Unisciti alla LiT Family
2 giorni sul Trentino Bike Trail tra laghi e valli
Il Trentino ha un territorio che si presta alla perfezione per essere esplorato in bicicletta e non mancano itinerari per la MTB o per il cicloturismo. Sono meno presenti invece i percorsi un po' più avventurosi, quelli che oggi chiamiamo trail o unsupported bicycle adventure. Per questo non appena ho scoperto dell'esistenza del Trentino Bike Trail ho voluto cimentarmi in un pezzetto di questo tragitto fatto in un paio di giorni.
In questo articolo
Per tutte le informazioni relative al Trentino Bike Trail ti suggerisco di accedere al sito ufficiale trentinobiketrail.com mentre se desideri le tracce originali (la mia è adattata per poter essere completata in 2 giorni) puoi accedere alla raccolta komoot.
Due giorni sul Trentino Bike Trail
In una calda giornata d'agosto mi sono deciso a saltare in sella e mettermi alla scoperta di un percorso che avevo scoperto da poco, il Trentino Bike Trail. Oggi questi itinerari vengono definiti Unsupported Bicycle Adventure o Trail, più semplicemente io li definisco viaggi in bici. Sono tracciati studiati per percorrere il più possibile ciclabili o sterrate, restando lontano dal traffico.
Avevo incontrato Massimo, ideatore del tracciato, giusto qualche giorno prima e quindi ero a conoscenza di ciò che mi aspettava e mi ero fatto entusiasmare dai suoi racconti, non vedendo l'ora di scoprire nuove strade e sentieri dietro casa.
La traccia che avevo deciso di seguire, inizialmente con l'idea di chiudere l'anello in quattro giorni, era la Lakes&Valleys, versione ridotta del tracciato completo. Alla fine ho pedalato solo un piccolo tratto della versione lakes&valleys, chiudendo un anello, un po’ rivisitato da me, con punto di partenza e rientro a Trento, dimezzando lunghezze e tempistiche a causa di una schiena poco collaborativa con cui convivo ormai da inizio anno.
Trento e la valle dell'Adige
Il percorso, come detto, parte da Trento. In realtà io sono partito dalla frazione di Villazzano dove vivo, evitando il centro città e dirigendomi prima a Povo e poi, lungo via della Cascata, a Ponte Alto. Qui si trova anche un orrido con due possenti cascate prodotte dal torrente Fersina. È possibile visitare l'orrido di Ponte Alto e le opere idrauliche annesse realizzate sul torrente Fersina con la guida, seguendo un percorso su passerelle in ferro che ti farà scoprire un luogo poco noto della città di Trento.
Risaliti nella frazione di Cognola, si può imboccare il nuovo percorso che unisce valle dell'Adige a Valsugana. Per ora si può pedalare in sicurezza da Trento fin qui (o viceversa come ho fatto io), ma una volta finita si potrà restare fuori dal traffico, seguendo la strada dei Crozi, fino a Pergine per poi seguire la ciclabile della Valsugana. Scendendo sull'itinerario ciclabile, si raggiungerà Trento nord e località Solteri entrando nel bel parco di Melta.
Si può tranquillamente iniziare il percorso in piazza Duomo, seguendo poi la ciclabile che conduce a nord, passando dietro Piazza Dante (stazione dei treni) e imboccando poi via Brennero, fino a ritrovarsi nella zona commerciale di Trento e ricongiungersi al percorso che ho fatto io e che descriverò in seguito.
Si prosegue oltrepassando la frazione di Gardolo, sempre seguendo le indicazioni dell’itinerario ciclabile E7 o ciclopista del Sole, tracciato alternativo alla pista ciclabile della valle dell'Adige verso Lavis, dove si passa nei pressi del particolare Giardino dei Ciucioi, misterioso e particolare giardino pensile realizzato a metà del 1800 dall'imprenditore Tommaso Bortolotti.
Il Giardino dei Ciucioi, così come l'Orrido di Ponte Alto, è gestito dall'Ecomuseo Argentario e puoi trovare informazioni, orari e prenotare la tua visita sul sito ufficiale.
