Alcuni puntini in lenta processione risalgono i 200 metri di sentiero che separano il Pedrotti dall'edificio del Tosa: sono alpinisti e la loro meta di questa mattinata sarà oltre le nuvole, sulle rocce più remote di Cima Tosa, la vetta più alta delle Dolomiti di Brenta. Anche i miei due compari si svegliano poco più tardi scendendo le scale del rifugio come zombie per poi riprendersi davanti ad una fetta di torta e ad una tazza di cappuccino bollente.
Lasciamo il Pedrotti risalendo il sentiero in costa dietro l'ingresso della struttura Sat, l'inizio della via ferrata non è distante, dobbiamo solo raggiungere lo stretto valico chiamato Bocca di Brenta poche decine di metri sopra di noi, indossare imbrago, caschetto e moschettoni ed iniziare questa avventura sulla ferrata delle Bocchette Centrali fra le montagne più impervie delle Dolomiti del Brenta! Non appena ci affacciamo sull'altro lato del passo ci rendiamo conto che forse non sarà proprio una passeggiata: di sentieri veri e propri non se ne vedono e le nuvole basse nascondono la valle sotto di noi! Tergiversiamo per rimandare ancora un po' l'inizio della ferrata: prima o poi dovremo affrontarla! Imbrago, caschetto e moschettoni mi calzano a pennello ma non me la sento di partire: Luca vai avanti tu! Una ventina di escursionisti provenienti dal rifugio ci raggiungono e sorpassano poco prima dell'inizio della ferrata e noi ne siamo più che felici visto che non abbiamo proprio voglia di farci mettere fretta!
Aperta nel 1937 da sei alpinisti: Detassis, Costazza, Castelli, Donini, Strobele e Giordani Le bocchette centrali sono una delle vie ferrate più famose delle Dolomiti.
La via ferrata continua a salire su piccoli ghiaioni, pareti attrezzate e ferite nella dura roccia. Finalmente il panorama si apre davanti a noi e la Busa delle armi si mostra in tutta la sua asprezza. Il Campanile alto ed il Campanile basso si distinguono dalle altre vette per maestosità e particolari. Sapevamo che luglio non era il mese migliore per una traversata di questo tipo, infatti dietro di noi e dinanzi a noi ci vengono incontro altre decine di escursionisti che hanno approfittato di questo caldo fine settimana estivo per lasciarsi la città alle spalle in cerca di avventure d'alta quota.
Pazienza, anche scambiare qualche dettaglio divertente sulle escursioni già vissute è interessante! Il sentiero continua su un ghiaione quasi verticale dove dobbiamo arrampicarci in libera per oltre 20 metri prima di ritrovarci in uno dei punti più belli di tutte le bocchette centrali. A cavallo fra la Valle brenta Alta e la busa delle armi ci si sente proprio in cima al mondo! Dopo qualche breve scaletta, moltissimi cordini, cengie per riprendere fiato ed accovacciamenti per superare i tratti più bassi e stretti del sentiero, in circa 4 ore giungiamo all'ultimo grande sforzo: superare sei scalette consecutive che ci consentiranno di posare i piedi e gli zaini proprio sotto Cima d'Armi, alla fine della ferrata delle Bocchette Centrali. Sospesi nel vuoto ci si sente più liberi che mai anche se il brivido lungo la schiena è onnipresente.
Il rifugio Alimonta è all'orizzonte ed in breve lo raggiungeremo, ma l'emozione di aver attraversato queste montagne dove mi sento così intensamente a casa, è ancora forte e presente. Un lungo nevaio scivola in direzione dell'edificio. Le nuvole corrono veloci verso est, chissà perchè tutta questa fretta... l'anfiteatro dolomitico dell'Alimonta è davvero il set fotografico perfetto per i due giovani esploratori che mi precedono lungo il sentiero 323... Il peggio (e meglio) è passato: dopo il rifugio Alimonta scendiamo zigzagando verso il rifugio Brentei, una nostra vecchia conoscenza! Il sentiero delle bocchette, il 323, non presenta particolari difficoltà se non quella di scendere di 400 metri di dislivello abbastanza velocemente. Siamo un po' stanchi: dopotutto anche ieri (ma ve lo racconterò domani!) abbiamo camminato quasi 8 ore seguendo il Sentiero Orsi dalla bocca del Tuckett fino al Pedrotti.
Le dolomiti del Brenta ci hanno proprio affascinato: è come quando visiti un luogo un po' magico, un po' mistico ed un qualcosa, forse solo una sensazioneo un ricordo, di quel posto resta con te per sempre... Dal Rifugio Brentei, invece di deviare sulla destra lungo il Sentiero Bogani, continuiamo a scendere per la direttissima mantenendo la nostra andatura sostenuta grazie anche al prezioso supporto di una birra gelata che ha risollevato il mio animo stanco! (Piersi è concesso una Coca, mentre Luca un caffè ma, anche dopo due giorni di fatica, non sembrava per nulla provato... che invidia!). Dai 2180 metri del Brentei scendiamo costantemente per quasi due ore prima di oltrepassare la malga brenta alta e giungere al parcheggio della Val Brenta cotti a puntino! Anche oggi 7 ore di scarpinata non ce le siamo fatte mancare e, devo ammettere, prima di vedere l'auto parcheggiata già sognavo di potermi togliere le scarpe e tuffarmi in una pozza d'acqua che non c'era! Due giornate di fuoco (la seconda promesso che ve la racconto domani!): stancanti ma davvero indimenticabili!!!
Se volete percorrere la ferrata delle bocchette centrali nelle Dolomiti del Brenta, se potete, evitate il picco turistico di luglio ed agosto! Settembre è il mese ideale!!!
Per seguire la via ferrata delle bocchette centrali bisogna essere equipaggiati in modo adeguato: oltre alle scarpe da trekking, indossate un imbrago, i due moschettoni e dissipatore tipici da ferrata ed il caschetto! Visto la lunghezza della traversata, portatevi dietro un paio di guanti da bicicletta per evitare le vesciche sulle mani. Ogni volta che state percorrendo un tratto esposto attaccati al cordino, per avanzare, ricordatevi di non staccare mai i due moschettoni contemporaneamente... è per la vostra sicurezza visto che di vita ce n'è una sola! Se volete affrontare un trekking di due giorni potete aggiungere alla ferrata delle Bocchette Centrali, il panoramico Sentiero Osvaldo Orsi, uno dei tracciati attrezzati più conosciuti delle Dolomiti di Brenta.
Un ringraziamento particolare a Luca Gotico e Pier Tirapacchi, i miei due compagni di avventura (eh si questa volta ho lasciato a casa il Leo!) per le magnifiche fotografie e per avermi sopportato! Alla prossima...


























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