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mandreatta

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Sono proprio contento di essermi spinto a scrivere anche questa volta; perché davvero basta anche solo una giornata di viaggio per farmi attivare tantissimi pensieri sulla mia vita. Una verifica pedalata in solitaria che mi mette davvero alla prova. Pensieri molto disordinati e scoordinati che però appartengono solo e soltanto al me di ora. Così diverso dal me di un anno fa e da altri momenti. E sicuramente diverso dal me del futuro. Ho scelto Parigi, un po' forse per paura di fare qualcosa di troppo, come al solito. Ma ho scelto anche una città che da tanto tempo desidero conoscere. Guadagnarmela in questo modo è come conquistarla. Sarà come conquistarla, spero.

Questo titolo ha mille spiegazioni. Nasce in uno dei rarissimi giretti serali che hanno preceduto i giorni di viaggio. Nasce da un rapporto con Lei, la bicicletta, consolatore. Un pezzo di ferro e gomma che mi ha regalato grandi confidenze, mi ha reso fragile ma anche forte, mi ha fatto scontrare con limiti enormi e tuttavia mi ha fatto sentire gigante. E soprattutto mi ha portato lontano... A chiunque capiti di leggere queste righe, auguro di prenderle per quello che sono. Un semplice racconto molto emotivo e passionale. Forse può sembrare patetico, costruito, imbarazzante. Non mi interessa. Sono poche frasi raccolte dopo tanta stanchezza, nulla di più, e non vogliono essere un qualcosa da esaltato o da egoista. Un po' lo sono sicuramente. Se hai questa sensazione fin da subito, non leggerle. Ti prego. E soprattutto non permetterti di sottovalutarle, o di giudicarle. Grazie e buona lettura!

               

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