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Elizabeth Pennell, la prima cicloviaggiatrice in Italia
Scritto da Lucy Hop
Anno del Signore 1884, l'anarchico Luigi Masetti aveva quasi 20 anni ma ancora non immaginava i chilometri che avrebbe pedalato per il mondo. In Italia imperversavano epidemie di colera un po' ovunque e i coniugi anglo-americani Pennells furono costretti a spostare il loro viaggio in bici di qualche mese...
Un triciclo Coventry Rotary
Quando Elizabeth Pennells e il marito Joseph, verso la fine di ottobre, raggiunsero l'Italia per iniziare la loro avventura non stavano più nella pelle. Lui artista, lei scrittrice, avevano provato poco prima di partire il loro nuovissimo triciclo Coventry Rotary coprendo la distanza tra Londra e Canterbury e ne erano rimasti entusiasti. La coppia sostò tre giorni nell'ammaliante Firenze preparando le ultime cose, incontrando gli amici di Joseph che era già stato in città molte volte e sognando quello che li avrebbe attesi sulla strada verso Roma, la città eterna.
1884: Firenze - Roma in bici
Più di un secolo fa la bicicletta in Italia non era molto diffusa anzi, a dirla tutta, la vera e propria bicicletta come siamo abituati a vederla noi doveva ancora nascere. Ogni tanto per le strade sterrate si incontrava qualche pazzo a cavalcioni di mezzi strani (a due o tre ruote!) che venivano usati per spostarsi da un luogo all'altro. Elizabeth Pennells e suo marito iniziarono il viaggio da Firenze: raggiunsero il Ponte Vecchio, lo attraversarono e lentamente uscirono dalla città osservati dai passanti stupiti di vedere una donna su un mezzo così bizzarro.
Mai alcuna donna prima di Elizabeth aveva viaggiato in "bicicletta" per l'Italia.
I Pennells si tuffarono nel loro viaggio di piacere, ma anche lavorativo (avevano ricevto una commissione) con grande impegno: Elizabeth descriveva nei suoi appunti ogni particolare, ogni incontro, ogni paesaggio; Joseph schizzava gli scorci più pittoreschi. Da Firenze presero la strada per Montelupo per poi dirigersi a Empoli. Pedalarono fino ai piedi di San Gimignano ma sarebbe stato troppo duro raggiungere la cittadina con il loro triciclo monomarcia così si accontentarono di ammirarla dal basso.
L'itinerario scelto li portò a Poggibonsi dopo una sosta a Certaldo, paese natale di Boccaccio. Da una parte le colline solitarie, dall'altra distese aride e asciutte, la strada condusse i Pennells a Siena dove si fermarono diversi giorni ad ammirarne le bellezze.
Lasciata Siena Elizabeth descrisse la successiva sosta all'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore con serenità: "Appariva come un'oasi in mezzo alla brughiera e furono giorni dorati...". L'Abbazia offriva ospitalità agli artisti ed Elizabeth e Joseph non poterono che accettarla con piacere... dopotutto dovevano riprendere fiato e recuperare energie per proseguire il loro viaggio in bici verso Roma.
A Montepulciano, tra la Val di Chiana e la Val d'Orcia, Elizabeth e Joseph si ammalarono e furono costretti a fermarsi un paio di giorni prima di riprendere a pedalare verso il lago Trasimeno e l'Umbria.
Sul confine con la regione umbra Elizabeth decise di prendere il treno fino a Perugia perchè si sentiva ancora debilitata così, felice come un bambino, Joseph ebbe l'occasione di provare il triciclo da solo e senza bagagli sulle strade italiane e... indovinate un po'? In triciclo raggiunse Perugia prima del treno della moglie.
Sempre più vicini a Roma
Le giornate si susseguivano veloci e la tappa successiva a quella di Perugia fu la città di San Francesco, Assisi. Chissà come fu vederla con gli occhi di una cicloviaggiatrice americana a fine 1800. Il proprietario dell'alloggio che avevano scelto, quando li vide arrivare si meravigliò davvero: prima di allora non aveva mai visto un velocipede a tre ruote (e chissà quanti altri italiani come lui!).
Sulla strada per Roma i Pennells si trovarono ad affrontare una ripida salita ma visto che non c'era modo di pedalarla decisero che Elizabeth avrebbe spinto mentre Joseph avrebbe cercato di tirare verso la cima il pesante triciclo. In vetta rimasero ammaliati dal panorama ma, non appena iniziata la discesa, Joseph si accorse che il freno non funzionava correttamente e decise di provare a sistemarlo. Nella fretta ruppe la leva in due parti, una vera sfortuna. I due cicloviaggiatori si trovarono costretti a spingere anche in discesa giungendo a Terni a notte inoltrata. L'indomani partirono tardi, forse ancora provati dalle disavventure del giorno precedente, e per sera raggiunsero l'antica capitale dei falisci, Civita Castellana. Roma era ormai vicina! Una discesa sconnessa e turbolenta causò la rottura del portapacchi posteriore del triciclo proprio all'ingresso della città eterna, ma Elizabeth e Joseph non si scoraggiarono. Vagarono per Roma con gli occhi pieni di meraviglia e... sbagliarono strada finendo tra la folla curiosa e due carabinieri severi che li multarono per aver violato le norme sul ciclismo, "furious cycling", dissero anche se, forse, fino a quel giorno, una bici a tre ruote non l'avevano ancora mai vista.
Oltre le Alpi
I coniugi Pennells non si limitarono a visitare Firenze, Roma e le località sul loro itinerario... dopo aver scoperto a pedali la città Eterna si cimentarono in un'altra impresa valicando dieci tra i passi più alti delle Alpi e con un mezzo come il loro non fu di certo semplice! Dalla loro avventura nacque un libro "Over the Alps on a bicycle" scritto da Elizabeth e disegnato da Joseph.
Ad ogni modo, nella Storia, Elizabeth verrà ricordata come la prima donna in bici ad aver viaggiato sulle strade italiane!
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Lucy Hop
Nata su una bicicletta di legno, a 10 anni già pedalavo per i boschi tra fango e pozzanghere divertendomi come una matta.
La bicicletta può fare la felicità e quando ne vedo una... proprio non resisto:)
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