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In questi mesi abbiamo girato tanto per il Trentino e l'Alto Adige scoprendo luoghi incredibili e montagne selvagge e incontaminate, ma nel nostro amato peregrinare non ci siamo mai spinti fino al gruppo della Marmolada dove cime perennemente innevate, lasciano spazio anche a vette più a portata d'uomo.

Escursione lunga ed impegnativa quella che ci ha condotto dalla Val di Fassa attraverso la Val Duron al cospetto dell'erto massiccio dell'Antermoia e delle Torri del Vajolet. Da Trento con l'automobile seguiamo l'autostrada del Brennero verso Bolzano che non raggiungeremo perchè la nostra uscita è Egna-Neumarkt. Da qui saliamo verso Montagna e il Parco del Monte Corno seguendo la strada a tornanti. La nostra base di partenza, Campitello di Fassa, si trova nell'omonima valle e per arrivarci dovremo passare interamente la Valle di Fiemme e buona parte della stessa Val di Fassa seguendo le indicazioni per il Passo Pordoi. Oggi siamo solo in due perchè fra problemi fisici (ehm...), di stanchezza e cene già organizzate in precedenza ed impossibili da spostare, hanno tirato tutti bidone.

La bellezza di muoversi zaino in spalla attraverso i meravigliosi luoghi del nostro Paese è senza paragoni: se siete appassionati di odeporica, chissà quanti libri avete letto che avessero questo genere di viaggio come tema. Una grandissima tradizione ci arriva, infatti, dai viaggiatori dell'Ottocento, ed è forse anche questo che ci affascina: non esattamente un "Grand Tour" in carrozza, come quello che usualmente facevano i nobili per arrivare a conoscere zone di mondo grazie alla loro posizione sociale (insomma: ai loro soldi), ma un viaggio decisamente più economico e avventuroso, ricco di adrenalina e di paesaggi mozzafiato, raggiungibili solo per sentieri non esattamente battuti come i possenti tratti autostradali.

Ricordo bene quella handbike che, superando gli ultimi metri di salita, raggiungeva il Passo Gavia in una mattinata soleggiata d'estate.
Un sorriso di soddisfazione, i rivoli di sudore che colavano sugli occhi annebbiando la vista, una gioia senza fine. I protagonisti di quella eterna scalata ad uno dei valichi alpini più duri del Giro d'Italia furono quei ragazzi in handbike e sedia a rotelle che raggiunsero la vetta superando ogni barriera, dimostrando che tutto è possibile... 

La provincia di Asti, conosciuta soprattutto per le deliziose prelibatezze gastronomiche e per l'ottima qualità dei vini prodotti, è un territorio che si presta in modo eccellente a facile camminate collinari e a divertenti tracciati da affrontare in mountain bike. Tra Cantarana, Castellero e Villafranca abbiamo trascorso due giorni di trekking ed esplorazione approfittando della Giornata nazionale del camminare... venite in escursione con noi!

