Il percorso è, in questo tratto, ancora costituito da una strada sterrata che lascerà spazio ad un sentiero una volta giunti ad un punto panoramico sulle cascate di Fanes e la gola sottostante. Dopo qualche scatto ci si inabissa verso il canyon stesso su un sentiero a tornanti ripido e scosceso. Una volta giunti sul fondo della forra si prosegue verso le cascate prestando attenzione e tenedosi al cordino presente.
Ai piedi delle cascate il rumore è assordante e l'umidità supera abbondantemente il limite massimo, ma appena oltre sembrerà di entrare in un altro mondo, schermati dalle rocce. È giunta l'ora di indossare l'imbrago e fissare i moschettoni per un breve tratti di via ferrata che ci permetterà di risalire la gola. Il passaggio non è difficile ma la sicurezza di essere legati agli ancoraggi è una precauzione da cui è meglio non prescindere. Poco oltre il tratto attrezzato si trova uno dei passaggi più suggestivi dell'intero trekking: il sentiero si nasconde sotto la cascata passando esattamente dietro al salto più alto... bellissima sensazione!
Chi volesse evitare il tratto attrezzato del percorso lo può fare tenendo la sinistra al bivio precendentemente citato nei pressi del pian de Loa e proseguendo lungo la strada sterrata.

Dopo un lauto ristoro, proseguiamo nella nostra avventura in terra ampezzana imboccando il sentiero che risale dietro il rifugio, adagiato ai piedi della Tofana di Rozes. L'ampia traccia attraversa tutto il pendio ai piedi di vette dolomitiche mitiche e risale prima dolcemente e poi più severamente fino a giungere a sfiorare i 2200m. Un gruppo di camosci al pascolo si sente disturbato dal passaggio di questi animali multicolori che stonano con la monocromaticità della giornata: la pioggia ci accoglie allo scollinamento mentre la grandine ci concede un piccolo intervallo per raggiungere, scendendo a gran velocità, una galleria provvidenziale.
Aspettiamo che la tempesta passi, terrorizzati dal fatto che il treppiede legato allo zaino possa attirare qualche fulmine vagante (scopriremo solo alla sera che una troupe televisiva è stata colpita da un fulmine nella zona delle Cinque Torri). Ormai stremati, scendiamo a valle fino a raggiungere il parcheggio sulla strada del passo Falzarego, poco sotto la seggiovia che conduce verso le Cinque Torri. La pioggia torrenziale ci consiglia una ritirata strategica e rinunciamo a proseguire risalendo la vallata per gli ultimi cinquecento metri di dislivello fino al rifugio Scoiattoli. Optiamo invece per chiamare un servizio jeep che ci porti, quando ormai sono già le 20.30 al rifugio posto in una posizione splendida, di fronte alle Cinque Torri.
L'indomani ripartiremo da qui...
Se cercate informazioni su trekking, eventi, alloggi e altro nella zona di Cortina potete dare un'occhiata al sito del turismo locale mentre se volete affrontare un'esperienza in tutta sicurezza in montagna, affidatevi alle Guide Alpine di Cortina (in particolare nel nostro caso un ringraziamento speciale va a Paolo Mezz'ora Tassi che ci ha fatto sudare parecchio ma anche divertire!).
A breve vi racconteremo anche della seconda giornata nelle Dolomiti d'Ampezzo. Per il momento, se cercate altri trekking sulle Dolomiti potrebbe interessarvi il giro delle Tre Cime di Lavaredo dalla Val Fiscalina oppure il trekking dal Lago di Braies al rifugio Biella.

































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