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Molise in bici: alla scoperta della Regione che non c’è

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Alzi la mano chi sa qualcosa del Molise oltre che ha due province soltanto…mmm…quali?! Ah si, Campobasso e Isernia! Ecco, anche Susanna e io facevamo parte della stragrande maggioranza che ignoravano del tutto questa regione fantasma. Quando dicono che non c’è, m’immagino come sull’Isola Che Non C’è cantata da Edoardo Bennato, un luogo fantastico dove tutto è possibile e i sogni si avverano. Proprio per questo abbiamo pensato di prendere la “seconda stella a destra” e andare per conoscere meglio il Molise in bici, lentamente.

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49 molise in biciQualcuno ha detto che il Molise in bici non è piatto e aveva ragione. Il Molise è tutto meno che piatto e chissà perché ci è venuto in mente di verificare! Chi ci si avventura in bici deve essere preparato a salite improvvise, ripide e lunghe sia su asfalto che sterrato.

Se poi si pensa di improvvisare o si sbaglia direzione pagare pegno significa soffrire e spingere a zig zag la bici carica. Ma anche questo è il Molise. Il Molise esiste eccome ed è splendido, ma nessuno ne parla, nessuno lo pubblicizza e forse pensiamo di intuire che se anche in molti si lamentano di questo silenzio, a tutti va bene così. Ci è sembrato di percepire un fiero distacco dalle frenetiche politiche turistiche che in altre regioni hanno finito per alterare e depredare territori interi. Una gelosa e inconscia conservazione di un territorio ancora integro che accomuna i piccoli borghi in un sereno isolamento. 05 molise in biciTant’è vero che seppur la transumanza è quasi del tutto scomparsa, rimangono e vengono orgogliosamente segnalati ancora gli antichi “tratturi”, storici passaggi di greggi attraverso i verdi pascoli. Il Molise è anche Storia. Quella studiata a scuola, alle elementari dei miei tempi. I Sanniti prima e i Romani poi hanno lasciato pregevoli segni delle loro civiltà che rimangono delle perle nascoste di questa terra. Storia che si assapora anche nei cibi semplici dalle origini lontane nel tempo, nei piatti rustici, ma saporitissimi. Gusti intensi e decisi come le salite. Il Molise è Natura. Con i suoi verdissimi panorami spalancati su un susseguirsi di colline, dossi, boschi e profonde vallate che proseguono a perdita d’occhio fino a incontrare le creste innevate dei Monti del Matese; con i suoi parchi, le riserve naturali e la sua ricca fauna che li popola.26 molise in bici

1° tappa | Termoli - Bonefro

Il Molise inizia a Termoli, unica cittadina costiera, facilmente raggiungibile con il treno e importante turisticamente. Dalla stazione si arriva facilmente al centro pedonale e storico dove si trovano molte strutture alberghiere. 002molise   TermoliUna veloce visita al cuore pulsante della città e al vicolo più stretto d’Italia “a rejecelle”, che si contende il curioso titolo a suon di centimetri con il non distante vicolo più stretto di Ripatransone nelle Marche, e ci dirigiamo verso la ciclopedonale che, costeggiando il porto, si dirige verso sud. Pochi metri di pedalata e ci fermiamo davanti al curioso monumento dedicato all’incrocio tra il 42° Parallelo Nord e il 15° meridiano Est, punto che viene considerato il centro del fuso orario e ne determina l’ora dello stesso.004molise   43° Parallelo

Sotto un cielo grigio ancora pesante dalle recenti piogge abbandoniamo la ciclopedonale che fa parte della ben più lunga Ciclovia Adriatica. Attraversiamo l’ormai tranquilla zona industriale di Termoli seguendo per un tratto il corso del Biferno fino ad attraversarlo per prendere la solitaria Strada Sannitica Vecchia. Mentre percorriamo un breve tratto sulla statale ci guardiamo attorno presagendo le salite che ci aspettano visto che su ogni cocuzzolo si ergono invitanti e quieti borghi.

