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Trekking in Thailandia: Mon Phuy Mok nature trail
Questo articolo è apparso integralmente sul numero 91 di settembre della rivista Vivere la montagna
Mon Phuy Mok nature trail
Il sentiero inizia subito a salire aprendoci una panoramica magica sulla giungla che ci circonda: alberi altissimi svettano verso il cielo, mentre altre piante come le numerose specie di felci o una specie di palma nana si accontentano dell'invadente umidità e di qualche sporadico accenno di luce che filtra attraverso le fronde sovrastanti. proseguiamo sempre tenendoci sulla sinistra (deviando a destra ed attraversando il torrente, andremmo verso le cascate Maesalid Noi, ma in questo periodo dell'anno appena successivo alla stagione delle piogge, il ponte è mezzo crollato e il livello dell'acqua è piuttosto alto) e ci sorprendiamo nel notare dei piccoli cunicoli a ragnatela che terminano in una grotta filata alla perfezione dal padrone di casa. Di queste piccole opere d'arte, la foresta è piena ad ogni angolo, quindi non invidio affatto i numerosi e minuscoli insetti e la loro lotta quotidiana contro i predatori per la sopravvivenza, infatti chissà quanti piccoli abitanti della giungla, attirati da miraggi di fili luccicanti, finiranno la loro esistenza in questa finta grotta delle meraviglie. Procediamo a rilento: ogni rumore desta la nostra attenzione, ogni movimento ci fà sobbalzare dall'eccitazione, ogni profumo ci fà incuriosire... è la confusione dei sensi in questo luogo così suggestivo. Oltrepassiamo un rivolo d'acqua con l'ausilio di una passerella costruita con cinque canne di bambù, un po' barcollanti ma stabili. Il sentiero da qui si inerpica vertiginosamente e l'alto tasso di umidità ci fà arrancare e faticare doppiamente.
Alcuni uccellini gialli volano da un albero all'altro cinguettando vispi, tentiamo di seguirli con lo sguardo, ma sembrano intimiditi dalla nostra presenza e si rifugiano fulminei fra i rami più alti. E' inverno, anche se la temperatura ed il paesaggio hanno ben poco della stagione alla quale siamo abituati, l'unico segno distintivo sono le foglie di alcuni caducifoglie che in questo periodo dell'anno si colorano di rosso e giallo, proprio come se fosse il nostro autunno con la piccola differenza che qui il termometro segna dai 25 ai 30°C. Saliamo sopra il livello del mare di alcune centinaia di metri (siamo partiti comunque da 500 m) ed in una piccola piana, abbiamo la fortuna di individuare dei curiosi volatili blu che camminano orizzontalmente sui tronchi di un paio di alberi. Contemporaneamente nella foresta risuona un picchiettare molto familiare: intenso, provocato sicuramente da un robusto becco sulla corteccia, deve essere per forza un picchio! Leo lo intravede solo di sfuggita, perchè un ramo calpestato rovina la sua copertura allertando il volatile che si dà ad una rapida fuga, che disdetta! E con il picchio, volano via anche le speranze di Leo di poter fare un giorno l'investigatore privato...
Sono già trascorse due ore, ma ci muoviamo a rilento. Ecco quello che fà per noi: una bella panchina di bambù con vista sulla cascata che si tuffa per 150 metri nel vuoto disturbando la quiete della giungla. La Namtok Maesalid Noi (Namtok in Thai significa cascata) nasce nel bel mezzo di questa foresta alimentando la vita ai loro piedi ed accrescendo il tasso di umidità della zona. Riprendiamo il cammino e man mano che l'altezza aumenta, la vegetazione si fà più rada, la terra è più brulla e dei furbi rapaci volteggiano poco distanti da noi, alla ricerca di qualche preda distratta.
In tre ore e mezza giungiamo a 1177 metri, il viewpoint sulle colline e la zona circostante, a mattinata inoltrata, è abbastanza deludente visto che il cielo risulta piuttosto pannoso e la visibilità è limitata (se avete la possibilità e il tempo, portetevi dietro la tenda e fermatevi al viewpoint per la notte, il panorama al tramonto e all'alba dicono sia meraviglioso!)
Per ritornare al punto di partenza esiste un altro sentiero che dal viewpoint costeggia la collina per poi inoltrarsi nella giungla dal lato opposto, ma purtroppo non lo abbiamo trovato, rendendo la nostra scelta obbligata: tornare alla base per la stessa via dell'andata. Poco sotto il belvedere sentiamo un gran fracasso, forse un comizio tra volatili? Decidiamo di mettere in pratica gli insegnamenti dei pigmei dell'Africa centrale (grazie Anna per i tuoi racconti incredibili). Mimetizzandoci di cespuglio in cespuglio poniamo la massima attenzione in ogni passo per produrre meno rumore possibile evitando così che i chiassosi ospiti dell'albero notino la nostra presenza. Un ramo traditore sembra annullare la nostra strategia fotografica, fortunatamente gli uccelli sono nel vivo del dibattito e non se ne accorgono. Ci accovacciamo e restiamo immobili in ascolto: dei buffi volatili neri e azzurri con un lungo strascico di penne al seguito si alzano in volo danzando da sinistra a destra per poi ricadere in verticale sull'albero vicino. Un nobile avventore dal piumaggio verde scuro sul dorso e giallo sulla testa impettito è in attesa di qualche avvenimento importante e dal suo perfetto punto di osservazione controlla con calma invidiabile tutta l'area sottostante. Un picchio dal becco lungo e appuntito risale allegramente il tronco del suo albero preferito nascondendosi ogni tre saltelli dietro la spessa corteccia. Ogni animale è intento e concentrato sul proprio scopo, solo ed esclusivamente su quello, penso soddisfatta. Un attimo dopo arriva la secca smentita, l'incantesimo si spezza, forse un movimento brusco, l'albero si quieta e restiamo improvvisamente soli.
Questo trekking è stato percorso durante lo svolgimento del nostro progetto Downwind. Se volete leggere il diario di viaggio di questa avventura, ecco qui tutti gli articoli dei nostri dieci mesi in bicicletta nel sud est asiatico
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Vero
ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!
EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!
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