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Colorado in bici: una guida per pedalare negli Stati Uniti
Una breve ma esaustiva guida per viaggiare negli Stati Uniti in bicicletta, nata dall'esperienza di un viaggio in bici in Colorado, con partenza da Denver ed arrivo a Las Vegas. Un percorso di circa 1600 km in bici tra strade secondarie, sentieri e strade asfaltate, intervallato da alcuni spostamenti in shuttle.
Ecco come organizzare e realizzare il tuo viaggio in Colorado in bici.
Il Colorado Tour attraversa 4 stati: Colorado, Utah, Arizona e Nevada.
Ecco come affrontare e organizzare un viaggio, ovviamente su bici, di questo tipo. Per prima cosa, lo scrissi per la guida in Islanda, bisogna sempre prendere con cautela le informazioni reperibili su internet o di chi c’è stato in auto, moto o altro mezzo di trasporto che non sia la bicicletta. Fatta questa premessa voglio iniziare dicendo che la mia previsione di viaggio ovvero il percorso da seguire ha subìto numerose modifiche dovute sostanzialmente ai seguenti fattori:
- reperibilità acqua
- temperature di Agosto
- proprietà private
- fondo stradale
- tempo a disposizione per completare il percorso
Punto di partenza Denver (Colorado), shuttle fino a Silverthorne (vicino Frisco, Colorado), percorso pedalato fino a Kingman (Arizona), passando per lo Utah e shuttle fino a Las Vegas da dove riprendere l’aereo di ritorno a casa. Questa è stata la mia idea di viaggio da Denver a Las Vegas e che alla fine ho rispettato. Il percorso su bici prevedeva circa 1600km di itinerario su strade secondarie (soprattutto nella prima parte), sentieri ed infine strade asfaltate (nella seconda parte del viaggio). Questa parte ovvero il viaggio in bici ha subito numerose modifiche già dal secondo giorno dove ho capito che l’offroad, i dislivelli, il continuo bisogno di acqua mi avrebbero portato ad avere tempi strettissimi per visitare i siti turistici e soprattutto a vivere male quello che per me è un piacere ovvero viaggiare in bici. Stati come lo Utah o Arizona sono praticamente recintati dall’inizio alla fine e ciò limita di molto la scelta delle strade (sempre che non si voglia invadere proprietà private con i conseguenti rischi); in sostanza ho scelto di non avventurarmi su strade che sulla carta sembravano transitabili e che invece, una volta sul posto, si sono rivelate chiuse con cancelli alti un metro e mezzo e con filo spinato. Va tenuto conto che in alcune situazioni si finisce facilmente a pedalare su strade di sabbia, il chè può essere letale con il sole e il caldo dove una borraccia da 750ml può finire in pochi minuti.
Sui sentieri del Colorado Trail
Prima parte del viaggio: Colorado Trail. Il sentiero collega Denver con Durango per diverse centinaia di chilometri e io l’ho testato da Frisco a Leadville. Qui ho appesantito troppo la bici con cibo e acqua (che già di per se era pesante con abiti ed effetti personali), primo grave errore. L’ascesa da Copper Mountain al primo passo a 3600m (Searle Pass) è pedalabile per buona parte ma con bici leggera (max 15-20kg) non certo con 30-35kg di bici. Quindi ho dovuto spingere come non mai nella mia vita. (Saranno circa 10 le ore di spingismo, una tragedia). Anche l’altitudine, seppur in minima parte, va considerata in quanto lo sforzo è amplificato. Raggiunti i 3600m ci sono diversi sali scendi per il secondo passo, il Kokomo Pass. Per arrivarci mi sono sentito come uno scalatore estremo sui 7500/8000m di altitudine, un passo ogni 5 minuti per la stanchezza.
Tutto ciò, una volta terminata la lunghissima e divertente discesa su sentiero, mi ha portato a modificare il mio itinerario per percorsi più trafficati ma decisamente più scorrevoli.
Le strade
In generale non ci sono piste ciclabili se non in qualche centro abitato; le direttrici principali ovvero le highways sono tutte transitabili in bici fatta eccezione per le interstatali segnalate nei rispettivi siti degli stati (Colorado, Utah, Arizona e Nevada). Basta cercare su Google: “bicycle map restrictions”.