Lago Santo e Rifugio Potzmauer
Lasciata la ciclabile si sale sulle colline di Pressano con vista sulla piana Rotaliana ricoperta di infiniti vigneti. Inizialmente si segue la strada, poco trafficata, per poi imboccare, in località maso San Valentino, il "giro del Vino" e affrontare una bella sterrata nel bosco con alcune rampe toste per arrivare a Faedo, borgo raccolto e carino sul pendio del monte Corona.
Poco oltre Faedo, in località Pineta, inizia lo sterrato che porta verso il passo della Croccola, poco sotto i 1000 m di quota. Tenendo la destra, un altro paio di rampe conducono sulla strada asfaltata verso il lago Santo. Questa piccola gemma incastonata tra i boschi a cavallo tra valle di Cembra e valle dell'Adige invita alla sosta e io non mi faccio pregare.
Ripresa la sella, mi concedo il giro del lago con un ultimo breve tratto a spinta per riprendere la strada, prima cementata e poi sterrata, che conduce verso il rifugio Potzmauer. Il percorso, sempre in mezzo al bosco, è a dir poco meraviglioso e di tanto in tanto si aprono panorami sulla valle dell'Adige e il lago di Caldaro.
Il rifugio Potzmauer, sopra Grumes ai margini del parco naturale del monte Corno, si raggiunge seguendo la strada che fa parte anche del sentiero europeo E5. Poco sopra al rifugio si trova il passo della Cima (1350m) che mi fa sconfinare in valle di Cembra per scendere veloci fino a Grumes e negli inferi della valle nei pressi di maso La Rio, spingendo un po' in discesa fino al ponte sul torrente Avisio.
Altopiano di Piné e laghi della Valsugana
La sterrata che segue e risale la vallata, fiancheggia il rio Brusago per raggiungere repentinamente la località omonima, ai margini dell'altopiano di Piné.
La pista ciclabile prima fiancheggia la strada che attraversa l'altopiano e poi si infila sulla sinistra orografica della valle nei pressi del primo lago, seguendone il profilo con una ciclopedonale panoramica sterrata ma molto frequentata in agosto. Passati i due laghi delle Piazze e di Serraia, si attraversa il centro di Baselga di Piné per risalire un po' e riprendere un altro itinerario ciclabile verso Montagnaga.
La picchiata verso la Valsugana dovrebbe portare, dalla località Riposo, a Serso e Zivignago ma la strada al momento è chiusa per frana e così proseguo verso il lago di Calzolino e Pergine, ricongiungendomi con la pista ciclabile della Valsugana che ben presto, a San Cristoforo, raggiunge le propaggini del lago di Caldonazzo.
Questo tratto non fa parte della traccia originale del Trentino Bike Trail che si porta a est, sulla vecchia strada, passando vicino al castello di Pergine e scendendo per sentieri al lago di Levico.
Kaiserjägerstraβe e altopiani di Lavarone e Folgaria
Dopo una notte in campeggio in riva al lago, dove potrai fare un tuffo rinfrescante, il mattino successivo si risale la mitica Kaiserjägerweg o, in dialetto trentino, Menador. Realizzata dai soldati austroungarici a inizio '900 per unire la vallata all'altopiano di Lavarone, è un'opera straordinaria scavata nella roccia che sale tra tornanti, gallerie e passaggi panoramici fino a Monterovere. In alta stagione la strada è molto trafficata ma resta un percorso suggestivo da pedalare con calma e godendosi i punti panoramici sui laghi di Caldonazzo e Levico e sul Lagorai.
Giunti al valico, si terrà subito la destra, imboccando un tratto di 100 km dei Forti, itinerario gravel che permetterà di restare in quota, risalendo le pendici del monte Belem prima di scendere in picchiata nelle varie frazioni che compongono il comune diffuso di Lavarone.
A Bertoldi si imbocca la strada che scende verso Carbonare, lasciando i tecnici sentieri di discesa delle tante competizioni per MTB segnalate in zona. Appena oltre il bivio verso Folgaria, si tiene la sinistra per dirigersi verso il forte Cherle. Qui inizia una bella e pedalabile salita sterrata nel bosco, selvaggia e tranquilla che conduce presto ai pascoli in quota nei pressi di malga Seconda Posta. Attraversata la strada provinciale si continua a salire dolcemente verso il monte Dürer tra impressionanti spianate di alberi schiantati dai tempi della tempesta Vaia.
