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San Marino in bici: itinerario tra la Romagna ed il terzo stato più piccolo d'Europa
Scritto da Gotico
Finalmente mi sono ritagliato due belle giornate di fine marzo per esplorare il comune di Rimini in bici; così è nato un weekend di cicloturismo in Romagna. Il primo dei due percorsi mi ha condotto ad esplorare la Val Marecchia, San Marino e San Leo, un territorio che comprende località storicamente appartenute alla signoria dei Malatesta ed altre contese ed occupate dai Montefeltro.
Le due famiglie, vicine e rivali, fortificarono tutti i villaggi, sia quelli in valle che sui colli. Tali fortificazioni costruite in pietra locale si innestano perfettamente nel paesaggio selvaggio, come gemme spontanee, e scoprirle in bici è stato fantastico.
La ciclabile della Val Marecchia
Il comune di Rimini, come ogni luogo della nostra bella Italia, è carico di storia.
Due sono i principali corsi d’acqua, il Marecchia che ha le sue sorgenti in Toscana, all’Alpe della Luna, vicino a quelle del Tevere, ed il Conca che nasce dal Monte Carpegna. Questi due fiumi sono separati dal monte Titano ovvero il territorio della Repubblica di San Marino.
Parto da Sant’Arcangelo di Romagna, col suo nucleo antico racchiuso dalla cinta muraria quattrocentesca. Mi sposto lungo la ciclabile che affianca la via Santarcangiolese sino all’altezza di Poggio Berni per poi svoltare a sinistra e prendere la pista bianca sull’argine sinistro del fiume Marecchia proseguendo in direzione delle colline. Il percorso presenta lunghi tratti pianeggianti e qualche dolce salita.
Primo luogo di interesse è il santuario eremo Madonna di Saiano, abbarbicato su uno sperone di roccia. Per raggiungerlo la salita è breve ma intensa.
Vi si trovano la chiesa, la sacrestia, i ruderi delle antiche fortificazioni e la torre cilindrica di foggia bizantina, ora in restauro per realizzare al suo interno delle stanze da affittare ai pellegrini. Da quest’oasi di pace interiore si ha una suggestiva paesaggistica sulla Val Marecchia. Tornato sulla ciclabile un tizio mi confessa che è possibile poco più avanti attraversare il fiume grazie ad un ponte che però in questo periodo latita allorché, data la sua esigua portata guado il Marecchia a piedi nudi. Questo piccolo episodio mi carica di gioia e rende il tutto più unico e selvaggio. Per quanto mi piacciano i percorsi Kneipp mi sbrigo in quanto l’acqua è davvero gelida e appena fuori godo del contrasto termico. La ciclabile prosegue sulla destra del Marecchia sino a Ponte di Santa Maria Maddalena ove sono costretto a prendere il ponte e tornare sulla sinistra del corso d’acqua. Il ponte successivo presso Secchiano è il punto di svolta, a sinistra, per mirare San Leo.
Salita al borgo di San Leo
La strada asfaltata che sale dalla località di Piega è poco trafficata e la sua bontà sta nel fatto che rimane sempre visibile la rupe calcarea a fianchi scoscesi alla cui sommità troneggia l’imprendibile fortezza. Pedalata dopo pedalata salgo tagliando anche per una stradella bianca con pendenze a tratti importanti. L’ambiente rimane aperto e maestoso sin quasi a toccare l’enorme frana che sosta alla base della rupe.
Entrare nel borgo di San Leo significa viaggiare a ritroso nel tempo, nel più genuino medioevo e non solo. In questi luoghi io mi sento bene.
Per motivi di tempo non visito l’enorme millenaria rocca ma folleggio tra la Pieve del IX secolo, dall’architettura protoromanica e la cattedrale in stile romanico del 1173. Alla base poi della torre campanaria sul sottostante affioramento roccioso si trovano incisioni rupestri risalenti alla preistoria. In questa straordinaria giornata di sole ho modo anche di condividere la mia gioia con un gruppo di ragazzi in cammino lungo i tanti sentieri della zona. Per pranzo obbligatoria la piadina.
La Repubblica di San Marino
Scendo lungo la SP 22 ed all’incrocio indicante San Marino a destra riprendo a salire. L’ascesa in val Caldara è più dolce rispetto al pendio poco prima pedalato. Giungo sulla cresta della collina di Montemaggio, da dove ammiro dov’ero e dove andrò. Confesso che le strade non sono tenute in maniera eccellente ma va bene lo stesso, in fondo pedalo con una MTB. La discesa è bella arcigna, con pure dei tornati ciechi molto veloci.
Mi fa molta tenerezza entrare così, quasi di soppiatto, in un’altra nazione, la terza più piccola d'Europa; capisco di essere a San Marino dal cartello che scorgo lungo la stradella sulla sinistra mentre sono in piena caduta libera verso il fondovalle.
Il centro storico di San Marino, patrimonio dell’Unesco, si trova arroccato sulla cima del monte Titano. La salita che scelgo per raggiungerlo è ovviamente tutta pedalabile e sino a circa metà della stessa tocca pendenze anche del 20%.
Oggi è sabato dunque c’è molta gente a passeggio ma riesco comunque a girare con agilità nella storica città: austera, pulitissima, impeccabile. Il panorama è notevole e spazia dal mare all’entroterra romagnolo e marchigiano.
Mi aggiro per San Marino in bici: è possibile fare la spola fra le tre torri, i simboli della repubblica, poste a ridosso del crepaccio; le prime due sono facenti parte di un complesso fortificato, la terza invece rimane sola ed isolata.
Non sono l'unico ciclista presente, sta di fatto che (chissà come mai…) i turisti e le persone in genere mi vedono come un alieno, o come una persona speciale in sella alla mia mountain bike, e spesso dispensano sorrisi e complimenti. La bici crea buonumore, fiducia, amicizia.
Il ritorno dal borgo di Verucchio
La giostra prosegue e mi vedo nuovamente a correre forte in discesa lasciando San Marino in bici per tornare in Valmarecchia ma non prima di attraversare e visitare il borgo di Verucchio, l’ennesimo meraviglioso centro abitato, che come San Leo si fregia della qualifica di “borgo più bello d’Italia”. Al tramonto si allungano le ombre, i contrasti si intensificano ed i mattoni degli edifici storici arrossiscono al mio passaggio. Di maiuscolo impatto la rocca Malatestiana sorveglia la piana sino a Rimini, parte del territorio di san Marino e comunica direttamente con la rocca Torriana. Alcuni storici di spicco hanno definito questi pacifici e straordinari balconi uno dei paesaggi più pittoreschi ed incantevoli al mondo, e non sarò certo io a contraddirli.
Poco sotto Verucchio c'è il ponte sul Marecchia che mi permette di tornare a Sant’Arcangelo di Romagna. Naturalmente è possibile riprendere la ciclabile della Val Marecchia lungo il fiume e seguire a ritroso il percorso fatto in mattinata ma preferisco sfruttare le scie dei veicoli a motore e battere la statale per fare un po’ prima.
Sono assai soddisfatto e carico per un’altra (diversa) giornata di cicloturismo in Romagna, alla scoperta di San Marino, San Leo, l'entroterra di Rimini e la Val Marecchia.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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