La ciclabile dell'Adda inizia a Lecco, una delle città lombarde che preferisco: affacciata sul lago di Como, sormontata dalle Prealpi lombarde tra le quali spicca il Monte Resegone, regno dei Promessi Sposi, è una località vivibile e piacevole. L'itinerario cicloturistico lungo l'Adda, che è piacevole da percorrere soprattutto in primavera e autunno, prende il via a Lecco e raggiunge Concesa, poco oltre Trezzo, dove dal fiume nasce il Naviglio Martesana. Dal bivio per Crespi d'Adda, ai piedi della cittadina di Trezzo, potrai seguire il canale Martesana fino a Cassano e poi scegliere se continuare il viaggio in bici verso Milano o se deviare verso sud e la città di Lodi, lungo la Muzza o continuando a seguire l'Adda e la sua ciclovia, ma questa è un'altra storia...
Pedalando sulla ciclabile dell'Adda
Poche pedalate e Lecco lascia spazio al paese di Pescate, fra il lago di Garlate formato dal corso dell'Adda e il Parco naturale del Monte Barro. A Lecco tutto parla di Manzoni e dei suoi Promessi Sposi, ma anche di tranquillità, di pescatori e monti. Il fiume Adda esce dal lago di Como proprio all'altezza dell'inizio della città ed è da qui, oltre il ponte Azzone Visconti, che inizio l'itinerario ciclabile verso sud.
La ciclabile dell'Adda corre in sede propria (a parte pochi metri lungo la statale che si superano sul marciapiede) e costeggia il bacino attraversando giardinetti pubblici piacevoli e freschi (una peculiarità che si nota soprattutto in estate quando il termometro tocca numeri alti!).
Il lago di Garlate, senza particolari attrattive, si stringe rapidamente a imbuto e l'Adda si tuffa inarrestabile nel lago di Olginate.
Il paese fantasma di Consonno
Olginate è una meta ambita per chi vuole cimentarsi nell'ascesa a Consonno, il paese fantasma. Anni fa quando mi è capitata l'occasione di salire lungo i tornanti di Consonno, non me la sono lasciata sfuggire... ma che fatica!
Quello che è certo è che i panorami lungo la salita ripagano totalmente dello sforzo quindi, se ai un po' di gamba o una buona mountain bike, ti consiglio questa deviazione. Consonno è un luogo surreale, anacronistico e forse, da certi punti di vista, anche inquietante. Negli anni '60 lìimprenditore Mario Bagno vide in Consonno il luogo ideale per edificare la città dei balocchi. Prima di cominciare i lavori si impegnò nel realizzare una nuova via di collegamento con la frazione di Olginate. Con il proprio team costruì un albergo di lusso, un ristorante, una balera, un luna park, un minareto e un castello medievale e tanti altri edifici che nell'insieme creavano un'atmosfera davvero unica. Dal 1966 però l'instabilità del territorio provocò delle frane che lentamente portarono al completo abbandono di Consonno trasformandolo in un paese fantasma.
L'Adda come guida verso sud
Tolto anche questo dente, si continua a pedalare sulla ciclabile dell'Adda nella Natura fluviale: in questa parte di percorso i paesi non si fanno scorgere, nascosti come sono dalla vegetazione. I paesaggi sono piacevoli e rilassanti e non è difficile scorgere qualche martin pescatore, una folaga o qualche altro uccello acquatico.
Il corso del fiume e i luoghi che attraversa la ciclabile dell'Adda ispirarono il genio di Leonardo che viveva a Vaprio d'Adda, in casa di Francesco Melzi, il suo allievo più fedele. Qui progettò un sistema di chiuse per facilitare la navigazione delle chiatte merci da e per Milano.
Il periodo sfavorevole, le guerre e la mancanza di fondi fecero inizialmente arenare il progetto.
Superata Brivio con le minuscole frazioni di Toffo e Molinazzo, il mio viaggio in bici verso sud prosegue su strada bianca prima e sentiero sterrato poi. Se avrete già svuotato le borracce, in zona troverete una vecchia fontana con acqua fresca.
In tandem con Leonardo Da Vinci
Il traghetto di Leonardo, a Imbersago, quello strano mezzo di trasporto a corde che permette a due automobili di attraversare il fiume Adda contemporaneamente, lascia davvero a bocca aperta: è possibile che, più o meno 500 anni fa, Leonardo ebbe l'idea di questo incredibile mezzo?
Appoggio la bicicletta a un muretto e resto incuriosita a osservare il funzionamento dell'opera ingegneristica per qualche minuto... poi, con una grande voglia di scoprire il resto del percorso, riparto pedalando su terra battuta verso il Ponte di ferro di Paderno d'Adda. Pochi metri e mi sono accorta di non essere più da sola... Leonardo Da Vinci, ha deciso di accompagnarmi a conoscere alcuni dei suoi luoghi preferiti, di certo non posso lamentarmi della compagnia!!!