Il percorso del Trentino Bike Trail qui proseguirebbe verso Passo Coe, la Vallarsa e il lago di Garda per poi rientrare a Trento dalla valle dei Laghi, mentre io lascio l’itinerario per rientrare verso Trento.
Sfiorata la strada provinciale in località Zambel, per superare il torrente Astico, la si lascia subito sulla sinistra per riprendere un nuovo percorso sterrato dolce e pedalabile verso la piana di Folgaria. Si oltrepassano le piste di Sommo Alto e Costa ed il Golf Club prima di raggiungere passo Sommo.
Rientro a Trento dalla Vigolana
Il valico segna il punto di rientro e da qui si imbocca la statale che rientra a Carbonare, seguendola fino a San Sebastiano. Entrati in paese si imbocca un sentiero in quota panoramico da cui si vedono Cima Vezzena e le vette che cingono l'altopiano di Asiago.
Un tratto di sentiero un po' sconnesso fa rientrare sulla statale della Fricca, già oltre Carbonare. Imboccata la strada verso Vattaro, prima della lunga galleria si segue il percorso della vecchia strada (tratto vietato da evitare in caso di maltempo, ma a mio parere è più pericolosa per noi ciclisti la galleria che non la vecchia strada abbandonata e franosa).
Ripresa la strada in fondo alla galleria la si segue in discesa per un po' fino a raggiungere un bivio sulla sinistra che indica rifugio Paludei. La risalita è, in alcuni tratti, impegnativa e cementata, ma non troppo lunga. Le sterrate di collegamento in quota qui sono molteplici ma si seguono le indicazioni per la malga Dos del Bue senza raggiungere il rifugio.
Ancora una volta i lavori di ripristino di una frana impediscono di proseguire oltre la malga in quota verso Vigolo Vattaro ma se la strada è aperta ti consiglio di seguire l'itinerario segnalato anche come ippovia. L'alternativa che ho seguito anch'io è la strada asfaltata che in veloce picchiata conduce a Vattaro, per riprendere la statale della Fricca e scendere a Vigolo.
La mia schiena traballante mi impedisce di proseguire su sterrate e così decido di scendere a Trento rapidamente dalla statale ma se hai gamba e voglia di restare fuori dal traffico ti consiglio di seguire da Vigolo Vattaro questo percorso gravel che passa dal forte Brusafer e dal rifugio Bindesi per scendere a Villazzano e chiudere il tracciato di due giorni ispirato dal Trentino Bike Trail.
Setup di viaggio
Per questo mini-viaggio che prevedevo durasse quattro giorni per un totale di 280 km e 6200 m di dislivello, avevo deciso di viaggiare con una bici da trekking a pedalata assistita, la Brinke Overland che già ho utilizzato in passato.
Essendo dotata di portapacchi di serie ho montato le borse laterali Givi Experience Junter piccole da 14l che ormai mi accompagnano da qualche anno nei miei viaggi, assieme alle borse da bikepacking, sempre Givi, half frame e toptube. Sul pianale del portapacchi ho alloggiato la tenda Naturhike Cloud Up 2, in una borsa Givi il materassino Klymit Static V Recon e il saccoapelo Salewa Spice -2. In un'altra borsa ho inserito un cambio per la bici (non usato nei 2 giorni di viaggio effettivamente fatti), un cambio per la sera, due paia di calzini, il fornelletto e la bombola per cucinare e il drone.
Nella borsa telaio ho inserito i ricambi e gli attrezzi per la bici oltre al carica batterie, mentre nella toptube tenevo il portafoglio e qualche snack (frutta secca). Inoltre ho indossato il marsupio Evoc Hip Pack Pro 3 con macchina fotografica mirrorless, chiavi di casa e battery pack da 20000 mAh.
Il percorso dimezzato mi ha fatto utilizzare meno materiale di quello preventivato e per questo, se dovessi affrontare questo weekend in bici puoi anche viaggiare più leggero.
