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Viaggio in Corsica in bici... cicloturismo in solitaria
Il mio primo viaggio in solitaria, in Corsica in bici, non poteva essere effettuato se non in un'occasione speciale ed infatti è stato il mio regalo di laurea. La programmazione è stata a dir poco approssimativa visto che nel pomeriggio di un venerdì mi sono messo a pensare al viaggio (doveva essere realizzabile in una sola settimana, vicino, economico e in un paese dove la temperatura fosse accettabile anche ad inizio febbraio) e la domenica sono partito. Inizialmente l'idea era quella di percorrere un tratto della ciclabile del Danubio: vicina al "mio" Trentino ma certamente lontana dal "caldo" che cercavo... scartata! Altra idea: la Camargue e la costa meridionale della Francia fino a Barcellona (dove sarei andato a far visita ad una zia): troppo distante... non è fattibile!
1a tappa: Bastia - St. Florent Km 133
I primi chilometri sui pedali sono sempre quelli più strani: quel peso sulla ruota posteriore non è una cosa abituale e ci vuole qualche minuto per adeguarsi. Poi tutto diventa più naturale: la salita più lenta, il rapporto più agile, la discesa meno stabile... e sono già fuori Bastia, oltre Erbalunga: il traffico inizia a diradarsi e qualche ciclista di passaggio, dopo uno sguardo misto tra invidia e stupore, accenna un saluto che io ricambio. Non c'è un attimo di sosta, la costa frastagliata ha imposto di costruire una strada che vi si adegui ed è tutto un dentro e fuori, un "mangia e bevi" massacrante per le mie poco allenate gambe. Nel frattempo mi avvicino a Cap Corse e la strada inizia a salire seriamente per effettuare l'attraversamento da est a ovest dell'estrema propaggine. Lasciato sulla sinistra Rogliano, sento un leggero rumore sul posteriore, mi fermo e mi accorgo che è saltata una delle due viti che assicuravano il portaborse al telaio della bici. Sono costretto a proseguire cautamente fino al prossimo paese ed in cima alla salita, ad Ersa, trovo un gentile contadino al lavoro che mi mette a disposizione la sua attrezzatura: in quattro e quattr'otto la vite è sostituita e sono pronto a ripartire in picchiata verso Centuri, non prima di aver ringraziato il buon uomo e dato un ultimo sguardo alla punta nord dell'isola.
A Centuri scendo fino al porto (4 km) e pranzo con una baguette e del prosciutto corso, a fianco di alcuni marinai con il viso bruciato dal sole anche a Febbraio. Dopo poco riparto: nonostante abbia percorso 70 km sono solo a metà strada verso St. Florent. A proposito, diffidate delle distanze segnalate sui cartelli stradali, sono molto approssimative e solitamente lo sono per difetto! Ora la strada più tortuosa e stretta, è praticamente di mia proprietà: ho incontrato circa 10 auto in un intero pomeriggio. Il panorama è spettacolare e per poco, a causa della distrazione, non investo un gregge di capre che attraversa diligentemente la strada. Dopo questa breve sosta forzata riprendo con più vigore la pedalata e lasciandomi alle spalle i paesi di Pino e Nonza, raggiungo sfinito St. Florent al tramonto.
2a tappa: St. Florent - 15 km da Galeria Km 99
Proseguendo la mia strada, dopo questa particolare interruzione, oltrepasso alcuni agglomerati di case (non riesco a chiamarli paesi, sono quattro o cinque case raggruppate) facenti parte del comune di Santo Pietro ed inizio la discesa che mi porterà al paese di Ile Rousse. La strada è tranquillissima (avrò incontratosi e no 5 auto) finchè non si raggiunge il termine della discesa, una quindicina di km prima di Ile Rousse. Da qui in poi, fino ad arrivare a Calvi, la strada è piuttosto trafficata anche se c'è un'ampia corsia di emergenza da sfruttare. Arrivato a Ile Rousse mi fermo al porto a mangiare la frutta fresca che avevo acquistato in precedenza ed inizio a preoccuparmi per quelle grosse nuvole che si vedono all'orizzonte.