Imbocchiamo una traccia fangosa in mezzo ai campi e ci impantaniamo subito. 01 molise in biciNei giorni scorsi era piovuto, ma scioccamente non avevamo previsto questo pantano. Risaliamo il corso del torrente Cigno fino alle Piane di Larino per poi salire a Ururi. La gente si dimostra subito curiosa e gentilissima indicandoci l’unica fontanella funzionante nel paese, altrimenti di difficile individuazione. Incontriamo la prima delle molte strade chiuse o dismesse per le auto, ma perfettamente percorribili con le bici

04 molise in bici

Qualche crepa nell’asfalto e qualche cedimento la rende insicura ai veicoli, ma noi ci divertiamo un sacco in completa solitudine attraversando queste inimmaginabili e sconfinate ondulazioni verdissime e circondati da moltissime pale eoliche. Un contrasto stridente: da un lato l’aspetto rurale e arcaico e dall’altro ingegneria futuristica.02 molise in bici

Uno sterrato sconnesso e ripido ci costringe qualche metro a spingere le bici a mano. Crediamo che, essendo il primo giorno, non “si abbia ancora il Molise nelle gambe” e che i prossimi giorni queste salite saranno meno ostili. Ci sbagliamo alla grande, come potremo constatare più volte. Dopo Montorio nei Frentani la Strada Comunale Acquafredda ci mette ancora a dura prova. Finalmente arriviamo a Bonefro e per la prima giornata basta così. Siamo arrivati durante l’ultimo giorno della festa di San Nicola, ma dalla stanchezza non siamo riusciti a vedere i fuochi d’artificio.03 molise in bici

2° tappa | Bonefro - Campobasso

All’ombra l’aria è frizzante, ma il sole picchia già di mattina. Prendiamo una strada sterrata che affianca a sinistra la SP146 e ci fa subito sudare su saliscendi impegnativi. Alla piccola frazione di San Vito veniamo praticamente circondati da cani che, fuoriusciti dai loro recinti, ci ringhiano contro per un bel po’. Poi avremo tempo di farci l’abitudine visto che l’andazzo sarà questo un po’ ovunque in Molise. Dispiace che non fossero cani randagi, ma cani domestici, aggressivi e liberi di entrare e uscire dalle loro case senza nessuna sorveglianza.

La solitudine è palpabile. Alterniamo stradine secondarie a tratti su strada statale, ma ovunque non c’è nessuno. In queste condizioni anche una statale diventa splendida. A Ripabottoni per fortuna ci arriviamo dall’alto! È un paese ripidissimo dove è impossibile non trovare salite al 18-20%. 024molise in bici   RipabottoniSolo la via centrale è in pendenza lieve. Percorriamo bellissime stradine, sempre impegnative, fino ad incrociare la scorrevole Strada Statale 87 Sannitica. Passiamo per Campolieto e Campodipietra e i freni iniziano a fumare in discesa.21 molise in bici Una ripida e interminabile salita ci sfianca prima di iniziare la “calata” verso Campobasso.Chissà perché tutti i paesi e città che hanno Campo come prefisso in realtà sono tutti appollaiati su colline ripide che di campo non hanno proprio nulla! Il traffico ci disturba parecchio abituati come siamo al profondo nulla che abbiamo attraversato. Superata la cinta difensiva fatta di clacson, stridii, automobilisti sbadati e nevrotici che tentano di metterci sotto, autobus e puzzolenti gas di scarico, Campobasso si placa e si lascia attraversare quasi tranquillamente. Notiamo che i nostri soliti 70-80 chilometri giornalieri sono diventati 45-55 tanto per ribadire che il Molise assolutamente non è piatto.25 molise in bici

3° tappa | Campobasso - Bojano

Prima di partire ci fermiamo in un provvidenziale autolavaggio per togliere dalle bici un po’ di fango accumulato nei giorni precedenti e approfittiamo della sosta per sostituire le pastiglie dei freni che oramai fischiano e grattano rabbiose, troppo usurate. Saliamo alla splendida Ferrazzano e chiacchieriamo con diverse persone che, incuriosite dai nostri bagagli, vogliono saperne di più del nostro viaggio in bici.030molise   Ferrazzano