Qui qualche esempio:
Ovviamente transitare in una strada a 2 corsie non è il massimo della tranquillità e del divertimento. Sicuramente comporta un pò di stress e di rischio. Io l’ho attenuato con cuffie e musica. Il transito, fatta eccezione per alcuni tratti, è abbastanza sicuro poichè la corsia di emergenza è spesso larga da un metro a, in alcuni casi, 2,5 metri. In sostanza non si pedala a stretto contatto con le auto e camion. Un consiglio che mi sento di dare è sicuramente di iniziare a pedalare alle 5-6 di mattina per contrastare il traffico (in realtà mai eccessivo) ma anche il sole e chiudere il grosso della pedalata giornaliera già a mezzogiorno. Su queste strade non c’è illuminazione, poche aree di sosta, pochi guard rail, insomma tolto l’asfalto non resta nulla di più per potersi anche solo fermare a mangiare qualcosa.E’ fondamentale farsi due conti prima di mettersi in marcia sul tempo a disposizione, il meteo e la distanza da coprire perchè a sinistra ci sono le auto e a destra le recinzioni. Rispetto alle abitudini europee i semafori sono posizionati al di là degli incroci, si può svoltare a destra con semaforo rosso (occhio se siete sul margine destro della carreggiata) e alcuni incroci non hanno semafori ma solo 4 cartelli di stop: si ha la precedenza di passaggio in ordine di arrivo allo stop. In generale c’è comunque grande rispetto per le norme stradali e anche per il ciclista.
Il clima
Molto vario passando da altitudini sui 3600m ai 1000m. Dormire a 3000m in Agosto può richiedere un vestiario e un sacco a pelo per 4-5°C. Di contro, una volta sotto i 2000m tutto ciò può risultare eccessivo ed infatti io dormivo con mutante, maglietta di cotone e sacco a pelo come coperta. Purtroppo la prima parte del viaggio richiede per un maggiore comfort, un vestiario per tempo fresco/freddo. Peso in più da trasportare.La direzione del viaggio Denver-Las Vegas mi ha portato benefici in termini di dislivello positivo da affrontare ovvero più discesa che salita ma ha anche portato problemi per il vento che soffia inevitabilmente da Ovest verso Est; alcune giornate, come l’ascesa al Grand Canyon South Rim, sono state toste con raffiche a 40km/h. Poi ci sono i temporali, i T-Storm ovvero dai 5 a 30 minuti (in media) dove può succedere di tutto: pioggia, grandine, vento, sabbia e soprattutto fulmini che cadono al suolo. Questi fenomeni sono all’ordine del giorno nella fase pomeridiana (per quel che mi riguarda soprattutto nello Utah). L’abbigliamento impermeabile per quel che ho potuto verificare è quasi inutile poichè in 25 giorni ha piovuto mezza giornata in modo costante, alcuni pomeriggi ho preso l’acquazzone ma in 15 minuti, teminata la tempesta, con il vento e il caldo ci si asciuga. Portarsi dietro occhiali o meglio ancora occhialini con elastico (tipo piscina) per contrastare la sabbia alzata da giornate ventose; mi sono lavato gli occhi per mezz’ora solo per aver preso qualche piccola sventagliata per alcuni secondi; ritengo non ci siano particolari pericoli ma può capitare e se vi trovate nel nulla, proprio in zona desertica, può essere un problema serio. Le temperature sono le stesse che in Italia con particolare caldo nella parte finale del viaggio: tratta Seligman – Las Vegas ma in realtà, fatta eccezione per il sole che comunque picchia nelle ore centrali, durante la pedalata con il vento che soffia da Ovest il clima risulta decisamente asciutto e senza la fastidiosa umidità a cui siamo abituati in Italia; per cui il tutto risulta essere più che accettabile per andare in bicicletta.
Sinceramente ho avuto un paio di giornate più toste nelle vallate del Colorado. Ho viaggiato con temperature di circa 27-30°C per la maggior parte del tempo, un paio di giornate in Colorado sopra i 30°C ed infine da Seligman a Las Vegas si è toccati i 36°C.
Il cellulare
La copertura non è totale, in alcune zone non c’è segnale. Io mi sono fatto l’abbonamento per 30gg con compagnia italiana (costo €20) con molti giga e molti minuti di chiamate. Penso sia la soluzione migliore poichè in roaming ci si collega tramite i vari gestori telefonici a seconda del segnale presente in quella determinata zona mentre se vi comprate la scheda telefonica americana, spendendo di più, avrete il collegamento a solo quel gestore telefonico. In alcune zone ci sono compagnie il cui segnale è buono ed in altre no. Con il roaming vi collegate sempre al miglior segnale indipendentemente dalla compagnia. Grosso modo nelle aree più isolate il cellulare non prende ma se siete sulla strada asfaltata qualcuno passa sempre, anche di notte.
