Laos del nord in bici

Pedalata notturna

La lenta processione avanza indisturbata già dalle prime luci della giornata, si muove, rallenta, si ferma e poi nuovamente riparte. Uomini anziani, bambini, cani e donne dai lunghi sarong gialli e blu, come tanti pezzetti di un puzzle si incastrano l'uno con l'altro a delineare una nitida fila di persone in dubbio movimento. Aggraziate ragazze, come ballerine su un carillion, si spostano da un lato all'altro dello sterrato danzando in perfetta armonia ed evitando ogni urto con i probabili avventori. Una chioccia è circondata dai suoi otto pulcini, accovacciata scruta l'orizzonte in cerca di qualche vermicello distratto. Decine di pesci annaspano alla ricerca di un po' di ossigeno, lo spazio è troppo poco in questo catino azzurro e la selezione naturale farà il suo corso ancor prima che intervenga la mano dell'uomo. Alcune rane cercano di saltellare verso destra, ma hanno tutte la zampa sinistra inchiodata su un robusto pezzo di legno e quindi ogni tentativo di fuga verso l'agognata libertà risulta vano. Gli aromi di pane fresco e noodles conditi con abbondante pepe si mischiano ad altri odori, dal delicato profumo di frutta fresca al ben più pungente di..., alghe di fiume essicate al sole con aglio,pomodori ed altre spezie.
Con il passare dei minuti l'atmosfera si anima: signore di mezza età iniziano a riempire le loro capienti borse con i nuovi acquisti, mentre i bimbi più fortunati riescono ad accapararsi gli ultimi sandwiches giganti dal banchetto al'angolo, per il loro intervallo scolastico oggi, è garantita un'abbondante merenda. Le compratrici più abili danno il via ad un lungo gioco di contrattazioni dove solo la matrona più scaltra risulterà la vincitrice. Lo sguardo dello straniero si riempie di perplessità e incredulità dinanzi ai mille colori di frutti sconosciuti, alla leggerezza ed all'indifferenza con le quali si decide se un animale morirà subito o dopo cinque minuti, agli odori, allo stesso tempo, così acri e così dolci. Non c'è ipocrisia in questo luogo, solo la quotidianità, spesso brutale e straziante, di questa gente. Lo straniero, il farang, può solo ammirare, può solo criticare, può solo meravigliarsi, ma difficilmente può capire l'essenza di questo strano mondo orientale. Il mercato, fulcro della vita sociale dei popoli d'Oriente, è un gomitolo di sensazioni forti e di contrasti, di colori ed allegria, di povertà e ricchezza continuamente a confronto ad ogni angolo della strada. Il mercato mattutino di Luang Prabang è un luogo a sè, senza tempo e senza età, ma con migliaia di protagonisti che ogni giorno lo rendono unico.
Mappe approssimative
Cicloviaggiatori imborghesiti?
Un edificio in muratura attira la nostra attenzione: può essere solo la casa di un benestante o una guesthouse. Siamo fortunati perchè appartiene alla seconda categoria e benchè sia ancora in fase di costruzione il giovane proprietario è ben felice di sistemarci in una stanza con fili elettrici penzolanti ovunque e pareti ancora da intonacare. Il letto sfatto indica che non erano attesi ospiti e nessuno sembra intenzionato a riassettarlo. L'acqua si può recuperare 150 m più a monte dove un piccolo rivolo è stato incanalato con una canna di bamboo tagliata tagliata a metà in senso longitudinale per raggiungere la strada... in quanto al bagno, pochi audaci si avventurano in auto tra queste montagne nella notte e dietro l'angolo si è al riparo dagli occhi curiosi del villaggio, così un soffitto di stelle squarciato dalla via lattea, la foresta fitta dei monti ed il precipizio del canyon scavato dal fiume sono le sue pareti. Un piatto di riso con qualche verdura cotta troppo velocemente ci saziano senza soddisfarci e ben presto adagiamo la testa sul letto (i cuscini devono ancora essere acquistati) addormentandoci subito dopo.

Luang Prabang
Cittadina piccola e vivibile, è assaltata dai turisti e lo si nota appena giunti nel centro, stretto sulla penisola formata dalla confluenza di Nam Than e Mekong. Guesthouse e resort sorti ovunque non hanno tolto il fascino alle strette vie dove al mattino si anima il mercato ed alla sera si accendono i focolari delle bancarelle-ristorante. Molti giungono qui per i numerosi templi, per le ville francesi d'epoca coloniale e per ammirare il tramonto scendere sul Mekong dalla collina di Phousi, al centro della penisola. Le baguette alla laotiana (con patè, carne di maiale, verdure e peperoncino) ed i buffet serali del centro rimarranno pasti memorabili nei nostri racconti futuri.
Le fatiche di questi primi giorni laotiani si concludono con una facile ma lunga pedalata al fianco del Nam Ou, fiume che si immette nel Mekong poco prima di giungere nella cittadina patrimonio UNESCO. Lungo il tragitto incontriamo molti cicloviaggiatori, alcuni partiti dalla lontana europa quando le nevi iniziavano a sciogliersi, ed un pò di sana invidia si insinua per un momento...poi pensiamo a ciò che abbiamo vissuto e a ciò che ci aspetta e ci autodefiniamo imbecilli entrando a Luang Prabang.Questo articolo fa parte del diario di viaggio tenuto in diretta del progetto Downwind. Se volete leggere le altre puntate, ecco qui tutti gli articoli dei nostri dieci mesi in bicicletta nel sud est asiatico
































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