Dalla fine di settembre alla metà di ottobre, durante una camminata ad alta quota, non è raro imbattersi nel bramito del cervo che proprio in questo periodo raduna intorno a sé le femmine per riprodursi.
Nel parco dello Stelvio ci sono diversi luoghi dove è più facile udire il verso d’amore del cervo ed anche, con un po’ di fortuna, osservarlo, due di questi sono la Val di Rabbi e la Val di Peio.
La lunga ed estenuante salita verso il Monte Peller partendo dalla Val di Non, lascia presagire che l'escursione sarà molto interessante.
Dal centro di Cles si sale verso la località Bersaglio dove si trova un bar ristorante, un parco giochi ed una fontana con acqua fresca per riempire le borracce. Seguendo la strada asfaltata, dopo circa un chilometro, iniziano i numerosi tornanti, in parte sterrati, che attraverso il bosco conducono al lago Verdè e, ancora più in alto, al lago Dorigat, punto di partenza del nostro trekking in Val Nana.
La primavera è già arrivata ma in Trentino non se n'è accorto nessuno: neve e freddo continuano a farla da padrona ed allora ne approfittiamo per continuare ad utilizzare le ciaspole. In val di Non le Maddalene sono il territorio ideale per escursioni facili o più impegnative. In questa occasione ci siamo concessi una facile ciaspolata notturna alla malga Castrin per qualche scatto alle stelle!
Alzando gli occhi verso le pareti rocciose che separano la bassa Val di Non dal cuore del Parco naturale Adamello Brenta e dalle sue Dolomiti, con un po' di attenzione, si può riuscire a scorgere qualcosa di inaspettato: una piccola fortezza, conosciuta con il nome di Castel Corona, è incastonata nella pietra come un gioiello prezioso. Domina la valle dal luogo più impervio ed incredibile che si potrebbe immaginare e, nel silenzio della Natura e del passato, è ormai quasi dimenticata...
Lunedì, con un giorno di anticipo sulla data pubblicizzata, forse per evitare incursioni ambientaliste o di troppi curiosi, è arrivato all'area faunistica nei pressi del santuario di San Romedio in Val di Non, Bruno, un orso bruno dei Carpazi proveniente dal centro visite del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Chi segue questo blog e soprattutto la nostra pagina facebook, sa quanto abbiamo a cuore la sorte degli orsi "trentini" ed in generale la sorte di questi maestosi animali che tanto rumore stanno provocando, nel bene e nel male, qui tra i nostri boschi. Lasciatemi allora fare alcune considerazioni sul ritorno dell'orso Bruno a San Romedio. 
La mia prima escursione nella bassa Val di Non mi ha dato non poche soddisfazioni: raggiungere i ruderi di Castel San Pietro dal paese di Vigo di Ton non è un'impresa faticosa ma, in certe stagioni come potrebbe essere quella invernale, l'ultima parte del trekking potrebbe presentarsi come scivolosa ed un pochino esposta. Inserito nel contesto selvaggio della Val dei pilastri, i ruderi di Castel San Pietro sono situati ad un'altitudine di 861 metri, in posizione estremamente panoramica sulla val di Non e sulle Dolomiti di Brenta.
I laghetti di Coredo e Tavon si trovano sull'Altopiano della Predaia, in Val di Non e sono un ottimo punto di partenza per una breve e facile escursione al Santuario di San Romedio, il patrono degli orsi. In inverno, anche in presenza di neve se non è troppa, si può percorrere l'intero itinerario solo con gli scarponcini da trekking. Trekking ideale per immergersi nella Natura dell'altopiano della Predaia senza fare eccessiva fatica.
L'occasione per provare un'esperienza nuova come la ciaspolata notturna è arrivata in Val di Non grazie alla ciaspolata al chiaro di luna organizzata sull'Altopiano della Predaia con partenza ed arrivo al rifugio Predaia Todés Ci. L'itinerario scelto per la passeggiata serale è un percorso semplice ma non banale e la luce diffusa dalla luna piena rendeva l'atmosfera fatata con il panorama sul Brenta ad alternarsi a suggestivi passaggi nel bosco.
 La val di Pejo è una valle nata dall'erosione fluviale da parte del fiume Noce, lo stesso corso d'acqua che forma il lago di Santa Giustina in Val di Non e che, raggiunta la valle dell'Adige, si butta nelle acque del fiume omonimo. Con la Val di Rabbi è parte dell'area trentina del parco nazionale dello Stelvio dove vivono numerosi specie di animali alpine. Il lago di Pian Palù è un bacino artificiale piuttosto suggestivo per la sua posizione incastonata fra le montagne del gruppo dell'Ortles e del Cevedale. Il trekking fino al lago è da considerarsi facile ed adeguato a tutti!
Fare trekking in Indonesia non è poi così facile come si può immaginare, soprattutto se si parla del vulcano più alto dell'isola di Giava che, con la vetta protesa verso le nuvole, arriva a sfiorare i 3700 metri. Non voglio confrontare questa montagna con i nostri Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino, più alti e probabilmente più caratteristici... sappiate solo che in cima al Monte Semeru si può giungere in due giorni di solo trekking con guida o anche in estrema libertà!
Il parco naturale Dolomiti Friulane è una riserva istituita nel 1996 e include nel suo vasto territorio le montagne composte da dolomia del Friuli, i Monti Pallidi di questa regione del nord est d'Italia, uno dei nove gruppi montuosi preservati come Patrimonio Unesco. A differenza delle Dolomiti Bellunesi o di quelle Trentine ed Altoatesine, le Dolomiti Friulane sono più isolate nell'estremo oriente delle Alpi ed, anche le zone (scarsamente) abitate, sono riuscite a conservare una selvaticità più naturale e del tutto differente delle altre aree dolomitiche. Le Dolomiti friulane, contornate da valli non eccessivamente turistiche, hanno concesso alla natura l'ormai privilegio di mantenersi in gran parte incontaminata!

               

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