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Anello MTB nel parco di Cà Carnè nella Vena del Gesso Romagnola
Scritto da Gotico
Questo giro MTB nella vena del gesso romagnola, è costituito da due anelli: uno su asfalto con tappa al borgo di Brisighella, e l’altro al suo interno, più breve ma più intenso, che insiste in un settore del parco (i cosiddetti Gessi di Rontana e Castelnuovo) chiamato parco di Cà Carnè, ricco di fenomeni carsici di superficie, e noto per il suo centro visite.
In questo articolo
Escursione nella natura e nella storia della Romagna
Secondo giorno di bici in Romagna, dopo il giro del monte Mauro di ieri. Si percorre la SP Zattaglia Riolo Terme in direzione Brisighella. La strada è poco trafficata e nel guardarmi intorno riscopro tutti gli aspetti salienti della Vena del Gesso.
Mi attrae e rimango affascinato da un piccolo grumo di case abbandonate con tanto di chiesa e cimitero limitrofo. Tutto ciò mi fa riflettere sulla caducità della vita, sui cambiamenti, sulle scommesse per il futuro, anche di questo territorio romagnolo, così “sbilanciato” verso il mare, con tutte quelle ricchezze da valorizzare che si trovano sparse nel suo entroterra.
Sono riflessioni, a volte amare, non solo mie ma comuni alle persone che ho avuto il piacere di conoscere.
Il parco ed il rifugio Cà Carnè
Dopo circa dieci chilometri, sulla destra si notano le indicazioni per il parco. Si inizia un attimo a salire, prima su asfalto poi su sterrato, sino a raggiungere in primis l'indicazione per il Monte Rontana e quindi il centro visite rifugio Cà Carnè, una tipica casa rurale, oggi attrezzata appunto a rifugio, con ristorante, bar e stanze.
Il centro offre al visitatore vari servizi, inoltre al suo interno si trova il museo della fauna della Vena del Gesso. La zona si presta molto all'attività di nordic walking e ad accogliere gruppi di scout.
Si continua a seguire l’indicazione CAI 505, con pendenze che si fanno importanti, sino al punto più elevato di questo giro. Ripreso fiato e dato uno sguardo al panorama iniziamo a scendere ma non troppo, si deve infatti porre attenzione nell’imboccare la strada con indicazione CAI 511bis sulla destra. Non fatevi ingannare dalla cancellata che si trova quasi subito; bisogna entrare a sinistra in un vigneto e solo in fondo ci si ritrova sul sentiero. Qui è necessario portare particolare attenzione poichè la discesa nel bosco è assai ripida e veloce anche se non pericolosa.
Si arriva in zona Castelnuovo da dove si ha una bella vista sulla parte meridionale del Monte Mauro, una vera e propria cresta che si staglia all’orizzonte. Si segue la Ciclovia dei Gessi, ignorando ahimè il sentiero 511 perché non praticabile in sella. Ritornato sulla strada provinciale punto Brisighella. Esistono delle alternative su sterrato ma decido di precorrere la strada principale in quanto voglio vedere l’accesso alla Grotta della Tannaccia, la più bella e conosciuta della Vena del Gesso.
Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia
Sospinto dalla fame scendo direttamente a Brisighella, senza darmi purtroppo il tempo di visitare il santuario del Monticino, la Rocca del XIV e la Torre dell’Orologio, edificati su tre pinnacoli gessosi. Mi rendo subito conto che, a ragione, Brisighella rientra nei borghi più belli d’Italia.
Dopo aver mangiato vago lentamente come un turista per lasciarmi ammagliare dai colori, dal silenzio e dai profumi (soprattutto di ginestre). Esulto per l’ingegnosa Via degli Asini, una strada sopraelevata che riceve luce dalle caratteristiche finestre ad arco. Prima baluardo difensivo, poi via di trasporto del gesso cogli asini.
Il rientro lungo il Rio Chiè
Salutata Brisighella seguo la SP 302 in direzione sino a svoltare a sinistra su Via Chiè, entrando perciò nella valletta del Rio Chiè, un territorio carsico ampiamente coltivato. Purtroppo la strada è tutta asfaltata, presenta solo una lieve salita per poi scendere in direzione Villa Vezzano. Bello comunque alzare lo sguardo ed osservare la storia, come ad esempio Torre del Marino… tutto il territorio trasuda storia.
Usciti dal paese ci si riallaccia alla provinciale fatta al mattino e si ritorna a Riolo Terme.
La bici si conferma un ottimo mezzo per conoscere questi luoghi e rappresenta un turismo dolce e rispettoso. Naturalmente ciò che ho appena detto non escude l’agonismo, il quale può essere una sana soluzione per far conoscere questo angolo di Romagna, soprattutto agli stranieri (vedi Rally di Romagna). Sono lieto che alcuni privati se ne siano resi conto, ed investano in risorse e pianificazione (per esempio mappe, cartellonistica, pubblicità…); certo è vero che se tutti gli enti pubblici del territorio si unissero seguendo compatti questa visione, tutti ne uscirebbero vincitori.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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