Al mercato di Mirabello Sannitico incontriamo un simpatico venditore ambulante al quale comperiamo i suoi prodotti a chilometro meno di zero. Da qui in poi ci rendiamo conto di essere finiti in un “cul de sac”: per uscirne soltanto salita dove anche le macchine in prima marcia fanno fatica. 27 molise in biciFatichiamo a testa bassa, grondando sudore e spingendo le bici a mano, zigzagando perché non si riesce nemmeno a spingere direttamente in su. 34 molise in biciRiguadagniamo le creste e le splendide dorsali panoramiche prima di raggiungere Cercepiccola e, ai piedi di Sepino, l’unica breve zona quasi piatta del nostro giro. 35 molise in biciSeguendo il vecchio tratturo Pescasseroli-Candela attraversiamo Porta Benevento e ci ritroviamo nel bel mezzo del sito archeologico di Altilia. 36 molise in biciPedaliamo su una strada lastricata di più di 2000 anni.Chiudendo gli occhi immaginiamo lo scalpiccio di vecchi sandali in cuoio e lo scricchiolare delle ruote in legno dei carri colmi di foraggio. In pochi metri veniamo risucchiati dalla Storia. Anche le erbacce che crescono e invadono il sito contribuiscono ad alimentare un sentimento nostalgico di tempi che non conosceremo mai. Sbadatamente e senza rispetto appoggiamo le bici alla fontana del Grifo, speriamo di non aver irritato lassù qualche antico Nume tutelare.

38 molise in bici

Attraversiamo Porta Bojano e seguiamo ancora brevemente il tratturo prima d’infilare una sorta di pedemontana che ci porta a Guardiaregia. In vista delle prime case di Bojano sostiamo alla Sorgente del Biferno. L’acqua sgorga limpida da sotto una fenditura della montagna e forma una sorta di laghetto. Vien quasi voglia di rinfrescarci e fare un bagno, ma non crediamo sia possibile.42 molise in bici

4° tappa | Bojano - Carovilli

Oggi ci dirigiamo verso Carovilli passando per Cantalupo nel Sannio, Pasterna, Isernia e Miranda. Iniziamo su tranquille stradine alternando facili sterrati ad asfalto solitario. Dopo un breve tratto di statale passiamo dalla parte opposta della valle attraversando Indiprete. In lontananza si inizia a scorgere l’imponente sagoma della Basilica Minore dell’Addolorata risalente al 1890. Con continui e impegnativi saliscendi finalmente raggiungiamo l’austera Basilica da cui si gode una vista magnifica.46 molise in bici

Da qui abbiamo due possibilità: una, poco invitante, percorre per diversi chilometri la statale 17; l’altra più attraente segue per un tratto il Tratturo Pescasseroli-Candela. Siamo in Molise in bici e non vuoi mettere le ruote sulla traccia di un vecchio tratturo? O meglio, sovrapporle alle orme lasciate da mandrie e greggi?

Il primo tratto è bello, scorrevole e in discesa, tanto in discesa da farci pensare che piuttosto che ritornare indietro in salita saremmo andati avanti imperterriti qualsiasi cosa avremmo avuto davanti. E così è stato. La strada è diventata mulattiera, poi si è ristretta a sentiero boscoso e infine abbiamo trovato fango smosso e calpestato, ancora pregno delle piogge dei giorni precedenti. 48Quindi avanti spingendo le bici e cercando di non impantanarci troppo. La ricompensa è stata sboccare in una magnifica e solitaria radura tutta gialla di ranuncoli in fiore. Riprendendo l’asfalto, pressoché deserto, scavalchiamo le ultime verdi colline e precipitiamo in discesa alle porte di Isernia. A differenza di Campobasso, Isernia è meno caotica e più ordinata. Attraversiamo facilmente il centro per dirigerci verso Miranda. Anche se non è molto ripida la salita si fa sentire a causa della temperatura e dell’umidità, assente altrove. Gli ultimi chilometri sono più scorrevoli con panorami aperti verso il Macerone e i monti dell’Abruzzo in lontananza.49 molise in bici