- Orrido di Ponte Alto
- Giardino dei Ciucioi
- Lago Santo
- I laghi di Piné (Piazze e Serraia)
- Castello di Pergine
- Lago di Caldonazzo
- Salita Kaiserjagerweg
- I forti dell'altopiano: Belvedere, Sommo, Cherle...
- Come raggiungo Trento? L'autostrada A22 passa dalla città. Ti suggerisco di uscire a Trento Sud e lasciare l'auto direttamente al bicigrill per imboccare la ciclabile e dirigerti verso il centro città in bici. In alternativa puoi uscire a Trento Nord e dirigerti verso località Solteri per parcheggiare l'auto in quella zona e partire direttamente sulla traccia.
- L'itinerario è segnalato? No, il Trentino Bike Trail al momento non è segnalato in nessuna delle sue versioni e per poterlo seguire è necessario scaricare la traccia GPS, sia quella di questi 2 giorni che trovi sopra, sia quella delle altre versioni più lunghe che trovi ai link forniti più in alto
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Sì, lungo il tracciato sono presenti in abbondanza fontane e fonti nei paesi attraversati.
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso si svolge su sterrati di vario livello come già specificato sopra. Si va dall'asfalto alle gravel roads mentre i passaggi su sentiero sono minimi. Il tragitto è adatto anche a bici gravel o trekking se si ha la gamba.
- il Trentino è una provincia molto turistica anche se il percorso segue una delle zone meno note. A Trento ci sono varie strutture dove alloggiare, dagli alberghi agli appartamenti vacanza. Sul tracciato si passano alcuni rifugi dove è possibile alloggiare (per esempio il Potmauer o il lago Santo). Si trovano campeggi sia nei pressi del lago delle Piazze a Piné che sul lago di Caldonazzo (svariati) oppure poco distante sul lago di Levico. Anche sull'altopiano di Folgaria sono presenti tutte le tipologie di alloggio, dall'albergo al campeggio.
- Il campeggio libero non è ammesso a meno che non si opti per il bivacco (piantare la tenda al tramonto e toglierla all'alba). Se si sceglie questa opzione consiglio di farlo in zone poco frequentate: ci sono molti possibili punti nel bosco e isolati. Ti suggerisco di evitare le sponde dei laghi se possibile oppure di rispettare rigorosamente le tempistiche di alba e tramonto
- Cosa mangiare lungo l'itinerario? La cucina trentina è quella tipica di montagna, povera ma gustosa e ipercalorica. Canederli, polenta, formaggi sono i piatti più tipici che si trovano nei rifugi mentre sul lago si possono trovare ristoranti e pizzerie di tutti i tipi, per mangiare anche pesce di lago o altre tipicità locali.
- Dove mangiare lungo l'itinerario? Lungo il percorso sono presenti tanti punti di appoggio. Il rifugio lago Santo o Potzmauer potrebbero essere dei buoni punti d'appoggio il primo giorno mentre il secondo potresti raggiungere uno dei ristoranti di Lavarone o Carbonare. Alla sera lungo il lago di Caldonazzo ci sono molti locali. Fai attenzione che la maggior parte di questi servizi sono aperti però solo in stagione mentre nei vari paesi attraversati è più facile trovare ristoranti aperti tutto l'anno.
- Trentino Bike Trail: la pagina ufficiale dell'itinerario
- Visit Trentino: portale turistico ufficiale della Provincia di Trento
- Visit Valsugana: il sito dell'APT della Valsugana
- trento.info: il sito dell'APT di Trento e Piné
- Alpe Cimbra: il sito dell'APT degli altipiani di Lavarone, Folgaria e Luserna
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Commenta per primo.
Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
Ultimi da Leo
- Portaborracce alternativi per viaggiare
- Intervista a Alberto Murgia: a Capo Nord in inverno
- Gonfiare le gomme? Scegli la pompa giusta! Guida completa per ciclisti
- Orso del Pradel da Andalo in MTB
- Cosa sono le eSIM e vanno bene per viaggiare?
- Bosnia e Serbia in bici: anello di 400 km 'attorno' alla Drina
Ultimi commenti