3a tappa: 15 km da Galeria - Porto Km 73
Dopo una breve deviazione per far visita al paese (un pò fuori dalla strada), ritorno sulla retta via verso Partinello e poi Porto. Dopo un paio di km scopro che mi attende una salita di 11 km (in realtà sono 12!) fino alla bocca di Palmicella. Le pendenze non sono proibitive ma con 30 kg di bici la fatica si sente. Inoltre, come il più classico degli appuntamenti quando intraprendo un viaggio in bicicletta, ecco la foratura! In salita per di più... e va bè, almeno si riposa un pò. Giunto in cima il vento mi costringe a tenere ben salde le mani sul manubrio ed io stremato, scopro di essere giunto "soltanto" a quota 400 m. Ancora una volta i lavori di allargamento della carreggiata mi costringono a percorrere circa 10 km di discesa sterrata. Il golfo di Girolata e le mille spiaggette che si alternano alle scogliere sono uno spettacolo suggestivo visto dall'alto della strada. Raggiunto il paese di Partinello si scende in picchiata fino a... risalire per altri 3-4 km prima di poter finalmente riposare nel bellissimo paesino di Porto.
Oggi ho concluso il mio tragitto in bici piuttosto presto e così mi godrò un pò il "mare d'inverno". Mentre passeggio per le strade deserte del paese, penso alle centinaia di persone che lo devono affollare l'estate e credo di essere fortunato ad avere la possibilità di girare nel silenzio rotto soltanto dallo sbattere dell'acqua sulle rocce.
4a tappa: Porto - Propriano Km 160
5a tappa: Propriano - Solenzara Km 113
Ma torniamo a questa mattina: la partenza verso le 7.30 da Propriano è assolutamente necessaria se voglio riuscire ad arrivare stasera a Ghisoni, salendo fino ad Aullene, Zicavo ed il col de Verde. Si parte in direzione Sartene e dopo 3-4 km di salita, dietro una curva spunta un magnifico villaggiosulla cresta della collina, con viuzze strette ed una piazza luminosa, simile a molte cittadine umbre o toscane. Da Sartene ridiscendo sul fondovalle (scopro solo ora che potevo evitare la deviazione per Sartene e relativa salita, ma meglio così, mi sarei perso un bellissimo borgo!) e prendo la direzione di Aullene, verso l'interno dell'isola. La strada inizia a salire, dolcemente ma costantemente. Dopo oltre 30 km di salita mi ritrovo ad Aullene, a 850 m sul livello del mare. Qui mi aspetta la decisione: proseguire verso l'interno e "correre" a Zicavo e Ghisoni completando l'idea originale del tour con passaggio da Corte, oppure rinunciare alla soddisfazione dei passaggi in quota e ridiscendere (dopo aver comunque superato un passo a 1250 m) verso la costa orientale per raggiungere comodamente nella giornata di domani Bastia e concedersi la domenica di riposo? Consulto l'orologio, chiedo consiglio ad un signore del paese gentilissimo che oltre ad indicarmi la via del mare mi racconta un pò di storia del paese ed alla fine dò retta alla testa e alle gambe, senza ascoltare il cuore e mi dirigo verso est, a Zonza e poi verso il mare. Ogni km che faccio sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta: in fondo attraversare dei luoghi, per belli che siano, senza aver la possibilità di sostare ad ammirare il paesaggio o a discuere (?!?) con la gente locale perchè "sennò diventa notte" è il ritornello che ti ronza sempre in testa, non è certamente lo spirito di un viaggio in bicicletta, basato sulla "lentezza" e la "scoperta" della strada percorsa.
Dopo questa breve (o forse troppo lunga) digressione sul mio conflitto interiore, torniamo al percorso. Da Aullene a Zonza la strada è come sulla costa: scende e poi risale. In paese posso godermi una sosta pranzo degna, consapevole del fatto che oggi non avrò bisogno di accendere le luci sulla mia bici prima di arrivare a destinazione. E poi ora mi aspettano 10 km di salita (500 m di dislivello) per arrivare al col de Bavella (1243 m). Una volta in cima le nubi mi avvolgono ed allora, fatta la foto di rito ed indossata la giubba anitvento, via in discesa per una decina di km. I restanti 20 sono di nuovo u "mangia e bevi" taglia-gambe. Una breve discesa infine mi riporta sul mare a Solenzara, facendomi concludere in un solo giorno la traversata dell'isola da Ovest ad Est.