Anche qui veniamo circondati e rincorsi da diversi cani, con la variante che se anche richiamati dalla padrona, loro hanno continuato a rincorrerci. Abbiamo provato di tutto: continuare a pedalare, a fermarci, a camminare spingendo le bici, a gridare provando a spaventarli mostrandoci aggressivi… niente da fare. Loro imperterriti ci stavano a 50 cm ringhiando minacciosi. Alla fine non è successo nulla, ma non si sa mai come potrebbe finire. A Carovilli siamo entrati nella Storia, nel senso che abbiamo conosciuto Avio, proprietario del B&B La Dimora del Sergente e dell’Osterija dei Tratturi che, con i suoi racconti ci ha fatto sentire quanta storia ci ruotasse attorno. È stato un altro di quegli incontri che vorresti sempre fare durante un viaggio.

5° tappa | Carovilli - Civitanova del Sannio

La direzione è Vastogirardi ma prima attraversiamo la Riserva Naturale Statale di Montedimezzo. Davanti agli eloquenti cartelli che invitano gli automobilisti a fare attenzione agli orsi non sappiamo se preoccuparci o curiosare attorno: magari un orso lo vediamo davvero. 54 molise in biciGuadagniamo ancora quota finché scorgiamo lontane cime ancora innevate alle quali non sappiamo esattamente dare un nome. Raggiungiamo Vastogirardi a 1250 metri di quota, il punto altimetrico più alto del nostro giro. 56 molise in biciDopo aver visitato i resti di un Santuario Sannitico, percorriamo con le bici a mano diverse scalinate che solcano il bel paesino. Seduti su una panchina osserviamo l’andirivieni pacato degli abitanti. Tutti parlano con tutti, tutti si conoscono e si scambiano saluti. Dal cofano di una macchina spuntano borse e cassette piene di pesce fresco proveniente dai mercati di Vasto. Intuiamo che a Vastogirardi non ci sia una pescheria e questo sia l’unico modo per avere pesce fresco. Paragono l’atmosfera serena che ci circonda con i musi lunghi, le facce sempre imbronciate ed i ritmi frenetici della mia cittadina: non ho voglia di tornare a casa. Strade ancora solitarie ci portano ad attraversare prima la piana di Staffoli, dove vengono allevati cavalli e si tengono importanti manifestazioni ippiche, e poi il solitario bosco di Selvapiana.58 molise in bici

Siamo ai margini del Parco delle Morge con curiose formazioni rocciose che si ergono dal nulla nel bel mezzo di praterie verdissime. Già la prima delle Morge di Pietrabbondante ci sembra enorme e particolare, ma lo spettacolo ci aspetta dalla parte opposta.Il paese arroccato sulla collina sembra incassato e aggrappato alle rocce, come avesse paura di scivolare a valle. Doverosa la visita al Santuario Italico di Pietrabbondante. Ammiriamo i resti di un ben conservato teatro in pietra dove ancora si svolgono delle manifestazioni all’aperto. La vista sulla vallata è magnifica e ci riposiamo volentieri qualche minuto chiacchierando con il custode che si stupisce delle nostre bici “ancora” muscolari. Senza incontrare anima viva percorriamo stradine deserte e panoramiche immersi in un silenzio totale. Finalmente arriviamo a Civitanova del Sannio. Il paese sembra sonnecchiare pigro. I vicoli, spesso ciechi, del centro storico sono deserti e il tempo sembra non scorrere. Magari fosse così.

6° tappa | Civitanova del Sannio - Trivento

Oggi si parte in discesa, ma sappiamo già che la salita per Duronia non può che essere impegnativa. 

