranica Scalo dove è d'obbligo un caffè al bar Old Station. Se si vuole proseguire fino a Capranica, dove è possibile ricongiungersi con la Via Francigena, su strada secondaria si ritrova il percorso del vecchio tracciato ferroviario che qui però è ancora ferrato: meglio quindi seguire la strada vicinale parallela.
Si scende un po', passando sotto all'attuale ferrovia e svoltando a destra. Poco più avanti, appena prima di entrare a Capranica, in una vallata idilliaca punteggiata di noccioli e ulivi, si giunge sul percorso della via Francigena. Come puoi intendere, il nostro è stato un zigzagamento dentro e fuori dalla ferrovia.
Ci è stato riferito che viaggiando leggero e con una MTB si potrebbe riuscire a fare anche il ponte sul Mignone e scavalcare il muro presente... riducendo notevolmente i chilometri e percorrendo quello che probabilmente è il tratto più suggestivo. La vecchia ferrovia è mantenuta solo sporadicamente dai bikers locali quindi, durante certi tratti del percorso, rischierai di incorrere nel vecchio sedime invaso dalla vegetazione e dai rovi, in piccole frane o in cedimenti del fondo. Se deciderai di percorrere l'intero itinerario della vecchia ferrovia Civitavecchia - Caranica con una bici gravel o una bici da viaggio tieni a mente quello che abbiamo scritto e... non scordare una sosta all'azienda agricola per fare rifornimento di cacio sopravvissano!




Cosa vedere lungo la vecchia ferrovia Civitavecchia - Capranica
Se stai per affrontare un viaggio in bici lungo i vecchi binari ferroviari da Civitavecchia a Capranica, nel Lazio, preparati a tuffarti in paesaggi collinari verdeggianti, in realtà agro-pastorali, antiche tombe etrusche e in ricostruzioni di navi risalenti a millenni fa.
- Civitavecchia: se stai arrivando dalla Sardegna in traghetto approderai a due passi dal porticciolo storico di Civitavecchia dove al mattino i pescatori puliscono le reti e dove si vedono ancora i resti del Fortino del Lazzaretto. Nei pressi del porto sorge anche Forte Michelangelo che venne iniziato nel 1508 e terminato nel 1537. Il fortalizio deve il nome ad una credenza locale che racconta di come il forte sia stato progettato proprio da Michelangelo Buonarroti. In zona si può vedere anche una bella ricostruzione a grandezza naturale della nave romana Liburna.
- Luni sul Mignone: a pochi passi dal suggestivo viadotto ferroviario sul fiume Mignone si trova un sito archeologico risalente all'Età el bronzo e abitato anche in periodi successivi.Oggi sono ben evidenti alcuni ambienti ricavati nelle alture in tufo
- Borgo della Farnesiana con la chiesa neogotica: è raggiungibile con una piccola deviazione dal tracciato e risale 1850. Lostato atuale è piuttosto decadente
- Blera: con una piccola deviaziobne dal tracciato si può visitare il centro storico di questo borgo a 260 m. Da non perdere anche la parte più antica con il colombario romano e i resti della torre medievale. Ad una manciata di chilometri dal borgo si trova anche il complesso etrusco di San Giovenale con la necropoli
- Capranica: borgo attraversato dalla Via Francigena, è costruito sul tufo ed è racchiuso da due portali. Numerose le chiese e i palazzi storici da visitare oltre al Castello degli Anguillara e al torrione dell'orologio!
Per seguire altri itinerari ciclabili sulle vie ferrate dimenticate, leggi il nostro articolo sulle vecchie ferrovie in bicicletta.
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Leonardo
Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Nuova Zelanda, Balcani, Norvegia e molti altri paesi. Ultimamente ha trascorso dieci mesi in bici nel Sud est asiatico e ha attraversato le Ande in bici.
Sito web: www.lifeintravel.it
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