6a tappa: Solenzara - Bastia Km 115
Lasciando da parte i sentimentalismi, torniamo alla tappa odierna: da Solenzara a Bastia la strada è dritta e molto meno ondulata rispetto a quella della costa mediterranea. Ed anche il paesaggio è più monotono. Sicuramente la tappa meno interessante dal punto di vista paesaggistico: se potete evitare questa strada (come d'altronde avrei voluto fare io), fatelo! Per animare un pò la giornata ci voleva il classico imprevisto e così... alla mattina, come sempre, sveglia verso le 7.00 e partenza un'oretta più tardi.
Questa volta, fatta colazione e pagata la camera, parto senza ritirare la carta d'identità. Il problema è che me ne accorgo dopo 60 km di strada. Ed ora che fare? Girarmi e tornare a prendere la carta, costringendomi a percorrere 120 km in più ed a "perdere" una giornata oppure proseguire fino a Bastia, cercare un improbabile bus e tornare indietro, sperando di riuscire a far rientro in città per il lunedì mattina? Sono troppo stanco (voi forse direte pigro) e così opto per la seconda ipotesi. Aumento un pò il ritmo e faccio il mio ingresso a Bastia, concludendo di fatto il mio viaggio ciclistico, verso le 13.30! Il problema è che sabato (oggi) e domenica non ci sono pullman che portano a Porto Vecchio (Solenzara è sulla strada) ed i taxi chiedono una cifra spropositata. L'unica soluzione è lasciare la carta dove sta ed andare alla "gendarmerie" per scoprire se posso comunque tornare in Italia. Con mia sorpresa la gentilissima "vigilessa" che mi accoglie in cinque minuti compila un modulo di smarrimento e dice che con quello non avrò problemi. A far poi tutte le denunce e carte del caso ci penserò una volta a casa. Posso così rilassarmi e con calma cercarmi un albergo, girare un pò per Bastia e... trovarmi qui a scrivere in un bar festeggiando la conclusione dell'ennesima avventura in bici con una bella birra!
A Bastia
E' giunta l'ora di trarre le conclusioni di questa mia "bellissima follia" (come l'ho definita prima di partire). Il viaggio si conclude e la malinconia (come tutti gli ultimi giorni) mi accompagna. Che dire di più: questo viaggio in Corsica in bici, molto meno "esotica" di quello degli USA on the road ed meno "avventuroso"del viaggio in Patagonia in bici , ha sicuramente per me una valenza particolare: in primo luogo perchè è un pò come un regalo di laurea che mi sono voluto fare e quindi rappresenta uno spartiacque nella mia vita, un pò perchè è il primo viaggio "in solitaria" che faccio nonostante abbia sempre espresso il desiderio di provarci prima o poi. Molti mi dicevano:" è malinconico viaggiare da soli, lascia perdere!". Bè, ora posso sicuramente rispondere che non lo è certamente in questo tipo di viaggio, dove si affrontano paesaggi silenziosi ed isolati. Probabilmente lo sarebbe di più se ci si trovasse soli in mezzo alla gente, dove il proprio isolamento verrebbe accentuato dallo spirito di aggregazione tutt'attorno.
Per quel che riguarda la Corsica, mi resta il piccolo rammarico di non aver visto la parte interna: Ghisoni, il col de Verde, Zicavo, Corte; ma sicuramente la costa occidentale e il Cap Corsevalgono tutte le descrizioni positive sentite fino ad ora. E forse le valgono ancor più in un periodo come questo (Febbraio), "fuori stagione". Deliziosi anche i paesi di Aullene e Zonza nell'interno, così come Sartene. Un pò meno interessante, ma questo lo si sapeva già prima, la costa orientale, soprattutto per i ciclisti che si trovano ad affrontare una strada molto trafficata e poco "panoramica". La cittadina di Bastia, per quel che ho potuto vedere in mattinat, è carina: concentrata attorno al porto vecchio, con la cattedrale che lo sovrasta e la cittadella all'interno delle mura in alto.
Orevoire, Corsica!
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico