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Romantische Strasse e Alta Baviera in bici
È stata un’estate un po’ particolare, dopo il viaggio in bici nel Cilento e Basilicata di fine maggio praticamente abbiamo appeso la bici al chiodo, per problemi di salute e anche per il gran caldo dell’estate 2022. Decidiamo di riprendere con la Romantischestrasse, un percorso poco impegnativo che, in teoria, potremmo percorrere anche con le muscolari (da corsa). Faremo invece bene a portarci le e-mtb, sia per minor problemi sul peso dei bagagli - il tempo a fine agosto potrebbe peggiorare - sia per i tanti sterrati che incontreremo.
In questo articolo
- Day 1 + 2 | Genova – Fussen (auto) – Grasmuhle (bici) 80 km - 577 m
- Day 3 | Grasmuhle – Augsburg 68 km - 161 m
- Day 4 | Augsburg – Donauworth 56 km – 173 m
- Day 5 | Donauworth - Dinkelsbühl 78 km - 457 m
- Day 6 | Dinkelsbühl - Rothenburg ob der Tauber 66 km – 591 m
- Day 7 | Rothenburg ob der Tauber – Würzburg 64 km – 352 m
- Day 8 - 9 | Monaco - Garmisch-Partenkirchen 104 km - 644 m
- Day 10 | Garmisch-Partenkirchen – Fussen 60 km - 449 m
Prima di partire cambio gli pneumatici da viaggio: agli Smart Sam di serie sostituisco gli Hurricane 29X2.40, sempre di Schwalbe, molto più stradali dei primi. Ci facciamo qualche idea sul sito ufficiale tedesco e su un resoconto di Marco Grippa, oltre che con il racconto di Bruno qui su Life in Travel.
Day 1 + 2 | Genova – Fussen (auto) – Grasmuhle (bici) 80 km - 577 m
Alle 6 siamo già in macchina, direzione Fussen. Ho valutato molte opzioni per evitare di prendere la macchina: treno fino al Brennero o fino a Monaco, ma poi le eventuali soluzioni erano un po' troppo macchinose e soprattutto incerte (caricare la bici sul treno resta ancora un’incognita). Direzione Chiasso dunque. Già so che mi romperò i maroni ad attraversare la Svizzera, limiti di velocità, autovelox, 40 euro di vignetta...
Vabbè risparmierò almeno la vignetta austriaca passando dal centro di Bregenz. Dopo 7 ore di viaggio arriviamo a Fussen, riposino e giro in bici nei paraggi per vedere (da lontano) i castelli di Neuschwanstein e di Hohenschwangau, pittoreschi con una marea di gente. Un mega hamburger in un biergarten, un Aulin e un buon sonno, e siamo già pronti per partire. Beh...pronti...sono quasi le 10, direzione nord.
È una splendida giornata di sole con un clima ideale per pedalare. La ciclovia passa veramente in luoghi stupendi e su 80 km alla fine avremo fatto forse 1 km su strade con traffico auto.
Un po' di attenzione ai segnali bisogna tuttavia farla, visto che ogni paesino è collegato da almeno una strada ciclabile. La destinazione del primo giorno non è decisa, siccome abbiamo già dedicato un po' di tempo ai castelli potremmo fermarci a Schongau o arrivare a Landsberg am Lech. Trovare l'inizio dell'itinerario sul Garmin è sempre un'operazione che mi riesce male, soprattutto col sole in faccia.
"Vabbè, andiamo di qua, facciamo il lungolago".
"Carino quel paesino laggiù chissà come si chiama?...andiamo a vederlo" È Fussen, rintronato!! Eh già, abbiamo fatto il classico giro dell'oca arrivando dalla parte delle gole del fiume che il giorno prima non avevamo visto. Schongau o Landsberg quindi?? Nessuno dei due. Ci saremo idealmente fermati nel primo ma le recensioni dell'unico hotel disponibile ci hanno fatto proseguire. Ci fermiamo a Grasmuhle, a 10 km. da Landsberg e abbastanza stanchi. Mangiamo e dormiamo al Romerkessel Hotel, per vitto e alloggio dei primi due giorni: prezzi alti, qualità scarsa.
Day 3 | Grasmuhle – Augsburg 68 km - 161 m
Dopo le colline pedemontane bavaresi oggi sarà una giornata "lungofiume". Percorriamo i 10 km che ci separano dalla colazione e da Landsberg am Lech di prima mattina, (le 9,15!), in fondo sono ferie. Ci fermiamo su un tavolino della Bakery Pastry Manhart, una tipologia di locale che in Italia non si trova, un mix tra bar, panificio e pasticceria. Un posto dove onestamente faresti prima ad ordinare "uno di tutto" e dove acquistiamo pane al "chissà che" per il pranzo. Landsberg è veramente carina e dedichiamo un'oretta per visitarla, sarebbe stata un'ottima sosta di tappa se solo avessimo trovato posto in hotel.
In teoria i chilometri da percorrere per Augsburg (o Augusta visto che l'hanno fondata i romani, da cui deriva anche il nome della via Claudia Augusta) dovrebbero essere poco più di 40 ma tra deviazioni sbagliate, soste, paesini da vedere, acqua da trovare, come al solito diventano quasi 70, stavolta con dislivello quasi nullo. È tutta un'alternanza di foresta lungo fiume e campi coltivati, con molto sterrato dal fondo ottimo. È una splendida giornata e trovo anche il modo di fare un bel bagno nel fiume, nonostante non faccia il caldo dell'estate italiana, mi godo l'acqua fresca. Passeremo la notte all’Ost am Kö, un hotel in pieno centro cittadino. Augusta è una città grande, la terza della Baviera, circa 300 mila abitanti, con un affollato centro storico. Finalmente riesco a dedicarmi alla mia ricerca preferita nei paesi teutonici: un ristorante Greco, Siriano o Libanese. Basta maiale e kartoffel in tutte le loro declinazioni. E il Shu Shu Falafel non tradisce le aspettative, anzi le supera! Un mix per due e a finire baklava e the al cardamomo, spettacolo!
Day 4 | Augsburg – Donauworth 56 km – 173 m
Titolo del giorno: "paesotti". Eh sì, perché una volta usciti da Augusta se ne passano parecchi in direzione Donauworth. Paesotti e paesini che sembrano realmente disegnati, definibili sporchi se trovi per terra qualche foglia caduta e poi avessimo visto, non dico i piloni di cemento in attesa del prossimo condono edilizio come al sud, ma nemmeno un cazzo di muro scrostato!
Inoltre, una chiesa, case di qua e di là, ma quasi mai una fontana, un bar o un negozio di generi alimentari. Boh, faranno la spesa su Amazon. Tappa non certo da ricordare per il paesaggio e con molto sterrato. Sterrato su cui immagini tutte le mattine passino un telo stile campi da tennis in terra battuta tanto è perfetto. Solo da noi la pioggia crea buche e crateri che obbligano a gimkane che manco Pidcock...??
E vista la mancanza di narrazione paesaggistica, diciamo qualcosa sulla civiltà ciclistica teutonica. Il pericolo per noi "meridionali", non abituati a tanto bendiddio di ciclabili, non sono le macchine ma le bici!!!
Le prime si fermano sempre, anche quando ti fermi ad aspettare la moglie o per consultare la mappa. Il dogma è che la bici deve fermarsi il meno possibile e vieni trattato da pari: se, per mancanza di consuetudine, non rispetti i segnali, rischi la collisione. Inciso: non ho visto un solo ciclista bucare un "rosso". Per me la tentazione è stata invece forte.
Arriviamo a Donauworth poco dopo le 13 e troviamo alloggio al Goldener Hirsch, sulla famosa strada principale che, a dispetto della valutazione 7.7 di Booking, merita molto di più. Il paese che nasce alla confluenza tra Danubio e Wornitz non tradisce le aspettative.
Day 5 | Donauworth - Dinkelsbühl 78 km - 457 m
Una tappa perfetta che ci porta dopo 78 km a Dinkelsbühl. Perfetta nel senso che partiamo abbastanza presto (9:10 s'intende). Pedaliamo senza troppe interruzioni e arriviamo in tempo per girare un po' il paesotto aggiungendo alla giornata una buona cena e la successiva nanna. Tappa abbastanza pianeggiante nella prima parte, più collinare nella seconda metà. Spendiamo un po' di tempo per vedere l'ameno borgo di Harburg, sovrastato da un imponente castello e ci fermiamo a Nordlingen prima di mezzodì. La solita ode alla Backerei-Konditorei dove ingurgitiamo due pezzi di torta al rabarbaro e alle prugne e due caffè. Prenotiamo l'albergo: abbiamo infatti notato che nella seconda parte della giornata le camere si esauriscono rapidamente. Probabilmente tanti cicloturisti come noi programmano dove arrivare solo all'ultimo. Un'altra piccola pausa "mela e prugna" a 10 km dall'arrivo. In questa stagione gli alberi a bordo strada sono pieni di mele e prugne buonissime, le prime un po' acerbe in verità. Dinkelsbühl è un paesino veramente carino con tutte le case con i tetti spioventi e le facciate colorate dalle tante finestre. La camera dell'Hotel Luise è molto grande e arredata in stile moderno, direi la migliore trovata sinora. Nonostante la regola che ci siamo dati sia "non ristoranti italiani", stavolta cediamo. Un po' perché la cucina tedesca non fa per noi, un po' perché i ristoranti ai primi posti in ogni luogo dove ci siamo fermati sono italiani. E la cosa fa anche piacere. Ci dedichiamo a un'apericena da Pane e Vino, un locale di un Nuorese dove finalmente ordiniamo in lingua madre. In realtà dovrebbe essere aperitivo + cena ma facciamo l'errore di accompagnare gli abbondanti spritz con un tagliere per due. Le belle pinse che volevamo assaggiare non ci stanno proprio...
Day 6 | Dinkelsbühl - Rothenburg ob der Tauber 66 km – 591 m
Il percorso verso Rothenburg è un bel mangia e bevi nella verde campagna tedesca, alla fine saranno 66 km. per 590 m di dislivello. Nei pressi di Feuchtwagen la traccia fa un'ampissima digressione che vale tutti i chilometri percorsi in più. Si passa in mezzo a uno splendido bosco di conifere su uno sterrato simil biliardo.
Una bella e soddisfacente cavalcata, anche oggi abbiamo pedalato bene e siamo arrivati presto, ormai il feeling con la segnaletica delle ciclovie non ha più segreti. Rothenburg ob der Tauber vale la sua fama. Un paese realmente da cartolina, le case col graticcio, le mura medievali percorribili a piedi lungo il cammino di ronda. Inoltre capitiamo proprio nel fine settimana della festa medievale. Sfilate in costume, lance, alabarde, un intero accampamento medievale (la birra alla spina è moderna). Il Boutique Hotel Goldene Rose ci soddisfa, il prezzo è buono e si trova in pieno centro. Dopo tanti giorni ci spariamo due würstel con crauti e insalata di patate, io condito con il solito boccale di birra, Chicca con uno spritz al limoncello corredato da una mezza piantina di basilico. Mah...
Day 7 | Rothenburg ob der Tauber – Würzburg 64 km – 352 m
Il riposino quotidiano a Rothenburg lo abbiamo passato a valutare tutte le ipotesi per i giorni successivi. Le previsioni danno pioggia per le dodici di oggi quindi optiamo per andare diretti a Würzburg e prendere il treno per Monaco. Decidiamo di saltare la tappa di Tauberbischofsheim perchè, in tutta sincerità, di paesini bavaresi ne abbiamo abbastanza e poi vogliamo prenderci un day-off dalla bici. Partiamo alle otto e, dopo un primo tratto in cui corriamo a bordo di una provinciale con poco traffico, torniamo sulla ciclovia passando tra colline coltivate, fattorie e paesotti vari. È un saliscendi lieve e continuo, molto meglio della pianura. Una piccola pausa caffè nel piccolo e bel paese di Ochsenfurt e procediamo a fianco del Meno fino a Würzburg. È una sorta di parco cittadino lungo il fiume, in un tratto troviamo persino la via dedicata ai pedoni e ben due carreggiate per le bici, una per senso di marcia.
Apriamo una piccola parentesi sul tracciato.
Come già detto, un'infinità di strade collegano un'infinità di paesi, sbagliare strada non è cosi difficile. Nonostante la traccia scaricata dal sito tedesco ci siamo spesso trovati a dover scegliere tra il Garmin e la segnaletica locale. Detto che anche Google Maps per bici funziona bene, forse il sistema migliore sta nel segnarsi la "consecutio" dei paesi principali, che poi troveremo man mano nei cartelli.
Fatti i biglietti del treno ci concediamo due bicchieri di vino della zona. Ci aspetta un giorno di riposo a Monaco, che ci accoglie con un acquazzone, prima di tornare a Füssen e a casa.
Day 8 - 9 | Monaco - Garmisch-Partenkirchen 104 km - 644 m
Monaco in fondo è una delusione. Probabilmente la brutta impressione è anche dovuta al fatto che il giorno dopo il nostro arrivo è domenica ed è tutto rigorosamente chiuso. Ma in fondo sembra una bellissima città per viverci: ordinata, efficiente, poco traffico, grandi viali e verde urbano ovunque, cultura, spettacoli anche se offre poco turisticamente, soprattutto dal punto di vista storico.
Genova al confronto sembra Roma!