61 molise in bici

Una strada di cresta molto panoramica e una serpentina di tornanti nel bosco ci portano alla Statale 74 che seguiamo fino a Pietracupa. 62 molise in biciUn’altra gigantesca Morgia incombe sul paese e divide la parte alta dalla parte bassa. In mezzo una scalinata che si arrampica fino alla chiesa e al campanile affiancato alla morgia. Prendiamo la statale 747, dove gli automobilisti pensano di pilotare un Boeing e quasi decollano, per poi abbandonarla nei pressi della curiosa Morgia di Pietravalle.63 molise in biciOramai abbiamo lasciato le quote più elevate e ci stiamo dirigendo nuovamente verso la costa, ma i saliscendi sono sempre continui e impegnativi. Ci riempiamo gli occhi e lo spirito con panorami sempre più ampi e spaziosi. Superiamo Sant’Angelo Limosano e San Biase e, se pur in piena discesa, ci è impossibile resistere a una sosta presso una provvidenziale fontana freschissima all’ombra di una gigantesca quercia. Non possiamo negare che il Molise ci abbia messo a dura prova e a un bivio decidiamo di tralasciare Trivento e prendere una stradina sterrata in direzione di Roccavivara, la nostra meta di oggi. 64 molise in biciSubito ci accorgiamo che il percorso scelto è ancora impegnativo anche se ci porta su belle creste panoramiche sovrastate da innumerevoli pale eoliche. Per scrupolo chiediamo informazioni alle uniche persone che troviamo e ci lasciamo confondere e sconfortare:

“Eh…per Roccavivara ce ne vuole ancora!” -

“Si sale fin lassù e poi è lunga!” –

“Ma perché non prendete la prima a sinistra e andate a Trivento… domani c’è anche il mercato!”.

Ovvio che al primo bivio, colti dai dubbi e dalla stanchezza, finiamo per prendere a sinistra per Trivento, meta che avevamo scartato in precedenza. Appena fuori dal bosco qualche campanello di allarme ci suona in testa. Davanti a noi il profondo vallone di San Nicola e Trivento che ci aspetta sulla cresta dalla parte opposta. In lontananza, strizzando bene gli occhi, intravediamo una sottile striscia che serpeggia luccicante e verticale innalzandosi dal fondo del vallone per raggiungere proprio Trivento.

“Mica dovremo salire su per di là?!!"

Guardando meglio vediamo qualche macchina scendere che sembra precipitare!

“Mah, ci sarà qualche alternativa!”.

“E poi se ci hanno consigliato di andare a Trivento e hanno visto che siamo in bici e carichi mica l’avranno fatto apposta!”.71 molise in bici

E con questi pensieri abbiamo continuato la discesa fino sul fondo dell’inferno. Dante era privo di immaginazione quando ha descritto il suo! Nessun ciclista stanco vorrebbe mai trovarsi in una situazione del genere: alle spalle una discesa dove abbiamo consumato le pastiglie messe nuove pochi giorni fa e davanti una salita che sembra una rampa di lancio. Per uscirne solo salita, dura, ripida e costante salita. Non sono nemmeno due chilometri, ma sembrano un viaggio intero. Si tratta sicuramente dell'ascesa più ripida che abbiamo percorso con le borse. Se sulle mappe di Komoot nemmeno esiste la Strada Comunale Casale ci dev’essere un motivo, no!? Dal fondo di questo imbuto iniziamo a pedalare increduli e quasi divertiti da quello che ci tocca.73 molise in bici

Il sorriso lo perdo quasi subito, come anche la baldanza. Lascio il passo a Susanna più leggera e agile. Devo concentrarmi tantissimo e qualsiasi movimento più del necessario mi toglie energia. Passiamo vicino alla Morgia Pietra Fenda senza quasi accorgercene. 074molise   Morgia Pietra FendaPiù su la Macchia Laccavone ci è indifferente. Qualche macchina ci sfiora lentamente lungo la stretta stradina impedendoci di zigzagare. Stimo la salita a più del 20% costante. Neanche lo Zoncolan è così e non mi sono mai sognato di farlo con le borse! Finalmente arriviamo alla statale sovrastante e a Trivento. 77 molise in biciLa sera a cena alla Braceria Bistrot veniamo riconosciuti: “Eravate voi quei ciclisti che salivano da laggiù?”. Evidentemente ci hanno guardato bene dalle macchine mentre noi non riuscivamo a sollevare nemmeno gli occhi da terra. Io la butto là: “Mamma mia che fatica, sarà stato almeno il 25%!” – “Scherzi!? Anche di più!”. Ceniamo con arrosticini di vari tipi e una birrona, sapendo di aver meritato tutte queste delizie.