I campeggi
Qui entriamo in un mondo senza troppe regole di prezzo e qualità dei servizi. In generale il campeggio all’americana non è ammassato come ad esempio in Europa o in Islanda dove su di un prato ci trovi tende sparse quà e là (un pò come capita) oppure piazzole per ogni tenda. Qui ognuno ha il suo spazio, il suo tavolo con panche per mangiare e il suo braciere (che non manca quasi mai). In Islanda ma anche in Europa solitamente per mangiare ci sono aree comuni. La concezione del campeggio è decisamente diversa come anche il tipo di clientela: scarso, quasi inesistente, il numero di tende presenti mentre va per la maggiore il caravan, camper ecc. L’americano tipico arriva con il suo pick-up gigante con il suo RV (recreational vehicle) anch’esso gigante. I prezzi sono molto vari poichè con 10$ ho dormito in campeggio con tutti i comfort (ma ero a Delta), poi sono passato a 15$ in altro campeggio ma con doccia da pagare a parte (Fruita) e i 22$ a Bluff con doccia ma praticamente in un posto dimenticato da Dio. Si può arrivare a 40/50$ come nella Monument Valley per dormire nella breccia e sotto il sole (ovviamente io ho evitato). Il campeggio per qui vuole comfort e non guarda alla spesa è sicuramente KOA. Particolare annotazione al campeggio Mather Campground (credo gestito statalmente) sul Grand Canyon South Rim che ha un costo esiguo vista la posizione: 18$. Attenzione nella scelta di alcuni campeggi che risultano essere decisamente “adattati” dove magari chiedono 25$ con extra doccia per altri 6$ oppure i KOA che si, hanno diversi servizi, ma chiedono cifre dai 32 ai 40 $. Secondo me sono cifre spropositate per un ciclista in viaggio.
Il cibo
Siamo in America, ovviamente vanno per la maggiore i fast food che comunque risultano molto utili per il pranzo. La parte difficile della giornata è infatti il pranzo poichè lungo la strada non si può fare “alta cucina” e quindi ho risolto con qualche burger o con biscotti. Più o meno come ho fatto in Islanda. Attenzione a capire quali centri abitati, parlo dei villaggi minori, sono provvisti di servizi (market, store, grocery) perchè se sbagliate a razionare cibo e acqua e arrivate in un villaggio “with no services” siete fregati. E vi assicuro che ce ne sono diversi. In generale le cittadine sono provviste di tutto, i villaggi (alcuni) hanno il market, altri hanno il mini-market (quello da distributore di benzina tanto per capirci) e altri ancora sono senza servizi. All’interno dei market o store si trova un pò di tutto (eccetto la frutta e verdura non sempre presente nei market). Chiaramente siamo comunque in un paese, gli Stati Uniti, civile e sviluppato quindi non è difficile reperire cibo e acqua. Per me è stato fondamentale passare dal cucinare la pasta (solitamente spaghetti fini da 4-5 min di cottura ai barattoli già pronti che in 1 min. sono caldi….il motivo? non si spreca acqua come per gli spaghetti (o pasta in generale).
Moneta
Ho cambiato in tutto 80$ cash per le spese impreviste (nell’arco di 25 giorni) che solitamente capitano passando nei posti più “old style”. Ad esempio il campeggio senza POS (ce ne sono vicino Moab) oppure se quel giorno becchi il market che ha il POS non funzionante. Sono serviti ma forse ne bastavano anche meno poichè da queste parti si fà tutto con la carta, anche pagare un caffè. Il cash è facilmente reperibile evitando gli ATM (e relative commissioni) scegliendo ad esempio alla cassa di uno store di pagare i beni acquistati e ricevere 20/40$ in aggiunta cash (ovviamente scalandoli dalla carta di credito). Attenzione con il tipo di carte con cui si acquista: credito, debito e prepagata. Tutte accettate tranquillamente ma ad esempio un paio di volte ho trovato problemi con la Maestro (non accettata). Sicuramente sono più sicure Visa e Mastercard. Portatene un paio per sicurezza.