Imboccata la ripida salita verso Paderno spingo sui pedali per trascinarmi dietro le borse piene, il ponte di ferro mi osserva perplesso e poco dopo scopro il perchè. Distratta da chissà cosa, sbaglio strada: la ciclabile dell'Adda non si interrompe qui, ma prosegue pianeggiante sotto di me, oltre il ponte di Julius Rothlisberger e non in salita verso il paese! Sono affannata e indispettita, potevo accorgermi dell'errore prima di arrivare in cima, no?
Poco oltre il ponte di ferro del 1889 la ciclabile dell'Adda si divide in due ramificazioni che costeggiano uno dei canali in cui viene diviso l'Adda a causa dei sistemi di dighe e centrali idroelettriche. Scelgo quella di sinistra dalla quale mi sta venendo incontro un altro ciclista.
La terra battuta lascia spazio ad una striscia d'asfalto: la ciclabile dell'Adda ora è tutta per me!!!
Fiorenzo e il Santuario di Santa Maria della Rocchetta
Se si vuole conoscere l'essenza di questo itinerario sull'Adda non ci si può far mancare una sosta ai piedi della ripida scalinata che conduce al Santuario di Santa Maria della Rocchetta, sul Cammino di Sant'Agostino. Il luogo sacro, e storico visto che sorge a fianco di una cisterna romana e di alcuni reperti dell'Alto Medioevo, è gestito da Fiorenzo, il custode del Santuario, un pozzo di informazioni sulla zona.
La disponibilità di Fiorenzo e la sua simpatia ti faranno apprezzare fino in fondo il luogo in cui ti trovi. A poca distanza dal Santuario, fra le rocce acuminate dell'Adda, si dice che Leonardo, ancora lui, abbia preso ispirazione per l'ambientazione de La Vergine delle Rocce... e in effetti, guardando con attenzione, sembra proprio la reale location dell'opera d'arte!
Appena oltre il santuario, il corso dell'Adda si fa più impetuoso e difficile da domare ed è proprio per questo motivo che Leonardo pensò di creare una serie di chiuse che permettessero la navigazione del fiume verso Milano ma anche la risalita nel verso opposto, verso Lecco. L'innovativo progetto, a causa di guerre ed epidemie, vide la luce circa due secoli dopo la morte del toscano che non fece in tempo a godere del prestigio e dei riconoscimenti dovuti.
Centrali e un villaggio operaio
La ciclabile dell'Adda regala davvero tante sorprese: i paesaggi cambiano, la Natura muta, gli edifici si differenziano...
Salutato Fiorenzo mi rimetto a pedalare per un breve tratto in discesa fino a trovarmi faccia a faccia con la prima delle tre centrali idroelettriche della zona: la Bertini, la Esterle e la Taccani che, nelle giornate limpide, insieme al Castello Visconteo di Trezzo si riflettono nelle acque dell'Adda solleticando l'appetito fotografico!
Superata Trezzo, l'Adda si allontana temporaneamente dalla ciclabile cedendo il ruolo di protagonista al canale della Martesana che giunge fino a Milano. Chi avesse tempo, come è capitato a me durante il viaggio in bici sulla ciclovia dei tre fiumi, potrà attraversare l'Adda con il passaggio pedonale e, in pochi minuti, trovarsi nel villaggio operaio ottocentesco di Crespi d'Adda.
Ruote d'acqua fra i borghi lombardi
Tra i paesaggi e la brezza fluviale, si pedala lungo la Martesana scorgendo, di tanto in tanto, il fiume Adda alla sinistra e, a un certo punto la foce del Canale Villoresi a destra. A Vaprio si attraversa la strada asfaltata prima di rientrare sulla ciclabile dell'Adda vera e propria e proseguire il viaggio verso Cassano. Poco prima dell'attraversamento una vecchia ruota d'acqua, attira l'attenzione degli avventori, ciclisti o camminatori che siano: la forma, direi perfetta, lo stato di conservazione e la posizione ne fanno un gioiello da preservare.
In questo tratto di ciclabile rallenta ancora un po': ogni scorcio potrebbe essere quello giusto da immortalare. La ruota di Groppello, chiamata Rudun e voluta da Carlo Borromeo, è un altro esempio di ruota d'acqua ben conservata. Questa opera idraulica non è un mulino come potrebbe sembrare, ma una noria ossia una ruota in grado di sollevare l'acqua, e in questo caso specifico, sollevare l'acqua per poterla convogliare in un sistema di irrigazione.
Poche pedalate ancora e i colori pastello delle case di Cassano decretano la fine della pista ciclabile dell'Adda, ma il viaggio in bici può continuare... verso Milano o Lodi, magari lungo la ciclovia dell'Adda, a te la scelta!
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