7° tappa | Trivento - Vasto

A Roccavivara, teorica tappa di ieri, decidiamo di andarci ugualmente. Poi, data la stanchezza e la poca voglia di affrontare ancora salite, stravolgiamo ancora i piani e ci affidiamo ciecamente a Komoot per farci portare a Marina di Montenero e chiudere il nostro percorso molisano. Non l’avessimo mai fatto! 82 molise in biciQuasi subito scopriamo che Komoot non distingue tra itinerari per cicloturismo o MTB, o meglio li confonde tra loro e manda il cicloturista dove sarebbe meglio avventurarsi con una MTB senza bagagli e viceversa. Qualche cenno di ragionevolezza lo dà verso il gravel e la BDC. Mi chiedo se il “Signor Komoot” abbia mai pedalato personalmente con le borse il percorso che ci ha mandato a fare! Dopo Roccavivara e la successiva discesa in cui terminiamo definitivamente la seconda coppia di pastiglie dei freni, Komoot ci illude con un bel tracciato lungo la sponda destra del Trigno. Dopo di che è tutto un susseguirsi di splendide stradine solitarie, ma con continui strappi molto ripidi fino ad arrivare ad una salita spezzagambe che dovrebbe continuare per una traccia sassosa, invasa dalle erbacce e ancora più ripida.

“Signor Komoot si vergogni, la Sua traccia è impedalabile!” vorrei gridargli in faccia piuttosto contrariato e con parole un po’ più colorite, diciamo pure parolacce.

Continuiamo verso Mafalda affrontando tratti ripidi quasi come ieri, alla faccia della poca voglia di fare salite! A Mafalda è tutto chiuso tranne una gelateria. Sotto l’ombra fresca di un albero nella piazza del paese ci ricordiamo dei “Cipillati” presi in pasticceria a Trivento stamattina. Una vera manna prima di ripartire sotto il sole sempre più estivo.

paesaggi molisani

Proviamo e ricercare altri itinerari, ma alla fine la traccia consigliata è sempre la stessa. Ci fidiamo? Vabbè dai, il peggio sarà passato! Da qui si vede il mare e sarà tutta discesa! E invece ci aspetta ancora un tratto che nemmeno assomiglia a un sentiero. È una morchia di fango secco, ai margini di uno splendido campo fiorito, dove sono rimaste impresse profonde tracce di armenti. Credo che nessuno si sia mai avventurato con le bici, tantomeno con le borse, lungo questa discesa. Nemmeno il “Signor Komoot”. Senza parlare poi della risalita ripidissima verso Montenero di Bisaccia. Certo che esistono altre strade, ma mi sembra “curioso” che Komoot non le abbia nemmeno prese in considerazione… e soprattutto che noi ci siamo fidati ciecamente. Per fortuna ora il peggio è veramente passato e per belle ondulazioni coltivate e ordinate e una pista ciclabile che sembra dismessa, maltenuta, invasa dalle immondizie e usata dai trattori anziché dalle bici, arriviamo alla temutissima SS16 Adriatica. Per trasformare il giro in anello avremmo dovuto percorrere gli ultimi 20 chilometri verso Termoli, gran parte dei quali lungo questa caotica SS16 e non ce la siamo proprio sentita. Abbiamo qualche  difficoltà ad attraversare la statale per prendere l’altra carreggiata. Con ansia e timore percorriamo arditamente, e in fretta, gli ultimi chilometri che ci separano dalla foce del Trigno e da Marina di Montenero, sfiorati da un traffico incessante e pericoloso. Sembra quasi che il caos automobilistico che non abbiamo trovato nell’intero Molise si sia concentrato tutto qui, proprio oggi. Riprendendo la Ciclovia Adriatica, che qui passa sicura su sede propria, e sconfinando in Abruzzo, proseguiamo fino alla Stazione Ferroviaria di Vasto-San Salvo, non prima di una meritata sosta in spiaggia, dichiarando chiusa questa splendida e impegnativa avventura in Molise in bici, la misteriosa Regione che esiste veramente.

