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Giro del Latemar in MTB in senso antiorario
Il giro del Latemar in mtb in senso antiorario appartiene a quella lista di percorsi MTB da fare una volta nella vita. Per quanto mi riguarda la prima volta risale all’estate 2017 e con gioia lo ripeto quest’oggi. Purtroppo le cose sono cambiate a seguito delle raffiche di vento che si sono abbattute il 29 ottobre 2018 in molte zone delle Dolomiti e che poi sono passate tristemente alla storia come Vaia. Queste hanno fatto cadere come birilli molti alberi, per lo più abeti rossi. Anche per tale motivo eseguo questo giro: ne voglio valutare la sua attuale fattibilità.
In questo articolo
Il Latemar e l’arrivo al lago di Carezza
Partenza dall’hotel Ancora in centro a Predazzo. Rapidamente mi sposto verso il fiume Avisio per prendere la comoda ciclabile della val di Fiemme – Fassa che in dieci chilometri circa e con un dislivello di 150 metri mi porta a Moena.
Due sono i bici grill di appoggio (aperti nel periodo estivo) che trovo lungo il tragitto: il Bicigrill’Avisio ed il bici grill Moena.
A due chilometri da Predazzo sulla mia destra ci sono lo stadio del salto (trampolino Giuseppe Dal Ben), considerato uno dei migliori impianti permanenti al mondo per il salto con gli sci, e l’impianto di risalita Gardonè – Passo Feudo che nel periodo estivo permette il trasporto delle bici in quota, risparmiando tempo e fatica, e consentendo il giro del Latemar in MTB in senso orario.
Arrivato a Moena attraverso il ponte ed inizio a salire sempre su asfalto sulla erta che porta a malga Roncac. Di qui inizia la forestale sterrata per il passo (indicazioni tour 203) con pendenze che a volte si fanno intense.
Il fondo nel tratto conclusivo, a seguito delle recenti piogge e del passaggio di mezzi per il trasporto del legname, non risulta al momento stabile quindi sono costretto a spingere la bici per alcuni metri nel fango. Tornato su asfalto al passo Costalunga sento gli effetti della recente nevicata sulle montagne e mi copro per affrontare la discesa lungo la SS 241. A circa un chilometro il sentiero n° 10 sulla sinistra non è più percorribile pertanto proseguo sulla statale.
L’immagine da cartolina, costituita dal meraviglioso paesaggio della selva di Carezza nel quale si inserisce la gemma azzurra e cristallina del lago di Carezza, è nel complesso salva.
Certo serviranno molti decenni per un completo rimboschimento.
In mountain bike verso passo Pampeago
Risalgo in sella per andare a percorrere la comoda e pressoché piana strada forestale n° 8 per Obereggen, nota località sciistica. Qui per fortuna il bosco è praticamente integro e la strada è transitabile fatta eccezione per la sua parte iniziale e finale.
Lambisco il paese affrontando la salita più aspra di giornata, tutta su asfalto, che in inverno viene usata come pista per gli slittini. Da malga Laner la pendenza cala e la strada procede più dolce. Il panorama ora si apre sulla Pala di Santa, sul Corno Bianco e Nero, sulla val d’Ega e sul Trentino occidentale. Il tempo nel frattempo si è coperto e chiazze di neve si alternano all’asfalto.
Faccio a spinta gli ultimi 500 metri, sorridendo dell’avventura che sto vivendo e pensando che la prossima volta monterò i chiodati.
Al passo Pampeago ritrovo la struttura Eye to the Dolomites, omaggio ai monti pallidi: un bulbo oculare in legno che focalizza il nostro sguardo sui crepacci del Latemar. Mi fermo alla malga Zischg, naturalmente chiusa in questo periodo (siamo ad Aprile), per mangiare un panino e soprattutto vestirmi vista la lunga discesa che mi aspetta.
Il rientro dalla val Stava
Causa neve ed alberi a terra non utilizzo il single track che digrada poco prima della malga sulla destra sino alla località Pampeago, e neppure il sentiero n° 62 (poi n° 63 ed infine n° 33) che taglia tutto il crinale boschivo del Cornon.
Utilizzo la strada asfaltata che sino al grande parcheggio di Pampeago, è ricoperta di neve. Mi diverto come un bambino ma sono consapevole che non tutti potrebbero apprezzare tali condizioni climatiche quindi ti consiglio di consultare il meteo e magari visionare le webcam locali prima di affrontare questa avventura in montagna fuori stagione.
È ancora vivo in me il ricordo dei due arrivi di tappa del giro d’Italia ’98 e ’99 che vidi di persona. Erano gli anni del trionfo di Pantani.
La strada è assai ripida così in un attimo sfioro gli 80 km orari.
Tocco la piccola località di Stava, attraverso i centri di Tesero e Panchià quindi mi dirigo ancora più in basso per ricongiungermi alla ciclabile. Oramai il giro volge al termine; qui ho un bel colpo d’occhio su tutta la valle di Fiemme coi suoi paesaggi montani di grande dolcezza ed i grandi prati verdi.
Curiosità: nel dialetto locale Predazzo significa prato grande.
Nonostante qualche tratto a spinta il giro del Latemar in mtb in senso antiorario è fattibile e sempre fantastico.
Sono assai felice e pronto per scoprire domani la val Maggiore in MTB.
Hotel Ancora
Dormire a Predazzo
L'Hotel Ancora, situato in posizione centrale a Predazzo, in Val di Fiemme, nel cuore delle Dolomiti, è un quattro stelle gestito dalla famiglia Craffonara, accoglie i suoi ospiti fin dal lontano 1880. Il nome è dovuto all'originaria funzione della struttura, uno dei tanti punti di approdo per il cambio dei cavalli presenti sulla strada statale 48 delle Dolomiti, che unisce la Valle dell'Adige a Cortina.Log in con ( Registrati ? )
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