Oltre ad un giro Hop-on Hop-off ci spariamo un biergarten ai giardini inglesi a pranzo e il biergarten della birra Augustiner a cena, dove incontriamo il cugino Nicola che si è trasferito lì dalla California e insegna alla prestigiosa università di Monaco. Nonostante sia lì da meno di un anno si dimostra perfettamente integrato fissando la cena alle 18,30, ora in cui non avevo ancora digerito il pranzo delle tredici.
Nel pomeriggio si programma il da farsi visto che non abbiamo progetti particolari. Il meteo prevede un peggioramento per mercoledì 7 settembre, quindi pensiamo a come arrivare a Fussen intorno a martedì per pranzo e a Genova martedì sera. Per i nostri standard otto giorni di sellino su nove sono una buona media, un po’ di riposo al mare prima di tornare in ufficio non guasterà.
La prima idea è quella di andare dritti verso ovest e fermarci a Schongau che all’andata non avevamo visto, da lì 40 km. il giorno dopo verso Füssen. Invece, complice la solita mancanza di hotel, cambiamo destinazione: direzione sud verso Garmisch-Partenkirchen. Lì avevo passato una bella settimana sugli sci nel 2012, l’ultima prima che le cartilagini delle mie ginocchia mi lasciassero per sempre e lì ci dirigiamo il mattino di lunedì. Uscire da Monaco lungo le ciclabili che costeggiano i suoi lunghi viali è uno spettacolo. Scendiamo verso Gauting e costeggiamo quasi per intero la sponda ovest del lago di Starnberg.
É un posto bellissimo, meta prediletta dei ricchi bavaresi. La cornice di montagne che ci appare in lontananza sulle acque del lago è veramente una visione fantastica. Si sale un pochino nella bella campagna dell’alta Baviera, pascoli di erba verdissima, fattorie, boschi. Passiamo Eberfing, Murnau e arriviamo alla meta verso le 17. Una bella cavalcata tra panorami stupendi, forse la tappa più bella del viaggio, come spesso accade a quelle pianificate “al buio”. A Garmisch, visto che ne abbiamo mangiata poca, degustiamo una bella grigliata da “el Greco”...una fazza una razza.
Day 10 | Garmisch-Partenkirchen – Fussen 60 km - 449 m
The Last Waltz inizia con un giro largo, verso i prati che d’inverno sono il punto di arrivo della discesa libera della Kandahar. La maestosa impalcatura con la K gialla su sfondo blu è stata probabilmente smontata, lo Zugspitze, la cima rocciosa più alta di Germania è già avvolto dalle nubi e s’intravvede perfettamente l’acqua che scende copiosa proprio nella direzione del nostro tragitto. Aspettiamo qualche decina di minuti sotto la pensilina della fermata del trenino a cremagliera che porta allo Zugspitze, ma poi decidiamo di pedalare anche con la pioggia, quantomeno per giustificare la presenza nel bagaglio dei due gusci in Goretex che ci siamo portati. Dopo Grainau imbocchiamo la ciclabile, quasi interamente su sterrato, che costeggia la statale 23. In Italia non avremmo problemi a percorrerla ma qui, giustamente, non bisogna farlo: a ognuno (mezzo di trasporto) il suo. Pioggia e mappe, gps o carte che siano, non vanno troppo d’accordo cosicchè scopriamo di aver mancato un bivio.
Potremmo proseguire e arrivare lo stesso a Füssen passando da Lermoos, ma preferiamo tornare qualche chilometro indietro, anche perché non riusciamo proprio a capire dove fosse questo fantomatico bivio.
Ecco, il punto è questo... la strada dov’è??? Sembrebbe indicare di attraversare la statale, ma sembra entrare nel cortile di una cascina. In effetti appare un cancello con una strada sterrata dietro, ci stiamo addentrando in una valletta lungo un torrente dove pascolano un sacco di mucche. Divieto di accesso alle macchine, pedaliamo seguendo il fiume finché la valle si chiude e la strada non sale dentro il bosco.
La fine della salita coincide con l’apparizione del Plansee, un bellissimo lago alpino già in territorio austriaco. Una fermata per rimirar cotanta bellezza e via percorrendo la sponda nord fino alla discesa (un lago ha per forza una discesa) per Reutte e quindi Füssen. La macchina c’è ancora, sono le 14 passate, per le 21 siamo a Genova.
In sintesi: bella, ma non la rifarei. I perché: ottima la parte “montana”, ma un po’ noiosa la parte fluviale, ciclabilità eccezionale, ma in fondo poche cose da vedere nei tanti “troppi” paesini belli che però non meritano più di una sosta serale, cibo pessimo per noi italiani e offerta di alloggi inferiore alla nomea dei luoghi.
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Paolo Serra
Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.
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