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Negli Stati Uniti si riaccende il dibattito sull’immigrazione qualificata. Una nuova proposta di legge, attualmente al vaglio del Congresso, prevede l’introduzione di una tassa di 100mila dollari per ogni visto H-1B richiesto dalle aziende che intendono assumere lavoratori stranieri altamente specializzati.

Una misura che, secondo i promotori, punta a ridurre la dipendenza delle imprese americane dalla manodopera estera e a incentivare l’assunzione di lavoratori locali. Ma per il mondo delle imprese, in particolare per il settore tecnologico, il provvedimento rischia di avere effetti pesanti sulla competitività e sulla capacità di attrarre talenti globali.

Cos’è il visto H-1B e perché è cruciale per l’economia americana

Lo H-1B Visa è il principale strumento di ingresso negli Stati Uniti per professionisti qualificati, impiegati in settori come informatica, ingegneria, finanza, sanità e ricerca. Ogni anno il governo federale concede fino a 85.000 visti di questo tipo, di cui 20.000 riservati ai laureati in discipline STEM provenienti da università statunitensi.

Il programma è pensato per colmare la carenza di competenze tecniche nel mercato interno, ma da anni è oggetto di controversie politiche e sindacali.

Le grandi aziende tecnologiche — da Google a Microsoft, da Amazon a Meta — fanno ampio ricorso a questi visti per reclutare esperti da tutto il mondo, spesso con competenze difficilmente reperibili sul mercato americano. L’introduzione di una tassa così elevata, secondo molti osservatori, rischierebbe di compromettere la capacità del Paese di attrarre talenti internazionali e di mantenere la sua leadership nel settore tecnologico.

I contenuti della proposta: un freno all’immigrazione qualificata

La proposta di legge, avanzata da un gruppo bipartisan di senatori, prevede che ogni richiesta di visto H-1B sia accompagnata dal pagamento di una tassa straordinaria di 100.000 dollari. I fondi raccolti verrebbero destinati a programmi di formazione e riqualificazione della manodopera americana, con l’obiettivo dichiarato di “ridurre la dipendenza dalle competenze straniere”.

Il provvedimento rappresenta un inasprimento senza precedenti nel panorama delle politiche migratorie statunitensi recenti. Attualmente le aziende pagano una tassa di circa 2.500 dollari per ogni domanda di visto, a cui si aggiungono costi amministrativi e legali.

L’aumento proposto è quindi di quaranta volte superiore e, secondo le stime, renderebbe economicamente insostenibile l’assunzione di lavoratori stranieri per molte imprese di medie dimensioni.

L’impatto sulle aziende e sul settore tecnologico

Le reazioni del mondo industriale e tecnologico non si sono fatte attendere. Le principali associazioni di categoria hanno definito la misura “un autogol economico”, sostenendo che l’innovazione americana si fonda proprio sulla capacità di attrarre professionisti altamente qualificati da ogni parte del mondo.

Molte aziende del settore IT e delle biotecnologie, che dipendono fortemente dai lavoratori con visto H-1B, potrebbero trovarsi costrette a delocalizzare parte delle proprie attività di ricerca e sviluppo in Paesi più accoglienti per i talenti stranieri, come il Canada o il Regno Unito.

In un contesto globale in cui la competizione per le competenze è sempre più intensa, una misura di questo tipo rischierebbe di erodere il vantaggio competitivo degli Stati Uniti nel medio periodo.

Le conseguenze per i professionisti stranieri

Per i lavoratori qualificati che aspirano a un impiego negli Stati Uniti, la proposta di legge rappresenterebbe un ostacolo significativo. Sebbene la tassa sia formalmente a carico del datore di lavoro, la riduzione del numero di visti disponibili renderebbe l’ingresso nel Paese ancora più selettivo e competitivo.

Molti professionisti potrebbero dirottare la propria attenzione verso altre destinazioni, come l’Europa o l’Asia, dove le politiche migratorie risultano più favorevoli ai talenti.

Per chi riuscisse comunque a ottenere un’offerta di lavoro, i tempi di attesa e i costi burocratici aumenterebbero sensibilmente, rendendo il trasferimento una scelta complessa anche sul piano logistico e organizzativo.

In questi casi, affidarsi a un'azienda specializzata come Bliss Moving Logistics può facilitare la gestione del trasloco internazionale, la spedizione dei beni personali e la conformità alle procedure doganali statunitensi, sempre più rigorose per i nuovi residenti.

Il contesto politico e le prospettive future

La proposta nasce in un anno politicamente cruciale per gli Stati Uniti, in cui il tema dell’immigrazione - anche quella qualificata - è tornato al centro del dibattito elettorale.

I sostenitori del disegno di legge sostengono che la tassa contribuirà a proteggere i lavoratori americani, mentre le imprese e gli economisti avvertono che un approccio protezionista potrebbe danneggiare la competitività globale del Paese.

Non è ancora chiaro se la proposta riuscirà a superare l’iter legislativo, ma il solo fatto che sia stata presentata riflette una crescente tendenza a restringere l’accesso al mercato del lavoro statunitense per i professionisti stranieri.

 
 
Ultima modifica: 21 Ottobre 2025
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