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Da Torre del Greco al Lussemburgo per beneficenza
Sembrerà banale, ma a noi piacciono le storie di viaggi in bici. Ci piace ascoltarle, leggerle, amiamo chiacchierare con i viaggiatori, prima e dopo le loro avventure, siano queste le prime o le centesime. Così ci siamo appassionati alla storia di Salvatore che pochi mesi fa ha pedalato da Torre del Greco al Lussemburgo a scopo benefico.
In questo articolo
Da Torre del Greco al Lussemburgo in bici
Abbiamo chiacchierato con Salvatore Esposito, partito da Torre del Greco per il suo “viaggetto” estivo, dal 23 giugno al 6 luglio.
Salvatore ha raggiunto il Lussemburgo dopo aver attraversato Italia, Svizzera e Francia: non per vantarsi di aver superato il San Bernardo o aver tenuto una media di 130km al giorno per 14 giorni, o di aver fatto tutto in autosufficienza con fornello e tenda stipati nelle sue borse da assetto ibrido, un po’ bikepacking e un po’ cicloturismo classico, ma per raccogliere fondi a scopo benefico.
Salvatore ha viaggiato sicuramente per sé, per mettersi alla prova, per uscire dalla zona di comfort come ormai ama fare da diverso tempo e solo da qualche anno in bicicletta (con una prima esperienza sul Cammino di Santiago nel 2015 e una seconda sul Tuscany Trail nel 2018), ma soprattutto lo ha fatto per beneficenza.
Ride for Children: raccolta fondi per la Onlus Famiglia d'Africa
In concomitanza con la partenza Salvatore ha deciso di raccogliere fondi per la Onlus Famiglia d'Africa, la quale da tempo opera in Uganda a Kampala, aiutando bambini in difficoltà e che è di fatto è legata alla cittadina di Salvatore per la recente costruzione di una chiesa dedicata al parroco San Vincenzo Romano. Ha deciso di chiamare la sua campagna Ride for Children legando il tema ai bambini. Salvatore infatti è partito da casa, lasciando a Torre del Greco la famiglia e i figli, Roberto e Ciro, per raggiungere Chiara, la nipote che vive in Lussemburgo.
Il pedalatore torrese ci ha raccontato che è stato entusiasmante legare un viaggio che avrebbe fatto per sé (e che di fatto avrebbe costituito un trofeo tra le avventure che compie frequentemente) a una campagna di beneficenza per una onlus, perché grazie a ciò, oltre la raccolta fondi in sé, ha riscontrato un grande interesse nel viaggio in bicicletta anche da parte di chi questa modalità di affrontare un'avventura non l’ha mai considerata.
Preparativi per l'avventura
Ci sono state delle difficoltà, ma non a livello di organizzazione personale - è piuttosto soddisfatto sia del setup che della divisione delle tappe - quanto di tempo: 1900 km in 14 giorni significa tenere medie altissime anche con il dislivello delle Alpi di mezzo, e avrebbe sicuramente preferito avere qualche giorno in più per godere appieno dell’avventura anche per l'aspetto culturale e della visita dei luoghi.
Aveva qualche remora perché a differenza degli anni precedenti non si sentiva più allenato per davvero, ma il viaggio stupisce sempre e dopo qualche giorno di rodaggio i muscoli si ricordavano come funzionare, ed è stato tanto piacevole quanto emozionante. Un altro grande passo verso un viaggio impeccabile è stata una visita da un buon biomeccanico, che non ha stravolto la postura né la geometria della bici, ma ha suggerito "solo" qualche minuscolo accorgimento per eliminare un paio di incongruenze che hanno svoltato la situazione.
Dal campeggio in tenda, sperimentato ogni singolo giorno, anche col cattivo tempo incontrato ad Aosta proprio prima della grande salita, all’uso del fornelletto per essere indipendente in orari e tempistiche, alla piacevolissima pedalata nel verde delle Alpi, all'arrivo al cartello della Valle d'Aosta percepita come così lontana dall'area vesuviana, all'aver usato tutta l’attrezzatura (anche se partendo da Torre del Greco potrebbe sembrare assurdo portare giacche e termiche ma non in cima al San Bernardo coi suoi 5° C e per i 60 successivi km di discesa): Salvatore ce ne parla col sorriso stampato in faccia e una voglia matta di condividere la sua esperienza indimenticabile.
