Dici Australia e pensi Uluru! Il simbolo della terra un tempo appartenuta agli aborigeni è questo enorme monolite che sorge nel mezzo di un territorio altrimenti piatto. E per ogni visitatore che vi arrivi via terra, avendo percorso migliaia di chilometri di deserto, provenga esso da Coober Pedy o da Alice Springs, la meraviglia è grande. Lungo la strada che porta ad Ayers rock (questo il nome "occidentale") in realtà si incontra prima il Mount Conner, altro strano rilievo che rompe la monotonia del paesaggio ad un centinaio di chilometri di distanza da Uluru. La roccia si intravede una cinquantina di chilometri prima di essere raggiunta e lentamente diviene sempre più definita e più grande fino a manifestarsi in tutta la sua imponenza una volta giunti ai suoi piedi.
Passato il resort di Yulara, completo di hotel, supermarket e campeggio, si entra nel Kata Tjiuta National Park dove sono stati approntati diversi punti panoramici e una strada che corre alla base del monolite. Una volta entrata nella tua area visiva, risulta quasi impossibile distogliere gli occhi da questa strana ed immensa formazione. La vista è attratta magneticamente da Uluru e pur di non distogliere lo sguardo se ne scannerizza ogni centimetro. Un sentiero attrezzato parte dalla base e permette a chi la voglia intraprendere, la scalata fino alla sommità: noi decidiamo di evitare questo percorso dato che gli Anangu (aborigeni) ritengono sacra la zona e preferirebbero si evitasse di salire su Uluru. In realtà la processione di turisti che salgono sulla vetta nonostante tutti i cartelli di richiesta di rispetto presenti è senza soluzione di continuità e mi mette un po' di tristezza addosso.
Comunque noi ci dirigiamo sul sentiero che gira attorno alla roccia e, sempre evitando di fotografare e calpestare i luoghi sacri presenti tutt'attorno, ammiriamo questo fenomeno naturale fino ad ora visto soltanto nelle fotografie. Al tramonto ci trasferiamo nell'apposita area per ammirare i mille colori che Uluru assume durante le ore del crepuscolo: lo spettacolo è degno e rispetta le aspettative create, nonostante quasi riuscissimo a perdercelo a causa di lavori sulla carreggiata (ma proprio al tramonto si devono mettere a lavorare!!!!!! Sto scherzando ovviamente, poveri lavoratori). Dopo aver dormito nel campeggio di Yulara, dove prima di cucinare abbiamo avuto la visita di un piccolo dingo, all'alba ci siamo diretti verso la seconda grande formazione rocciosa presente nel parco: le Kata Tjiuta, una serie di rilievi costituiti in questo caso da conglomerato che raggiungono quasi i 900 m di altezza (duecento in più di Uluru). Anche queste formazioni sono magnifiche e, nonostante il freddo, l'alba le colora di meravigliose rosse sfumature che ci riscaldano l'anima. Trascorriamo l'intera giornata a passeggiare tra le vette delle Kata Tijuta, restando ammaliati da cosa la natura possa creare e modellare. Sicuramente il parco merita la fama che ha e merita una visita nonostante si trovi a centinaia di chilometri di distanza da qualsiasi centro abitato di un certo rilievo (Alice Springs si trova a 450 km), o forse proprio per questo!
Ultimi commenti
Community
Doveva essere tutto perfetto e invece è andato tutto storto. 🤷♂️
Abbiamo pedalato nella nebbia lungo la Strada degli Eroi tra passo Pian delle Fugazze e il rifugio Papa.🙆♂️
Passati il dente Italiano e il dente Austriaco abbiamo iniziato a spingere nei nevai ancora presenti in quota e a un certo punto abbiamo rinunciato tornando sui nostri passi. 🫣
Nonostante tutto sia andato storto, tutto è andato alla grande. 🤟
La compagnia, sempre superlativa, di Luca, la quiete delle alte vette, la pedalata in luoghi unici, una giornata all'aria aperta. Anche quando tutto va storto, la bici regala giornate superlative! 😍