 

Il Molise è una regione da scoprire lentamente in ogni suo angolo.

Il nostro giro ne ha appena scalfito soltanto la superficie e purtroppo abbiamo dovuto tralasciare tantissime cose interessanti. Sicuramente imperdibili i siti archeologici di Saepinum e Pietrabbondante; la curiosa zona delle Morge; qualche tratto dei vecchi tratturi tenendo presente che NON si prestano ad essere percorsi con bagagli e bici da viaggio.

  • Come raggiungo il punto di partenza? Termoli è raggiungibile con il treno, anche regionale, che percorre la riviera adriatica
  • L'itinerario è segnalato? No, il percorso proposto è stato disegnato da Roberto e Susanna e consigliamo di scaricare la traccia gps per seguirlo
  • Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario si trovano fonti d'acqua soprattutto nei paesi e cittadine
  • Itinerari collegati: questo itinerario si collega alla ciclovia Adriatica e all'itinerario della nostra Transitalia del 2014
  • Termoli: B&B Le Stanze del Centro, accolti amichevolmente dai simpatici proprietari che ci hanno trovato anche un posto sicuro per le due bici.
  • Bonefro: Pub17 e anche qui ci permettono di tenere le bici nell’appartamento.
  • Una piccola chicca imperdibile di Bonefro è la Locanda del Buongustaio, una piccola taverna nel pieno centro storico dove l’accoglienza e il cibo sono fantastici e genuini.
  • Campobasso: alloggiamo al comodo B&B Novantatre a pochi passi dal centro e ben ristrutturato. Lasciamo le bici nell’androne del palazzo. Il proprietario ci consiglia di cenare “da Mario” e così facciamo. Il proprietario sa fare il suo mestiere e il ristorante è di quelli che piacciono a noi: stile retrò, semplicità e genuinità. “Qui si mangia il ragù del Sud, non quello del Nord che è con la carne!”. E allora dobbiamo assaggiare proprio questo ragù del Sud!
  • Bojano: alloggiamo allo spettrale Hotel Mary da anni in ristrutturazione. Il proprietario ci spiega che i lavori sono stati rallentati dal Covid prima, e dal rincaro dei prezzi poi. La mancanza di turisti rende ancora più difficoltosa la prosecuzione dei lavori. Per quel che può servire ci siamo fermati volentieri a dare il nostro contributo. Il ristorante però funziona alla grande e ci lasciamo coccolare dalla locale cucina.
  • Carovilli: l’imperdibile B&B La Dimora del Sergente e l’Osterija dei Tratturi e soprattutto chiacchierare con il signor Avio.
  • Civitanova del Sannio: B&B La Casa Palazzo situato in un caratteristico rione poco fuori dal centro.
  • Trivento: Braceria Bistrot dove la carne e gli arrosticini la fanno da padrone e l’accoglienza è ottima.
  • Cosa mangiare lungo l'itinerario? 
  • Sicuramente un sacco di cose buone come racconta Roby nel suo articolo!
  • Turismo Molise: il sito del turismo nella regione del Molise con tante informazioni interessanti
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    · 14 giorni fa
    Viaggio veramente invitante!! Complimenti per il diario! C'è la possibilità di vedere per ogni tappa la distanza e il dislivello? Grazie.
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      · 9 giorni fa
      Ciao Fiorenza, qui sopra trovi il racconto tappa per tappa e puoi suddividere la traccia sulla base di questo itinerario oppure in base alle tue caratteristiche e volontà. La traccia purtroppo in questo caso è unitaria ma con una qualsiasi app di tour planning puoi vedere dislivelli e distanze rapidamente 
      Buone pedalate 
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    · 3 mesi fa
