Le Dolomiti bellunesi sono una zona che conosco molto bene, dato che la mia famiglia ha una casa in Valfiorentina e da quando sono piccolo le ho sempre frequentate, sia d'estate sia d'inverno. Ho tanti bei ricordi legati a quei posti. Quindi, quando mi è capitato sotto gli occhi la pagina del Veneto Trail, non ci ho impiegato più di tanto ad iscrivermi, anche perché quegli 11000 e rotti metri di dislivello erano come ipnotici per me.
Cos'è il Veneto Trail?
Si tratta di un evento unsupported di più giorni, per lo più su sterrato, che si svolge nel mese di giugno. Quest'anno, decima edizione, la partenza era il 20. Non esiste una deadline per l'arrivo, ognuno può impiegarci quanto ritiene, ma l'organizzazione garantisce l'accoglienza all'arrivo solo entro i primi 5 giorni.
Il percorso ad anello quest'anno era di circa 470 km con circa 11200 m di dislivello.
Ammetto che come prima scelta avevo pensato di portarmi dietro la mia fidata bici da gravel, ma dopo aver studiato un po' la traccia ed aver chiesto qualche consiglio in giro a chi l'evento lo conosceva già, ho optato per la mountain bike. E col senno di poi la scelta è stata la migliore, lo posso assicurare.
The day before
Il giorno prima dello start ufficiale parto direttamente da lavoro, appena staccato, per dirigermi a Cittadella (PD), luogo di parenza ed arrivo del Veneto Trail.
L'organizzazione dà anche la possibilità di dormire coi saccapelo all'interno del palazzetto dello sport, base logistica dell'evento, ed io ovviamente colgo l'occasione per acclimatarmi già al mood bikepacking.
Inoltre è anche possibile prendere parte alla cena sociale dell'evento, ma io non mi ero prenotato, non avendo ben chiaro a che ora sarei riuscito ad arrivare a Cittadella. Ma già al palazzetto si respirava una bella aria, di avventura e di condivisione.
Giorno 1
La partenza ufficiale dell'evento ha luogo nella piazza centrale di Cittadella, alle 8:00 del mattino. Usciti dalla città, la traccia si snoda per strade di campagna nella pianura Veneta, passando vicino a Valdobbiadene.
Sale poi al Passo San Boldo per scendere verso Belluno, primo Check Point dell'evento. Non ho un chiaro obiettivo come meta della giornata, più in là riesco ad arrivare e meglio è, anche perchè per dormire, se necessario, non ho problemi ad accamparmi alla meglio con il saccapelo.
Dopo Belluno la traccia prosegue fino a Longarone, con tratti anche tecnicamente molto impegnativi, per poi inerpicarsi finalmente nel cuore delle Dolomiti, verso il passo Staulanza.
Alla fine decido di fermarmi a Forno di Zoldo e non trovando un albergo a un prezzo decente, mi sistemo nel parchetto alle porte del paese, assieme ad alcuni altri cilcisti del Veneto Trail.
Totale di giornata 135 km con circa 2000 m di dislivello
Giorno 2
Dormendo all'aperto la mattina la sveglia è all'alba, volente o nolente, e alle 5:15 sono già in partenza.
Proseguo la salita fino al Passo Staulanza, per poi discendere brevemente sull'altro versante, riiniziando però presto a risalire, su sterrato, verso il Rifugio Città di Fiume e poi su fino alla Forcella Ambrizzola (2277 m).
L'ultimo chilometro prima della forcella è un vero inferno, un tratto di hikeabike decisamente impegnativo per pendenza e tipologia di terreno. Ma dalla forcella la vista su Pelmo da un lato e su Croda da Lago e Cortina dall'altro, ripaga della fatica.
Si prosegue con una discesa tecnica fino al Rifugio Palmieri alla Croda da Lago, per continuare poi con una discesa più tranquilla fino a Cortina.
Dopo Cortina la strada prosegue in falso piano per diversi kilometri, per poi riniziare a salire con pendenze decise, ma su asfalto, fino a Malga Ra Stua, secondo Check Point del Veneto Trail.
Da lì in poi la traccia prosegue salendo ma su sterrato, per poi discendere ripidamente, sempre su sterrato anche a tratti molto tecnico, fino a San Vigilio di Marebbe, entrando quindi in Alto Adige. La mia giornata si conclude a Badia, stavolta in albergo.
Totale 98 km con circa 3400 m di dislivello.
Giorno 3
Questa volta dormo un po' di più e la partenza è per le 7. Anche oggi si inizia subito con la salita, ma al Veneto Trail praticamente esiste solo salita, quindi bisogna mettersi il cuore in pace e le gambe in spalla.
Si passa, per sterrato, dal Rifugio Pralongià, per poi discendere verso Caprile ed il Lago di Alleghe. Si affronta poi la salita per il passo Valles, su asfalto, per poi una volta ridiscesi, salire su sterrato alla Baita Segantini.
Dalla Baita poi si scende fino a San Martino di Castrozza. Successivamente si affronta la salita al Lago di Calaita, dove si trova il Rifugio Miralago, terzo ed ultimo Check Point del Veneto Trail. Io decido di fermarmi dopo la successiva discesa, nel paese di Canal San Bovo, in un B&B.
Totale di giornata 118 km con circa 3500 m di dislivello.
Giorno 4
Oggi partenza non all'alba ma comunque intorno alle 6:30/6:45.
Come ormai abitudine si parte con la salita, esattamente la scalata al Passo Brocon, lunga circa 16 km ma su asfalto. Un buon inizio di giornata insomma.
Dopo il passo si prosegue scendendo un lungo tratto fuori strada per poi riprende con la salita, sempre su sterrato.
È un interminabile segmento in cui non si incontrano praticamente segni di vita umana. È tarda mattinata, ho finito l'acqua da ormai una mezz'ora abbondante, colto impreparato dal nulla che avevo trovato, ed inizio quindi a preoccuparmi un pochino per l'imprevista emergenza idrica.
Fortunatamente una fontanella appare, salvifica, un chilometro abbondante prima della fine dell'ennesima salita e di risbucare sull'asfalto.
Si prosegue quindi lungo un tratto asfaltato di saliscendi, passando anche davanti al Grifone di Vaia del Tesino, una maestosa scultura fatta coi legni abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018.
L'ultima salita del Veneto Trail è Cima Campo; fatica finale per modo di dire, visto che poi mancano altri 70 km circa per rientrare a Cittadella passando per la ciclabile del Brenta e Bassano del Grappa.
The end
Arrivo al Palazzetto dello sport di Cittadella intorno alle 17:00/17:30, stanco ma estremamente soddisfatto del viaggio appena concluso. Sono infatti conscio che tra le salite ripide e i sentieri sconnessi delle montagne, dove la fatica era parsa ogni volta sfidare i miei limiti, si era nascosta anche una profonda sensazione di libertà e leggerezza, circondato dalle meraviglie senza tempo delle Dolomiti.
L'organizzazione dell'evento mette poi a disposizione le docce del Palazzetto per lavarsi e permette anche di dormire nella palestra del Palazzetto, come per la notte prima della partenza.
Io però decido di ripartire verso casa, dopo un piatto di pasta ed una bella birra, offerti sempre dagli organizzatori del Veneto Trail. Infatti il richiamo della possibilità di dormire nel proprio letto e soprattutto per quante ore voglio, vince su tutto.
Ultimi commenti
Community