Trasporti
Facile, non ci sono. Si trova il treno nella tratta Williams – Kingman che passa 2 volte ogni 24 ore, quindi praticamente inutilizzabile. Autobus rari (non chiaro se trasportano bici) fatta eccezione per quelli turistici tipo Grand Canyon – Las Vegas dove comunque è da verificare l’effettiva trasportabilità della bici. Presenti invece alcune compagnie shuttle come ad esempio quelle utilizzate da me:
tratta Denver – Silverthorne : peak1express
tratta Kingman – Las Vegas : commuterservice
Più o meno 50/60$ a tratta (bici compresa). Prezzo onesto.
Equipaggiamento
Viaggiare leggeri fà sempre la differenza ma quando il clima è caldo ha un valenza ancora maggiore. Purtroppo, come scritto ad inizio della guida, ho dovuto re-impostare il mio tour rispetto al progetto iniziale. Sono arrivato con una bici settata per l’offroad e, fatta eccezione per il Colorado Trail, ho percorso quasi sempre strade asfaltate. Ruote pesanti e tassellate non hanno giocato certamente a favore della scorrevolezza. Così come lo zaino (quasi inutile) ed alcuni abiti inutilizzati. Insomma diciamo che il mio equipaggiamento non era totalmente errato ma presentava diversi gravi errori che poi ho pagato in termini di sforzo fisico. Terminata la premessa elenco quindi i fondamentali per il viaggio (escludendo il percorso Colorado Trail dal viaggio):
- bici leggera;
- ruote scorrevoli;
- luci anteriore/posteriore per eventuali notturne (causa caldo);
- filtro acqua (vitale per torrenti in Colorado);
- abbigliamento corto (con cambi) da preferire a lungo;
- una giacca (antipioggia);
- sacco a pelo 2/4°C;
- capacità idrica (borracce, camelback ecc.) per almeno 4 litri.
Ovviamente il resto dell’equipaggiamento è a discrezione e secondo le proprie abitudini.
Esta
Per i turisti europei che si recano negli States in aereo non è necessario il visto di ingresso. È sufficente e necessario ottenere l’autorizzazione Esta. Ribadisco che è necessario altrimenti non si entra. È valido per 2 anni e costa 14$. Compilata la domanda si riceve l’autorizzazione quasi immediatamente. Tale autorizzazione non è richiesta all’aeroporto di arrivo e quindi nessuno ve la richiede. Se non volete avere problemi magari portatevi dietro il numero di autorizzazione nel caso servisse per un controllo.
Passaporto
È richiesto il nuovo passaporto con Chip ovvero quello elettronico. Ancor prima della frontiera, in aeroporto, vi identificano tramite macchinette che leggono esclusivamente il passaporto elettronico. Penso che a chiunque possa capitare problemi con il chip quindi dovrebbero essere previste anche procedure “vecchio stile” ma è importante presentarsi con quello elettronico.
Assicurazione
Ognuno di noi è libero di presentarsi con o senza assicurazione di viaggio ma siamo negli Stati Uniti e quella medica è FONDAMENTALE. Qui la vostra tessera sanitaria non serve a nulla. Se vi capita un piccolo infortunio o anche solo la necessità di qualche medicinale vi parte qualche centinaio di dollari. Nei casi peggiori ovvero operazioni, interventi chirurgici e degenza si può spendere qualche decina di migliaia o centinaia di migliaia di dollari. Nel caso di mesi di degenza o più interventi si potrebbe anche sforare il milione.
Io mi sono organizzato nel seguente modo:
- per prima cosa vanno valutate più assicurazioni e nelle note informative la prima cosa da fare è una ricerca dei seguenti termini, “attività sportiva” e “bicicletta”; lo dico perchè alcune importanti assicurazioni come Columbus identificano l’andare in bici come attività sportiva e lo coprono per 3 o 7 giorni quindi sarebbe inutile stipulare questa assicurazione;
- una volta trovata quella che copre l’attività ciclistica è importante iniziare a valutare le coperture e i massimali fondamentali tra cui spese mediche, rientro sanitario, ricerca e recupero per salvataggio. Volendo si possono valutare ulteriori massimali accessori per annullamento viaggio, ritardi, perdita bagagli ecc.
- la spesa per circa 25 giorni può variare a seconda del tipo di assicurazione scelta dai 50 a 250€.
Ritengo importante optare per un'assicurazione che prevede, tramite supplemento, l’eliminazione della franchigia; questo perchè le probabilità che dobbiate fare una piccola visita o comprare anche uno stupido medicinale (e pagarli 50/100$) possono essere alte; con la franchigia finireste per pagarli di tasca vostra.
Questa quella che ho stipulato io ma attenzione perchè non copre la RC (per la bicicletta).
Buon viaggio!
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