Viaggio a nord-ovest
La sua Genesis Tour de Fer 10 l’ha condotto a destinazione: dal Vesuvio gli ha permesso di superare gli Appennini a ridosso della Val di Sangro, continuare lungo la costa adriatica fino a Rimini, poi la via Emilia e la Francigena in direzione nord ovest fino alla Valle d'Aosta, dove il Colle del Gran San Bernardo segna il passaggio in Svizzera, e ancora i laghi occidentali elvetici, Basilea, quindi in Francia e pedalando nella regione del Grand Est raggiungere il Lussemburgo, a Esch sur Alzette.
Nell’enumerare le varie tappe, Salvatore ci dice: “La cosa che più mi ha affascinato del viaggio sono stati i borghi. Li contavo sulla mappa, e sono davvero tanti. Vedere tanti posti è il pane quotidiano, il carburante del viaggio. Conoscevo la Svizzera e l’Alsazia per i mercatini a Natale, ma in bici è tutto totalmente diverso!”. E poi arriva la nota di merito dei Paesi confinanti con l’Italia: “Purtroppo fuori dal nostro Paese sembra tutto fatto per i ciclisti, con cartelli e ciclabili e ho davvero percepito la differenza con l'Italia, dove la ciclabile è turistica e non culturale, non fa parte della nostra cultura, che considera la bici come sport e non mezzo di spostamento e scoperta".
"In Svizzera, per esempio, dal Lago di Losanna a Berna ho pedalato su una ciclabile a lunga percorrenza, lì davvero mi sono sentito in un ambiente bike friendly. Forse c’è più cultura della bici non vista solo come sport ma come mezzo di trasporto e scoperta di un luogo, aspetto che sicuramente stiamo imparando ma sul quale dovremmo applicarci di più anche nel profondo della cultura e della società”.
In chiusura della piacevole chiacchierata, Salvatore ci rivela essere un appassionato di fotografia, ma che dall’esperienza sul Tuscany di qualche anno fa ha rinunciato all’uso della reflex perché troppo ingombrante e pesante a fronte di un upgrade con un drone, che usa per riprese e fotografie da un punto di vista diverso.
E - tra viaggiatori è una domanda che non può mai mancare - la nostra chiacchierata si chiude parlando di sogni (che è un po’ il motivo che ci ha spinti a creare Impronte - Storie a pedali, la nostra rivista cartacea semestrale): Salvatore ha numerosi sogni nel cassetto, tra cui l’Islanda, un giro della Sicilia o altri percorsi più semplici da affrontare in famiglia, con la moglie e i figli, come i castelli della Loira, l’Olanda o le mitiche ciclabili europee.
Per seguire le avventure di Salvatore puoi fare un salto sul suo blog Torenet82 o seguirlo sui suoi profili social. Se poi vuoi contribuire alla sua campagna di raccolta fondi per Famiglia d’Africa, puoi donare direttamente all’Iban della onlus IT 66J 07601 04000 000030794713 con causale Ride for Children oppure alla pagina specifica su GoFundMe chiamata Ride for Children.
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Francesco G
ITA - Ho 33 anni e sono piemontese, anche se da qualche anno vivo e lavoro in Lombardia. Dopo un inizio da totale inesperto in questo campo, mi sono avvicinato al mondo dei cicloviaggi e della bicicletta sempre più. Oggi posso definirmi "cicloviaggiatore", e assieme all'altra mia passione - il videomaking - non mi fermerei mai! Cyclo ergo sum, pedalo quindi sono, per cercare di capire perché andare in bici sia così bello, terapeutico, ricco... E ogni volta che provo a capirlo, non ce la faccio, e sono costretto a ripartire sui pedali!
ENG - I'm from Piedmont and I'm 33 years old, I have been living and working in Lombardy for a few years. After a start without any competence in this field, I then approached the bicycle world more and more. Today I can call myself a bicycle traveller and videomaker who would never ever stop. Cyclo ergo sum, I cycle therefore I am. I ride my bike trying to understand why it is so beautiful, rich, therapeutic. And every time I try, I do not understand it. So I must leave again...
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