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Via degli Abati e Via del Volto Santo in bicicletta

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Anche stavolta, prima di partire, faccio la solita manutenzione totale della Goat. Il giretto precedente è stato di soli quattro giorni, preferirei evitare di smontare ruote, pedali e cannotti. Forse è tutto in ordine, se si è rotto qualcosa la Goat resisterà comunque per i 400 chilometri di viaggio che ci attendono.
Però sto per affrontare una zona di montagna, sarò al freddo e rischio di arrivare a fine tappa facilmente al buio, conviene dunque che il mezzo sia in buono stato.
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Così, per l'ennesima volta, smonto e ricontrollo tutto, anche se la volta scorsa ho percorso solo 400 chilometri trovo una sfera consumata e una rotta in due! Non avevo mai visto una sfera di un cuscinetto aperta in due come un'anguria!!! Ho fatto bene a ricontrollare tutto, la sfera spezzata era nel movimento centrale, forse non avrebbe fatto molti danni, sarebbe stato peggio se fosse stata nel mozzo del contro-pedale, comunque ora l'ho sostituita e sono più tranquillo.
Rivaluto anche il rapporto corona e pignone, rimetto la corona con 42 denti e il pignone da 18. So bene che non serve a molto, non fa molta differenza il rapporto corona-pignone quando devi spingere su ogni minima salita.
Non parto con un equipaggiamento da bici di alto livello, ma con il solito necessario che contraddistingue lo stile della Goat. Per affrontare il freddo ho pensato di costruire delle moffole, ma non ne ho il tempo e non è semplice stabilire dove metterle visto che il manubrio è decisamente piccolo e dovrei anche avvolgere le corna aggiunte allo stesso. Quindi mi concentro sui guanti. Scelgo una soluzione a più strati, ovvero due paia di guanti supereconomici di taglie diverse, come sovraguanti prevedo le moffole impermaebili con il goretex che ho già da tempo, se non le avessi avute avrei cercato una soluzione più spartana.in viaggio goat
Preparo una torcia frontale e una pettorale da indossare, ho modificata una vecchia torcia frontale da tempo per fissarla al telaio sopra la ruota anteriore. Ho anche fissato un paio di fanali rossi a delle cinghie, conto di indossarne una e di mettere l'altra sulle borse della bici. Prevedo di aggiungere eventualmente anche degli stick luminosi di quelli che vanno piegati per attivarli mescolando il liquido interno, anche se ho la sensazione che quando sono molto freddi la plastica tenda renda a rompersi mentre si piega. Andrebbero forse tenuti al caldo prima di usarli. Per "caldo" intendo in tasca, abbastanza a contatto col proprio corpo. Comunque in bici viaggio sempre indossando un gilet retroriflettente e uno lo metto attorno alle borse, per la Goat la sicurezza è molto importante e dipende molto dalla visibilità. goat vs cavalliPer l'abbigliamento prevedo degli scarponcini molto economici di due/tre taglie in più e un paio di stivaletti altrettanto economici e sovradimensionati. Grazie alla taglia maxi posso indossare diverse paia di calzettoni e riuscire a muovere le dita dei piedi. So che ci sono in commercio soluzioni più moderne, ma questa funziona e a me sembra buona, l'ho già adottata in altre occasioni e ha funzionato. È chiaro che non potrei andare in giro in condizioni normali con scarponi di tre taglie più grandi e soprattutto non ci andrò a camminare in montagna, però fanno il loro dovere quando spingo la Goat: ogni volta che la pendenza supera l'1%.
Prevedo di dover affrontare pioggia e neve, oltre alla giacca a vento e ai sovrapantaloni impermeabili metto nelle borse un completo da pioggia, giacca e pantaloni, in Pvc, di una taglia tale da poterla indossare sopra tutto il resto. Porto anche un paio di guanti in gomma di taglia grande, perché la combinazione freddo e pioggia sulle dita oltre che dolorosa può essere pericolosa e io cerco di evitare il più possibile questa eventualità.
 susanna cavalli lapide
Il percorso che unisce la Via degli Abati e la Via del Volto Santo è quasi tutto in montagna o collina, non è un sentiero alpino, ma chiede di attraversare ogni giorno una nuova valle e ogni mattina si sale verso un passo per poi scendere nel fondo valle nel pomeriggio. È un percorso per appassionati di bici IN montagna, non necessariamente bici DA montagna, si può tranquillamente stare quasi sempre su asfalto.
Quando si scende dalla Sella dei Generali, sullo spartiacque fra Val Trebbia e Val Nure, si incontra un tratto di strada sterrata, ma chi ha una bici più delicata può stare sull'asfalto allungando di qualche chilometro la tappa verso Farini d'Olmo.
passo dei carpinelli bici
È un percorso che chiede passione, che chiede di pedalare e di immergersi nell'ambiente in cui ci si trova per goderne pienamente, può essere un itinerario per chi cerca la prestazione, ma un cammino anche per chi considera un mezzo per cogliere le emozioni, per ci apprezza il piacere di fermarsi a godere del panorama o di farsi un pisolino sotto un faggio. Anche se ci si trova a poche decine di chilometri da grandi centri urbani si gode di un territorio di grandi orizzonti.
Il racconto a puntate della Via degli Abati e della Via del Volto Santo in bici si trova su Radiofrancigena: http://radiofrancigena.com/viaggiatori/girumin-broni-lucca/.
 
 
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Girumin

La mia voglia di camminare parte dall’esigenza di vivere il rapporto con la natura. Ho avuto la fortuna di camminare su lunghi percorsi e di viaggiare in diversi paesi, anche meno conosciuti dal turismo tradizionale e ho vissuto alcune esperienze internazionali.
Sono forse stato inesorabilmente spinto dall’istinto naturale che porta a muoversi, a esplorare e a conoscere. Attratto dal bisogno di esserci in prima persona, di arrivare da qualche parte con le mie gambe. Qualche volta ho cercato di giocare con idee meno consuete e magari non sempre garantite.
Penso che il viaggio non sia solo andare lontano geograficamente, ma sia l’occasione per provare ad affrontare le cose in maniera diversa. Spesso per trovare il nuovo basta guardare le cose da un altro punto di vista.

Apprezzo la tecnologia più recente, ma anche le tecniche tradizionali e credo più nella voglia di fare che nella strumentazione più sofisticata.

Partendo da questa idea mi piace preparare un viaggio anche con le mani, per i lunghi cammini ho realizzato dei carrelli per portare il bagaglio e ho fatto qualche giretto con una Graziella e un carrello, ho poi sistemato una vecchia bici da uomo e ho costruito un altro carrello. Cerco idee nuove, ma esploro tecniche del passato come i bastoni di legno.

Nel corso del tempo ho raccolto molti appunti su equipaggiamento, abbigliamento, abitudini, tecniche ed esperienze varie che ho inserito in un libro scritto per la casa editrice “Terre di mezzo”.