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Bologna - Palinuro in bicicletta | Atessa - Duronia 5° tappa

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La mattina inizia bene, una magnifica colazione con succo di mela verde, latte di mandorle, marmellata di albicocche, biscottini fatti in casa, torta al cioccolato, caffelatte. Splendido, in questa tappa in bicicletta mi serviranno delle calorie, se non altro per il morale. Anche oggi, 50 metri di vialetto sterrato in piano e poi comincia la salita di 200 m per Atessa. La giornata si presenta bella e assolata come sempre, ma per fortuna nel prosieguo le temperature non salgono più di tanto e si pedala bene. Dopo Atessa continuo per Tornareccio, paese a me totalmente sconosciuto, ma che scopro essere la Regina del Miele e la città dei mosaici. Qui da 12 anni si fa ogni anno una manifestazione tutta dedicata al miele. Mi fermo a chiedere informazioni ad una signora paffuta e simpatica che mi dà le indicazioni e mi fa gli auguri.
ritorno a occidente indice Georgia
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Tappa 5 da Atessa a Duronia

 
Tappa da: Atessa (Contrada Piana Matteo) a Duronia
Partenza ore: 8.45
Arrivo ore: 18.00
Percorsi: 92 km
Media oraria totale: 7 km/h
Media oraria in marcia: 12 km/h
Ascensione totale: 2068 m
 
altimetria-5-tappa
Lungo la strada si sale continuamente con pochi momenti di pausa, ma la salita è dolce e piacevole. La ragazza della Ruelle mi aveva detto che qui il panorama era completamente diverso dalla Maiella, non terra nuda olivi e pini, ma querce e castagni che fanno ombra e danno umidità, tutto vero, è uno spettacolo.
Mi dispiace solo non poterlo apprezzare con più lentezza.
Penso anche alla madre della ragazza che ieri mi ha fatto fare la salita indesiderata, ma che oggi mi permette di risparmiare 160 m di dislivello e perciò la perdono.
Dopo Tornareccio arrivo a San Giovanni e mi faccio la prima sosta su una panchina vicino ad un gruppetto di vecchietti che mi guardano come un marziano e accennano ad un inizio di dialogo che non capisco. Dopo un poco provo io ad attaccare, mi danno un po’ di informazioni e cominciano una nuova discussione sulle biciclette e sulla possibilità di usare la bici elettrica. Provo a chiedere il motivo di un nome così strano, a mio modo di vedere, di Castiglione Messer Marino, ma non mi sanno rispondere e continuano le loro discussioni.
La curiosità me la tolgo la sera su internet, è legato ad un filantropo locale Messer Marino Caracciolo appunto. Li ringrazio e li saluto proseguendo la mia strada per Castiglione. Lungo la strada mi fermo diverse volte un po’ per godere dei panorami che mi si aprono davanti agli occhi, un po’ per la stanchezza, ma il morale è altissimo e la strada procede meglio di quanto pensassi.
tappa-5-1Lungo la strada ad un certo punto un'auto mi suona da dietro e mi sorpassa, mentre sto per mandarle qualche accidente vedo una mano che si agita dentro e la ciccia di un braccio sollevato che ballonzola a destra e sinistra, è la signora paffuta che mi saluta, ricambio il saluto. In prossimità di Castiglione si stagliano imponenti una serie di pale eoliche che fanno da contorno al crinale della montagna, la cosa più brutta che vedo in quelle pale è la strada che le raggiunge, ma loro sono bellissimi giganti agitati dal vento. Finalmente arrivo a Castiglione.
È appena finito il mercato nella piazza del paese, è rimasto solo un piccolo camioncino di enogastronomia dal quale si sprigionano profumi di olio fritto e grasso che fanno ingrassare al solo annusarli. Da qui partono un sacco di vie e gli unici cartelli stradali che ci sono non indicano la direzione che voglio prendere io, per cui di nuovo mi affido alle indicazioni dei locali. Comincio a chiedere a due persone che subito mi indicano la direzione per la statale, che non voglio prendere. Mi dicono che non ci sono alternative, cocciuto insisto e faccio vedere loro la cartina, mi dicono che la strada è brutta e non si usa più. Non convinto li ringrazio e intanto riempio le borracce alla fontana del paese. Mi si avvicina un signore simpatico con il quale comincio a parlare e scopro che ha una figlia che vive vicino Bologna, mentre lui fa il rappresentante. Chiedo anche a lui indicazioni mi dice che la strada c’è ma è piena di curve e non ben tenuta, poi mi porta al camioncino della gastronomia dove c’è una terza persona, autista di corriere, che ha più esperienza di lui su quelle strade. Anche questa persona mi conferma che la strada è quella, ma che non è ben conservata. tappa-5-4
Piccolo appunto: durante tutto il viaggio in bici, quando chiedo informazioni è un classico che prima mi mandino su una strada a scorrimento veloce, e subito dopo mi sconsiglino di fare quella che avevo pianificato dicendomi che è piena di curve, non rendendosi conto che in bici le curve non sono un grandissimo problema, che non esiste o che è inagibile.
Da Castiglione comincia una prima iniziale discesa per poi risalire ancora e poi ridiscendere. La strada effettivamente è brutta per un’auto, in alcuni punti manca del tutto l’asfalto. Per la bici non è un problema solo il brecciolino costantemente presente in carreggiata potrebbe crearmi qualche fastidio, ma sto attento. Avanzo così per tutto il giorno fino a scendere ad Angone.
Da qui si risale a Poggio Sannita e poi ci si lancia su una lunga discesa fino alla SS 650 di fondovalle. Durante questa discesa comincio a sentire i tuoni e il cielo comincia ad oscurarsi.
È una corsa contro il temporale che mi insegue, vedo in lontananza temporali che stanno rovesciando catinelle di acqua sui boschi e sui campi assetati. È uno spettacolo meraviglioso, non posso non fermarmi a fare delle fotografie. Arrivato sul fondo della valle, la percorro per pochi metri quindi giro a destra per Bagnoli del Trigno e poi Duronia, mi aspettano 980 m di dislivello e 15 km di strada, sono le 3 del pomeriggio.
 