    Buongiorno. Avete accennato al problema dei cani. Avete avuto qualche problema vero o solo qualche cane lasciato libero ma di piccola taglia? Mi spiego... incontri ravvicinati con grossi cani da guarda o peggio ancora con cani da pastore a guardiania di qualche gregge? Se si in che punti specifici? Chiedo per evitare.
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      · 3 mesi fa
      Ciao Giovanni, dice bene Leo. In Molise non abbiamo trovato cani randagi ma generalmente questi sono meno aggressivi e mi preoccuperei solo se fossero un nutrito branco. Invece abbiamo visto molti cani da guardia e di taglia medio-piccola liberi di uscire dalle proprie case e rincorrerci. Alle volte è meglio scendere dalla bici e camminare (più efficace con i cani pastore) altre volte dimostrarsi più aggressivi di loro funziona, ma dipende dal posto e dal cane. Come zone direi che ci siamo sentiti più a disagio qualche chilometro dopo Bonefro e qualche chilometro prima di Carovilli, ma anche in altre parti. Direi che però non è il caso di cambiare percorso soltanto per questo.
      Un saluto
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      · 3 mesi fa
      Ciao Giovanni, poi magari ti risponderà anche Roberto, autore di questo articolo, io nel frattempo ti provo a rispondere in linea generale. Anche dovessi incontrare cani da pastore a guardiania se fai attenzione, ti fermi, scendi di sella e passi camminando con la bici tra te e i cani senza avvicinarti al gregge, non hai problemi. Stessa cosa vale per i cani randagi (di solito molto meno aggressivi e tanto spaventati) o i cani lasciati liberi.
      Forse dico banalità ma è sempre bene precisarlo.
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    · 1 anni fa
    Ciao Sangioss e Susanna, vorrei fare il vostro giro del Molise dall'8 al 12 aprile. Sono sola, ho una gravel, una buona gamba e molto fiato, viaggio in bikepacking. Dal vostro racconto il giro sembra molto tosto e vi chiedo s, a parer vostro, i miei giorni a disposizione sono abbastanza. Altra domanda è: dove sono precisamente i punti sulla traccia da evitare? La mia idea di fare il Molise nasce dal desiderio di combinare la pedalata in montagna con l'arrivo e relax al mare, infatti vorrei proseguire fino a Pescara lungo la Via Verde. Grazie. Elisa T.
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      · 9 mesi fa
      Ciao e scusa il ritardo.
      Come ha ben detto Leo, nei giorni a tua disposizione dovresti fare almeno 2000 metri di dislivello. Normalmente noi percorriamo circa 70-80 km al giorno con le borse posteriori cariche ma qui in Molise abbiamo ridotto di molto il chilometraggio a causa delle salite. I tratti da evitare dipendono dal meteo. Se piove o ha piovuto di recente è meglio tralasciare i tratturi. Sicuramente eviterei la ripidissima salita per Trivento  cominciando pensare ad una alternativa una decina di km prima. Poi da Mafalda eviterei il percorso che komoot ci ha suggerito per Montenero di Bisaccia.
      Spero di non essere arrivato troppo tardi. 
      Buone pedalate.
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      · 1 anni fa
      Ciao Elisa, non so se Sangioss e Susanna leggeranno questo tuo commento ma provo a rispondere io almeno in parte. Vedendo il dislivello (komoot è sempre conservativo) per 4 giorni dovresti considerare di fare ogni giorno almeno 2000 m di D+ o superiori e tra gli 80 e i 90km. Se hai la gamba per questo tipo di giornata, considerando anche un po' di offroad, puoi farcela. Non ti so invece consigliare quali siano i punti sulla traccia da evitare purtroppo. 

      Buona pedalata e ottima l'idea di chiudere con un po' di relax sulla costa dei trabocchi
Sangioss

Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?