La strada continua a salire docilmente e dietro l'ennesimo valico scorgo in lontananza un carro tirato da due cavalli magri ed emaciati. Padre e figlio siedono a bordo trasportando alcune balle di fieno che andranno a rimpinguare le esili scorte di cibo per gli animali. La scena mi proietta indietro di 50 anni quando, nei racconti di mia madre, le automobili erano roba da ricchi anche in Italia e la vita aveva ritmi docili e meditati come i cavalli che trainavano quel carro. Proseguo fino ad un ennesimo valico da cui si domina gran parte del Plitvice National Park. Sull'intersezione con la rotta principale che da Zagabria conduce a Spalato trovo un camping e mi ci butto a capofitto nonostante non abbia ancora raggiunto la meta dell'ingresso al parco e il sole sia ancora alto all'orizzonte: la stanchezza ed il dolore prevalgono sulla mia volontà di proseguire. Mi dico che domani sarà tutta un'altra cosa, consapevole del fatto che "riposerò" visitando il parco.
























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