Pedalando in salita in fuga dal temporale

 
BagnoliComincio a salire lentamente, la strada non concede tanti spettacoli, le nuvole sembrano ormai lontane e la temperatura fresca mi permette di salire con piacere. Comincio a vedere Bagnoli. Sembra una cartolina, un paese abbarbicato ad una guglia di pietra, più mi avvicino e più mi affascina.
Un campanile, che prosegue il profilo appuntito di una roccia domina il paese, con a fianco la chiesa di San Silvestro. Poco prima di entrare in paese il cielo torna scuro, blu. Bologna - Palinuro in bici
Decido di coprire i bagagli con la sacca impermeabile. Prendo la giacca a vento ma non la indosso fa troppo caldo ancora. Accendo le luci, chiedo informazioni ad un signore che passa li vicino, e poi riparto per il centro del paese. Lungo la strada le persone appoggiate sugli usci delle case aspettano il temporale e mi guardano passare, qualcuno con gli occhi mi dà un cenno di sostegno per la pioggia che dovrò prendere. Arrivato in piazza chiedo al volo quanto manca per Duronia e un signore simpatico mi urla “7 km ma sbrigati che viene a piovere”. Dopo meno di 20 metri comincia il diluvio. Mi chiedo se fermarmi, mettere la giacca a vento e ripartire o semplicemente proseguire. Nonostante i 600 m di altitudine la temperatura è gradevole e l’acqua non fredda decido di lavarmi un poco e proseguo. Il cielo si fa veramente cupo devo tenere gli occhiali addosso per evitare che le gocce di pioggia mi vadano negli occhi, ma ci vedo veramente poco.
 
Intanto continuo a salire. Vedo un paesino che mi sembra altissimo, spero non sia Duronia, ma non riesco a convincere neanche me stesso.
Durante una cambiata sbaglio qualche cosa e mi accorgo che sto pedalando a vuoto, la catena mi è caduta. Mi fermo, la rimonto e riparto, sempre sotto la pioggia battente. Arrivo ai piedi di Duronia: c’è un bivio. Per fortuna un’auto sta arrivando e chiedo da quale parte mi conviene andare.
L’autista mi dice che è uguale una strada è lunga 1 km l’altra 3, ma arrivano tutte due dalla stessa parte. Provo quella da un chilometro ed ovviamente è più dura, dico al signore che se mi rivede dopo cinque minuti significa che non ce la faccio. Dopo tre minuti incontro nuovamente il signore di prima nel punto di prima. Mi avvio mesto per la strada più lunga e arrivo finalmente a Duronia. Qui rivedo in lontananza ancora il signore al quale avevo chiesto indicazione, e al quale chiedo ancora come fare per arrivare all’albergo. Gentilmente si offre di farmi strada, lui in auto io in bici. Ad ogni incrocio, ad ogni stradina si ferma, lasciando fuoriuscire dalla curva solo il bagagliaio della sua panda blu poi, quando mi vede negli specchietti, via fino alla prossima curva. Così arrivo alla piazza della chiesa dove c’è l’albergo. Ringrazio la mia guida, che mi indica anche la proprietaria, lei mi suggerisce dove mettere la bici e mi fa accomodare in camera. La stanza à bella e ben tenuta, unica pecca il water è sprovvisto di asse e questo mi lascia un po’ perplesso. Sono zuppo dalla testa ai piedi. Le scarpe pesano un chilo. Mi spoglio, bucato, doccia. Dalla finestra della mia camera posso sentire i rumori della famiglia che abita nella casa dall’altra parte del vicolo. Tramonto a Duronia
In città sarei infastidito, qui è un piacere, come è un piacere sentire il vociare delle persone che nel cortile dell’albergo giocano a carte o a biliardino. Quel poco che ho visto del paese mi è piaciuto moltissimo, e non vedo l’ora di sbrigare le faccende serali per poterlo visitare un poco.
Esco dall’albergo che c’è ancora luce ed il sole non ha ancora iniziato a cambiare colore per avviarsi al tramonto. Comincio a camminare per queste stradine costeggiate da case di pietra bianca, i colori cominciano a cambiare piano piano, il tramonto è meraviglioso. Arrivo sotto il campanile della chiesa “vecchia” e trovo su una piazza che assomiglia più al terrazzo di una casa una cosa che non mi aspetto. Una piccola targa sull’uscio di una porta INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) progetto MEM Osservatorio per il geomagnetismo terrestre.
Incuriosito da queste parole a me poco note, e dalla tranquillità del luogo busso alla porta e nonostante siano oramai le 8 di sera un uomo dai lunghi capelli ricci e bianchi mi apre. Non so cosa dirgli in effetti e gli chiedo semplicemente che cosa significa quella targa.
Lui molto semplicemente e molto cortesemente mi spiega che si tratta di una delle sette stazioni al mondo per la misura del geomagnetismo terrestre e che questa è una delle località italiane meno disturbate dal punto di vista dell’elettromagnetismo. Soddisfatto ed incuriosito ritorno all’albergo dove parlando con la proprietaria racconto di questo mio incontro e lei mi dice “….ah si Paolo, dorme anche lui qui da noi”. La sera a cena in effetti lo vedo arrivare solo quando io ho già terminato da un po’ il mio piatto di pasta con i funghi (una specie di orecchietta più larga e piatta), e la bistecca in crosta di pane, per cui ho solo il tempo di salutarlo e mi avvio verso la mia camera.
La sera i ragazzini si radunano nella piazza del paese e il loro vociare che entra dalla finestra della mia camera: mi fa tornare in mente quando, da bambino a maggio, a San Giorgio iniziavo le prime uscite serali che cominciavano con il vespero e terminavano con i giochi di noi ragazzi sul sagrato della chiesa ed il garrire delle rondini faceva eco alle nostre grida.
La quinta tappa del viaggio di Roberto da Bologna a Palinuro in bici è stata sicuramente la più dura finora affrontata con tanti metri di dislivello ma anche molte emozioni, se vi siete persi la narrazione delle tappe precedenti, fate un salto indietro alla quarta tappa. Se invece volete proseguire nella lettura, Roberto attraverserà la provincia di Benevento... ma non vi anticipo altro!!!
 
 
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Roberto Farina

Lavoro come ricercatore all'Enea e nel tempo libero cerco di andare in bicicletta. Ho cominciato tardi questa attività quando i capelli erano già brizzolati, facendo esclusivamente MTB con lo scopo di vedere posti che in auto erano irranggiungibili e a piedi richeidevano troppo tempo. La passione si sta ampliando ed adesso comincio anche a fare dei percorsi più lunghi con tratti anche su strada.